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Quando si afferma che il calcio è lo sport più bello del mondo, lo si dice per svariati motivi, ma soprattutto per la sua imprevedibilità: il Bologna vince una partita temuta per la qualità dell’avversario, grazie ad un gol della riserva delle riserve, al raddoppio di un ex titolare che era diventato riserva, dopo che la miccia era stata accesa da un rigore parato da Skorupski a Immobile!
E allora vale tutto e vale perché prima e dopo questi episodi, c’è stato un Bologna, capace di sfoderare una prestazione di alto livello, vista solo ad intermittenza fino ad oggi.
Ma poco importa: questa stagione ha detto che bisogna fare di necessità virtù; e allora godiamo di una bella prestazione senza recriminare troppo su ciò che poteva essere e non è stato: piuttosto “usiamo” il restante del campionato per stabilizzare la classifica e le prestazioni di quei calciatori che finalmente danno segnali di evidente crescita.
Svanberg sta diventando un tuttocampista, capace di farsi trovare pronto sia in zona di costruzione, che in rifinitura e conclusione,
Dominguez fatica a trovare la giusta dimensione ma mette veramente tanto dentro alle partite e Barrow prima punta, determina spesso anche quando non segna: da questi tre calciatori, ancora relativamente giovani, sta nascendo il buon girone di ritorno dei rossoblu.
Ovviamente non dimentico i compagni che invece hanno già una loro naturale consacrazione: inutile soffermarsi su Soriano o Danilo, De Silvestri o Sansone; magari si può sottolineare come l’inserimento di Soumaro ha dell’incredibile, sembra nel Bologna da sempre: imperturbabile per tutto quanto gli capita intorno, come l’espressione del suo viso: annulla tutti i potenziali pericoli con una disinvoltura che rasenta la sfacciataggine.
Credo che anche il più ottimista dei tifosi non si sarebbe aspettato tanto; ma c’è chi lo aveva già “bollato” come lento, non pronto, o sciocchezze varie, proprio perché incapace di aspettare, tanto è la bulimia di giudizio in questa nuova e detestabile era “social”.
Tatticamente è un Bologna che non ha abbandonato l’idea di un calcio sempre nella metà campo avversaria, ma a volte preferisce un assetto più basso, con folate di aggressione quando la contingenza lo richiede e lo consente: non so se è solo casuale, bisognerebbe chiedere a Mihajlovic, ma nell’ultimo periodo la squadra ha il baricentro di almeno una decina di metri più basso rispetto al passato ( diciamo periodo pre sosta natalizia ), invita gli avversari ad occupare con più calciatori la nostra metà campo concedendo così, a Soriano e compagni, più spazio per risalire il campo con trame offensive di assoluta qualità, caratteristica che non manca di certo ai ragazzi di Sinisa.
Resta identica invece la propensione alle marcature individuali a tutto campo che, oltre ad essere garanzia di atteggiamento aggressivo, consente l’immediato contrattacco sugli eventuali intercetti o sulle palle recuperate nel traffico: la partita è stata vinta anche sotto quell’aspetto: chiusure e ripartenze organizzate; le parole di Inzaghi al termine sono state emblematiche: “potevamo giocare altri 180 minuti e non avremmo segnato”.
Tosco
Foto: Imago Images