Non è ancora il Bologna che ci ha fatto stropicciare gli occhi per tante volte da quando è arrivato Mihajlovic, ma la prestazione offerta ieri dai rossoblu è stata comunque su discreti livelli.
Senza rinunciare ai propri principi di gioco, nonostante una condizione atletica non ottimale, i rossoblu sono riusciti a trovare, con maggior fluidità, alcune giocate interessanti al contrario di un Verona che, pur avendo confezionato due occasioni nella ripresa, ha dato l’idea della sporadicità, della casualità.
Il Bologna ha dimostrato una volta di più di avere trame offensive di tutto rispetto.
Non deve allarmare, nel caso, la parziale difficoltà apparsa nella ripresa nell’uscire in palleggio per poi distendersi in attacco: la condizione atletica, ad oggi, non lo permette ancora, così come diventa impossibile la riagressione alta sulla palla persa.
Capita così di vedere una squadra più bassa, certamente più attenta a compattarsi, quando necessario, sotto la linea della palla, proprio perché la condizione psico-fisica non è certamente delle migliori.
Per rivedere il Bologna che conosciamo, sarà necessario ritrovare gamba e testa, perché i principi e le linee di gioco sono già notevolmente consolidate.
La gara di ieri tatticamente è stata di facile lettura, come lo sono tutte le gare del Verona, in quanto gli scaligeri giocano degli uno contro uno a tutto campo ed entrano in battaglia su ogni pallone: l’occasione per sbloccare nasce da un lancio preciso di Schouten, che trova impreparato, nella marcatura a uomo, Di Marco contro Orsolini, portando quest’ultimo solo davanti a Silvestri, che causerà poi il rigore decisivo.
Nonostante ciò, lo spartito della gara non è cambiato se non nell’ultima mezzora di gioco, quando la necessità di recuperare il risultato, ha fatto moltiplicare gli sforzi dei ragazzi di Juric, obbligando il Bologna ad un pragmatico 4-1-4-1 con una posizione molto guardinga di un buon Schouten anche in fase difensiva, non solo statica ma anche dinamica: assorbendo il taglio del centrocampista avversario che si sganciava, ha tolto in più di una occasione la possibilità della profondità dietro la linea difensiva, oltre a svolgere come spesso capita un egregio lavoro in disimpegno.
Soriano invece si è abbassato sulla linea mediana per aiutare un Dominguez a quel punto un po’ in difficoltà ( sostituito da un più energico Svanberg ), lasciando al solo Barrow prima e Palacio poi, l’onere della prima pressione.
Non mi soffermerei sulla prestazione di Tomiyasu perché, chi lo parametra solo quando subisce la fisicità di Lukaku o Ibra chiaramente vuol denigrare per partito preso, chi lo esalta per aver annientato Kalinic fa l’esercizio opposto: io mi limito a ricordare che è stato preso per fare il centrale e che il più delle volte lo fa bene, come ieri: in futuro, si spera, possa diventare un ottimo difensore, come da aspettative.
Tosco
Foto: Corriere dello sport.it