È un Bologna diverso quello che si nota da un po’ di partite: più basso e stretto fra i reparti, meno lungo sul campo nell’andare a prendere gli avversari, probabilmente meno spettacolare e un filo più concreto.
Le 2 vittorie nelle ultime 4 partite, arrivate con Verona e Parma, non sono state frutto di gare arrembanti, così come le sconfitte con Juve e Milan sono arrivate dentro a prestazioni attente ed equilibrate.
Insomma, Sinisa sta trasformando la squadra: in che direzione lo scopriremo.
Potrebbe anche tornare indietro?
Chissà.
Se e quando la condizione atletica generale lo permetterà, potremo forse rivedere un Bologna che al sottoscritto sinceramente piaceva di più; per adesso mi tengo questo e buona grazia.
D’Aversa dal canto suo ha tentato di incartare tatticamente la partita con uno schieramento particolare rispetto al consueto 4-3-3: l’assetto iniziale dei ducali prevedeva la difesa coi 3 centrali, la mediana con esterni di gamba di chiara vocazione difensiva e 2 uomini in aiuto alla prima punta: insomma un 3 4 2 1 che ha creato solo alcune difficoltà ai rossoblu, per via di qualche accoppiamento di difficile lettura in mezzo al campo.
Si sono così create un paio di situazioni in cui Brugman ha goduto di una certa libertà di manovra che, non solo ha portato al tiro in prima persona il centrocampista gialloblu, ma anche alcune sortite prive di copertura che potevano crearci qualche difficoltà.
Le contromisure tattiche sono state colmate attraverso una copertura più di reparto che non individuale, vedendo così un centrocampo che ha dovuto, di volta in volta, decidere gli accoppiamenti: insolito, ma a volte può capitare.
Così come può capitare di sbloccare una partita con un piazzato nel quale a colpire è un calciatore tra i meno dotati nel gioco aereo, lasciato colpevolmente solo sul secondo palo per poi raddoppiare sulla prima vera azione ben congegnata dai rossoblu.
Nella ripresa, paradossalmente, i cambi di D’Aversa, hanno riequilibrato l’assetto difensivo del Bologna: più logici gli accoppiamenti davanti al 4-3-3 e i rossoblu hanno confezionato una mezzora di assoluto dominio tattico che ha annichilito qualsiasi tentativo di rimonta dei ducali, prima di entrare nel quarto d’ora finale in cui i gialloblu l’hanno messa “in caciara”, facendo entrare chiunque dalla panchina, chiudendo con un 4-2-3-1 in cui si sono viste alcune cose interessanti di Zirkzee nella posizione di prima punta e poco altro.
Tutto sommato, possiamo parlare di una prestazione generale soddisfacente, dentro ad una partita, che conteneva la classica polpetta avvelenata: il Bologna dapprima l’ha individuata adattandosi ad una gara più tattica e poi l’ha rigettata, sfruttando il tasso tecnico decisamente superiore.
Sperando possa essere di buon auspicio per il futuro, nutro qualche perplessità sulla possibilità che questa sia la vittoria della svolta: troppo volte in questa stagione il Bologna ha fallito la partita che conta.
Sarà così anche col Benevento?
Indipendentemente dal valore dell’avversario, il Bologna deve trovare se stesso e in questa stagione non ci è mai riuscito del tutto: senza i tanti infortuni ed alcune distrazioni in momenti chiave di partite importanti, forse sarebbe potuto cambiare il destino di un campionato che rimarrà purtroppo un grande rimpianto: questa squadra è migliore e di molto, rispetto alla modesta posizione che occupa in classifica.
Tosco
Foto: restodelcarlino.it