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Il Tosco l’ha vista così: Cagliari - Bologna 0-2
Ripeto quanto scritto dopo la gara (persa) contro l’Aston Villa: Il Bologna è una squadra che ha passo, ha ritmo, ha forza e ha resistenza, gioca un calcio aggressivo fatto di possesso e riagressione; tutti concetti moderni ed evoluti anche se ad oggi, li mette in campo non sempre al massimo della loro migliore interpretazione, ma la base sulla quale lavora la squadra parte dai presupposti sopra descritti che possono e dovrebbero migliorare.
Perché insisto su questi concetti?
Perché anche ieri non ho visto niente di diverso rispetto ad altre gare non vinte: la squadra gioca il calcio di Italiano già dalla prima di campionato contro l’Udinese e sostenere che il Bologna non ha un gioco, vuol dire sostenere una fesseria; semmai qualcuno potrà opinare sulla bellezza del suo calcio, ma qui si entra nel soggettivo, ma non si può certo affermare che questa squadra non abbia un suo, inequivocabile, gioco.
Oggi, troverete scontatissimi complimenti verso la prestazione del Bologna semplicemente perché ha portato a casa i tre punti, non perché magicamente ha trovato un gioco: quello ce l’ha dalla prima di campionato e sarà lo stesso per le prossime ventinove (Italiano gioca così da quando lo vedo cioè da quando allenava in serie B lo Spezia).
Entrando più nello specifico della gara di ieri, nei primi minuti il Bologna è rimasto sorpreso dagli avversari, probabilmente per un assetto che non si aspettava: i sardi sono partiti con un 4-4-1-1 molto aggressivo, con Viola in marcatura su Freuler per disordinare la prima costruzione del Bologna e doppio terzino sulla destra (Zappa + Zortea) per limitare la “gamba” di Ndoye.
Passata la sfuriata dei padroni di casa, i ragazzi di Italiano hanno cominciato a macinare il proprio calcio prendendo campo e mettendo pressione al Cagliari; Orsolini e Ndoye hanno trovato corridoi sopra a Castro sempre molto bravo ad accorciare e a legare la manovra, arrivando così al gol del vantaggio confezionato proprio dai tre attaccanti, dopo un recupero in pressing di un ottimo Moro (pressione alta, recupero, verticalizzazione e gol: tutti concetti ormai chiarissimi del calcio di Italiano).
Il raddoppio ad inizio ripresa invece è arrivato attraverso un’azione ben sviluppata da dietro, con Lucumi che entra nella metà campo avversaria, scambia con Miranda e va ad occupare la posizione del terzino ricevendo il lungo linea di ritorno dello stesso spagnolo, scarico di prima a rimorchio per Odgaard che trova una traiettoria meravigliosa (verticalizzazione immediata, occupazione dell’area per abbassare la difesa avversaria e pallone a rimorchio fuori area: altri concetti del calcio di Italiano, il tutto alla faccia di chi sostiene che le sue squadre giocano solo buttando su il pallone).
L’amministrazione del vantaggio non è stata certamente priva di sbavature ma se c’è un aspetto di forza del Cagliari è proprio la capacità dei sardi di buttare palloni in mezzo e metterla in mischia:
non aver subito gol quando gli uomini di Nicola si sono messi a spingere ha poi permesso di gestire al meglio i minuti finali.
In pratica mi tocca ribadire l’ovvio: ieri il Bologna ha vinto perché ha sfruttato le occasioni che ha creato come purtroppo non è successo altre volte anche per una notevole dose di aleatorietà che nel calcio esiste.
Tosco