Un Bologna capace di tutto!
Capace di recuperare per due volte lo svantaggio, soprattutto quello incassato in avvio di ripresa, che avrebbe ucciso una squadra di senza palle.
Capace di farsi scivolare addosso i torti di un VAR che a noi toglie (gol annullato a Svanberg all’Olimpico) e agli avversari regala (gol di Simeone ieri).
Capace di sopportare ancora un portiere avversario in vena di super parate, come Montipò a Benevento e Reina a Roma.
Capace di sopportare una serie di infortuni a raffica e di non avere mai un episodio fortuito favorevole.
Io che perdo la vista a guardare decine di partite a settimana, vedo risultati che cambiano per rigori quasi inesistenti, reti casuali, deviazioni involontarie, mentre noi dobbiamo sudarci tutto fino al 95′. In circa 60 partite di Mihajlovic, avremo vinto un paio di volte con un pizzico di fortuna, a Milano contro l’Inter (la prima della sua gestione) e in casa col Sassuolo, quando Destro segnò il gol vincente a tempo scaduto. Ma le gare che ci hanno detto male sono state almeno una decina, e non ricordo successi per un dubbio arbitrale a nostro favore (forse generosi i due rigori di quel Bologna-Chievo 3-0, cercando il pelo nell’uovo) o una ‘sbusonata’.
Tutta questa noiosa premessa per dire che Sinisa, fra le sue qualità, non ha certamente quella di essere fortunato, e deve pure sorbirsi una serie di personaggi che sull’1-2 lo avrebbero certamente voluto esonerare: tipi strani, bizzarri, che magari solo qualche mese fa lo osannavano come il nuovo Messia, come colui che aveva ridato ambizioni a Bologna, insomma una specie di guru (ah no, ‘il Guru’ era un altro…).
Io che invece non l’ho mai osannato, e anzi mi ero indispettito per il suo tentativo di accasarsi alla Roma, vedo che il suo Bologna gioca per lunghi tratti meglio degli avversari, va in gol con una certa regolarità, e per fare ciò si espone sempre molto. Ma quasi ogni partita è appunto giocata bene, con idee e qualità, e non cambierei per niente al mondo questa mentalità con nessun atteggiamento speculare o sparagnino da ‘primo non prenderle’.
Immagino che i criticatori seriali e i fini intenditori diranno che una volta in vantaggio si è finalmente ravveduto coprendosi con Denswil e alzando Hickey: cosa avrebbe potuto fare quando in panchina, dalla mediana in su, aveva dei giocatori col ciuccio in bocca? Se avesse avuto Santander o Sansone avrebbe fatto entrare uno dei due per Palacio, scommettete?
Fare le pulci ad un allenatore che sta facendo vedere questo tipo di calcio non solo è da sprovveduti ma soprattutto da presuntuosi. Oppure da veri intenditori che però, stranamente, fanno i fontanieri (con tutto il rispetto).
Venendo alla gara, due moduli in apparenza speculari (4-2-3-1), ma nel concreto con differenze rilevanti: più coperto quello dei sardi, che schierando Nandez in fascia volevano proteggere maggiormente la mediana (non a caso quando hanno inserito un vero esterno d’attacco come Ounas, così da somigliare a noi, ci hanno creato più di un grattacapo); come sempre spregiudicato e iper offensivo quello degli emiliani.
Per alcuni tratti la squadra di Di Francesco ha palleggiato meglio di un Bologna forse un po’ preoccupato dalla mancanza di risultati, e che sapeva di dover tenere il campo coi titolari il più possibile, stante le poche alternative in panchina. Ancora una volta, però, la gara l’hanno fatta i ragazzi di Mihajlovic, aggredendo in velocità e con un fraseggio rapido e tutto sommato preciso la difesa ospite, obbligandola a subire una ventina di tiri (come la Lazio, il Benevento, il Parma, insomma quasi sempre).
Per segnare ci sono volute due autentiche prodezze di Barrow (che ricordo costerà alla fine 19 milioni di euro ed è arrivato meno di un anno fa), oltre ad un gol di pregevole fattura del solito Soriano con bella rifinitura di Orsolini, in evidente crescita nella ripresa dopo un primo tempo disordinato (già che ci sono, ricordo anche che ‘Orso’ è stato pagato attorno ai 15 milioni).
Quando, giocoforza, Mihajlovic ha dovuto apportare alcune modifiche per la benzina finita di Palacio e Svanberg (saltato con estrema facilità da Zappa in occasione del raddoppio sardo), dalla panchina è arrivato il contributo sostanzioso di Dominguez (che ricordo essere costato una decina di milioni, acquistato meno di un anno fa come Barrow), bravo nel rubare palloni e ribaltare le azioni nel caotico finale di partita.
Insomma, ai fini del risultato sono stati determinanti alcuni di quei calciatori acquistati negli ultimi dodici mesi, come tanti altri, da una società accusata di essere immobile sul mercato (ma non si possono muovere ad ogni sessione decine di giocatori: non è il fantacalcio che si fa tra amici mangiando una pizza, coi soldini finti…).
Ogni tanto una ripassatina fa bene, così magari si è un pochino più precisi nel giudicare il mercato, anziché criticare perché non e arrivato il cambio di Palacio ed è stato ceduto Bani (anche qui, con tutto il rispetto). Se poi si pretendono gli Ibrahimovic o i Mandzukic, prego di appoggiare il fiasco: quelli li prendono la Fiorentina (coi soldi di Chiesa) o il Cagliari (coi soldi di Barella), forse…
Naturalmente si poteva fare meglio in sede di mercato, così come il sottoscritto oggi poteva scrivere un articolo migliore, ma sappiamo che a volte si fa quel che si può, e io sono vecchio e stanco per vivere in un mondo pieno di critiche negative e scetticismo a prescindere, e certe robe non riesco più a digerirle.
P.S.: da mercoledì 4 novembre alle ore 17 torna in onda la mia trasmissione. Si chiamerà C’era una volta il Made in BO e, se vi va, la potrete seguire sul canale 210 del digitale terrestre, e in streaming sul sito www.madeinbo.tv e sulla pagina Facebook Madeinbo. Scusate la marchetta.
Tosco