Forse per la prima volta ( almeno a mia memoria ), i 4 giocatori offensivi del Bologna hanno completamente “cannato”
la partita: demerito loro o merito di una linea difensiva tra le più toste d’Europa e certamente la più forte della serie A?
Parto da questo concetto per descrivere una partita in cui i rossoblu hanno fatto tremendamente fatica a
risalire il campo in palleggio o in conduzione palla ed è successo proprio per la cattiva giornata dei 4 giocatori dell’attacco che raramente deludono.
Discreto l’ inizio in cui i rossoblu, come sempre, hanno attaccato alto gli l’avversari costringendoli ad un corpo a corpo continuo che prevedeva accoppiamenti fissi soprattutto in mezzo al campo: Dominguez Bakayoko, Schouten Ruiz e Tomiyasu che accorciava su Martens ( già al quarto minuto il primo fallo del Giapponese avviene a 20 metri dalla porta di Ospina! ), lasciando Danilo in un pericoloso duello in campo aperto contro Osimhen che purtroppo ci costerà quella che si rivelerà la rete decisiva
Ma la poca incisività degli attaccanti ha, di fatto, vanificato il tanto lavoro di recupero palla in fase di pressing: i contrattacchi dei rossoblu, si perdevano
dopo pochi passaggi, per la poca fluidità non solo nel palleggio ma anche in conduzione palla, per i tanti fuorigioco di rientro di Palacio, sopraffatto poi fisicamente dai centrali avversari quelle poche volte che è riuscito a ricevere palla.
Barrow si è sacrificato in raddoppio su Lozano perdendo energie, Orsolini come spesso accade si è complicato la vita da solo e Soriano, pur tentando qualche conclusione a rete, non ha
offerto la solita prestazione nella risalita del campo palla al piede, aiutando poco il centrocampo nello smistare palloni giocabili.
Insomma, quando l’attacco non permette una uscita dinamica utile per conquistare la metà campo avversaria e occuparla con più calciatori costringendo gli avversari a ripiegare, diventa poi difficile tenere
gli uno contro uno di esterni così forti come quelli partenopei, pronti a puntarti con tanta puntualità e precisione negli ultimi 30 metri.
Inutile soffermarsi sulla prestazione di Denswil ormai indifendibile anche dal sottoscritto: temo che l’ex Ajax sia incompatibile per il calcio nostrano in cui l’attenzione e la applicazione sono utili quanto la tecnica che al numero 4 rossoblu non manca di certo, così come la fisicità: a me sembra proprio abulico,
al limite dell’indolenza.
Raramente mi espongo così negativamente su un
giocatore ma qui ormai è evidente che il calciatore olandese ha più di un problema e non è certo
la tecnica o la corsa o la fisicità, insomma urge riflessione visto che il mercato di gennaio non è così lontano così come decidersi cosa fare in mediana: se si ritiene Schouten il nostro vertice basso titolare, di fianco gli va cercato un altro compagno, perché tutti quelli che abbiamo in rosa non sono adatti
ad accoppiarsi con lui.
Il nostro centrocampo è lento, non strappa se non raramente con Svanberg, Poli e Dominguez sono dei passisti e l’olandese, seppur discreto nello smazzare palloni in recupero e in primo disimpegno, poi non offre più un appoggio in seconda costruzione o in rifinitura: in poche parole, una volta che ha recuperato palla partecipa in modo troppo scolastico e cadenzato all’azione, non arriva praticamente mai al tiro, non accompagna l’azione e ne rallenta spesso la fluidità.
Poi, per carità, abbiamo visto di peggio ma a centrocampo ci vuole altro, anche per aiutare la difesa oppure integrare con altro tipo di compagno attualmente non in rosa.
La parte finale del primo tempo e almeno venticinque minuti della ripresa hanno visto un Bologna in difficoltà come raramente accade: imprecisione nel palleggio
e negli appoggi, difficoltà nel contrastare il giropalla avversario e una tendenza allo scoramento per manifesta inferiorità; poi la scossa tattica di Sinisa
che, rivoltando l’assetto tattico passando alla difesa a 3, inserendo Vignato largo a sinistra, ha prodotto un buon finale di partita, che avrebbe meritato miglior fortuna nello specifico, e che avrebbe fatto recuperare un po’ di credito con la dea bendata ( che come sappiamo ci vede benissimo…): pareggiare
avrebbe dato certamente morale e avrebbe permesso di togliersi un po’ di quella rogna fastidiosa nel non vedersi mai nulla di restituito dalla malasorte.
Una annotazione, visto che siamo arrivati alla sosta con le ossa a pezzi e una classifica deludente: nell’ ultimo turno, per fare qualche esempio, lo Spezia aveva una decina di assenze, così come la Roma,
il Sassuolo e il Verona almeno una mezza dozzina e tutte queste hanno comunque messo in campo formazioni competitive, così come il Bologna.
Semmai diventa complicata la gestione dei cambi con rose accorciate dalle defezioni, ma sarà una situazione che prima o poi capiterà a tutti durante questa già travagliata stagione.
Nel caso degli scaligeri oltre alle tante assenze però anche un bel po’ di chiappe: il Milan, oltre a fallire un rigore, avrà avuto 10 occasioni da gol solo nella ripresa in cui sono stati letteralmente tritati dagli avversari e con il portiere Silvestri trasformato in Superman.
Ricordando che alla prima di campionato ha vinto 3 a 0 contro la Roma a tavolino, ecco che alcuni punticini in più in classifica cambiano, e di molto, la percezione
di quanto fatto; poi bravi loro eccetera, eccetera… ma se il Bologna avesse fatto quel secondo tempo lì
ditemi quante critiche avrebbe ricevuto, invece passa il messaggio che il Verona ha le palle: corrono, corrono tanto e poco altro, noi giochiamo e per me vale di più e non cambierei i loro punti con i nostri.
Per me il calcio è altro, è quello che fanno De Zerbi e Mihajlovic, Gattuso e Fonseca, ma anche Stroppa col suo dignitosissimo Crotone: giocare a calcio e non a chi corre di più.
Percorrendo la strada del gioco ne vieni sempre a capo, nel secondo caso ho i miei dubbi.
Tosco