Il Bologna si presenta più guardingo del solito, usando i primi minuti di gioco nel tentare di intuire se la condizione atletica potrà reggere per tutti i novanta minuti, stante la situazione infortuni e relativa ‘spremitura’ dei superstiti in questo lungo autunno: ne viene fuori una prestazione inizialmente più accorta del solito, l’assetto più basso, due linee da quattro corte e strette e più densità in zona palla.
In questo frangente si possono ammirare alcune chiusure di Medel e una buona copertura di reparto sul sempre pericoloso Belotti in area di rigore, con l’aiuto di un utilissimo De Silvestri che evidentemente conosce bene le caratteristiche del suo ex compagno.
Poi, col passare dei minuti, la squadra prende conoscenza delle proprie forze fisiche e comincia ad allungarsi con maggior regolarità, trovando alcune linee di gioco conosciute in verticale, con Svamberg molto attivo già dai primi minuti e con Barrow che alza i giri del motore.
Ma è nella ripresa che finalmente si tornano a vedere quelle giocate in verticale che sono la vera forza della squadra di Mihajlovic: Soriano entra nel vivo del gioco, Barrow trova passo e tiro dalla sua mattonella, un sorprendente Vignato si produce in sprazzi di assoluto livello, unitamente ad una costante presenza nella metà campo avversaria.
Così, lo sviluppo della manovra diventa gradevole ed efficace per qualità, senza rischiare nulla in termini di occasioni lasciate agli avversari, se si eccettua uno sporadico tiro di Verdi deviato da Da Costa, il quale incappa purtroppo in un infortunio ( si dice cappella ), che non intaccherà la grande stima che i tifosi del Bologna gli devono, per la serietà mostrata in questi anni: insieme a Mbaye sono gli unici rimasti dalla promozione dopo l’arrivo di Saputo.
In mezzo al campo, le quasi obbligate sostituzioni dei già ammoniti Dominguez e Svanberg, trovano nei
subentrati Schouten e Poli degni sostituti, più freschi e più reattivi, così da costruire un finale in cui si poteva pensare addirittura di portare a casa i tre punti, ma di questi tempi non è cosa: uno, e ringraziare!
Credo che ad oggi, chiedere di più a questa squadra sia esercizio pretestuoso di chi non è a conoscenza delle dinamiche del calcio: giocare praticamente dall’inizo del campionato senza alternative, vista la concomitanza di una serie innumerevole di infortuni negli stessi ruoli diventa difficilissimo, perché la qualità e la quantità degli allenamenti ne risente troppo.
Terzino sinistro ed esterno destro, sono le due posizioni in cui sono mancati sia il titolare che l’alternativa, ma anche l’assenza di Sansone non ha permesso di far rifiatare né Barrow né Palacio.
Il problema che ha avuto Medel non ha permesso a Danilo e Tomiyasu di respirare venendo poi meno anche l’apporto di Denswil.
In mezzo al campo solo tre giocatori per due ruoli praticamente da subito, hanno fatto sì che si dovesse tirare il collo a Schouten che infatti ha accusato un affaticamento muscolare ( si chiama sovraccarico appunto):
insomma una serie di contrattempi infiniti che speriamo in via di risoluzione.
I calciatori sempre titolari, fanno la partita, poi allenamento di scarico, quindi allenamento di rifinitura e di nuovo partita: mai un paio di sedute consecutive per mettere insieme condizione, solo mantenimento e capite che le prestazioni fisiche non possono migliorare se non lavori sui particolari come ‘forza’ e ‘resistenza’: solo la parte aerobica rimane ben allenata giocando in continuazione, il resto è conservazione, non miglioramento.
Aver avuto a disposizione la rosa quasi al completo avrebbe permesso rotazioni più ampie, concedendo un riposo a turnazione, potendo far così lavorare diversamente i giocatori non impiegati per un turno : così funziona quando ci sono partite ravvicinate per più settimane, per chi non ne fosse a conoscenza.
In conclusione mi ritengo discretamente soddisfatto della prestazione dei rossoblu in attesa di tempi migliori: contro l’Atalanta speriamo di goderci un buon spettacolo, sai mai…potremmo persino avere il terzino sinistro titolare!
Rivedere Dijks ammetto che mi ha fatto quasi commuovere.
Tosco
Foto: Schicchi