Il Tosco l’ha vista così: Roma - Bologna 1-3
Si rischia di essere ripetitivi e quindi banali, ma ormai i complimenti per il Bologna si sprecano così come le perplessità sulle formazioni di Thiago Motta che, nonostante tutto, rifila spesso vere lezioni di calcio al malcapitato allenatore avversario di turno.
Purtroppo sono solo le vittorie a decretare la superiorità di un allenatore ma, guardando il calcio oltre al risultato, non si può certo non ammettere che anche contro il Monza la superiorità della proposta calcistica di Motta era stata evidente; invece furono tante le critiche soprattutto per i mancati cambi e addirittura il pensiero che Palladino “gliela avesse incartata”.
Il dominio del Bologna era stato totale anche in quel caso: purtroppo credo che non riuscirò nell’intento di convincere almeno i miei lettori, a vedere oltre il risultato; comunque non mollo.
Le scelte iniziali di ieri sera possono essere sembrate come sempre particolari ma poi la partita ha dimostrato che Ndoye è servito per contrastare la spinta di Angelino e andare in transizioni lunghe, Calafiori esterno sinistro è apparso un po’ spaesato in apertura ma alla lunga ha messo fisicità e tempismo, mentre sulla scelta di El Azzouzi beh, lì siamo all’esoterico!
Sostituire Ferguson con un centrocampista come il marocchino poteva venire in mente solo a qualcuno che vede oltre: in campo i tre centrocampisti rossoblu hanno talmente ruotato con continuità le posizioni che gli avversari avranno creduto di essere dentro alla camera degli specchi: pensavano di trovare un avversario e invece ne vedevano un altro.
Perduto Ferguson, Motta ha deciso di togliere del tutto i riferimenti in mezzo al campo con tre mediani veri, niente mezzeali, niente incursori, niente trequartisti: tre centrocampisti totali, flottanti, ruotanti, fluidi, invisibili e di conseguenza imprendibili.
Ve l’ho anticipiato: siamo entrati nel calcio esoterico di Thiago Motta; bisogna crederci anche se non si concepisce, come l’occulto, il misterioso.
Ha costruito così la sua trentesima vittoria da quando siede sulla nostra panchina Thiago Motta, con organizzazione ai massimi livelli, con la iper fluidità del suo gioco, col dominio tattico della gara nonostante un possesso palla insolitamente inferiore, seppur di poco agli avversari.
Il possesso serve per volume, ad avere il controllo della gara per qualità, a trovare le giocate vincenti pazientando nella ricerca della imbucata, della superiorità numerica; tornare indietro, cosa che piace poco ai tifosi, serve per (ri)aprire il campo, per aumentare le spaziature.
L’azione del raddoppio di Zirkzee ne è stato l’emblema: 1 minuto e 45 secondi di possesso ininterrotto con una rete di oltre 30 passaggi, partendo da un fallo laterale nella metà campo della Roma e rientrando nella nostra almeno due volte proprio per riaprire il campo, per trovare spazi.
Siamo all’esoterico?
Scherzavo, in realtà no: il calcio di oggi è questo, si può capire se si vuol vedere; meglio farlo in fretta così da goderne.
Tosco