Virtus, ecco il primo stop italiano: al Pala Radi vince Cremona
Doveva arrivare, prima o poi. La prima sconfitta in Italia della Virtus pareva lontana o, quantomeno, non si pensava potesse coincidere con il match del Pala Radi di Cremona, ma così è stato. La Vanoli vince contro i felsinei, lo fa meritando a pieno i due punti e si lancia in classifica, raggiungendo l’ottava posizione nella graduatoria di LBA.
A fare impressione, tuttavia, non è l’insuccesso di Bologna, ma lo scarto che, per buona parte dell’incontro, i padroni di casa sono riusciti a mantenere sugli avversari: le Vu nere, infatti, si sono ritrovate anche a -21, inermi di fronte ad una serata perfetta della formazione lombarda. Il risultato finale parla di un -10, frutto del disperato tentativo di rimonta da parte dei ragazzi di coach Luca Banchi, terminato, però, con il tiro di Devontae Cacok del possibile -5, spentosi sul ferro durante il corso dell’ultima frazione di gioco.
Cremona imbriglia il gioco virtussino e non permette al pallone di girare velocemente quando sono gli ospiti ad attaccare: la fase offensiva della Segafredo non è fluida come accade di consueto e gli emiliani non riescono nemmeno ad appoggiarsi ai propri lunghi (su tutti Shengelia) per fermare il pallone in post basso, a causa del raddoppio sistematico ordinato da coach Demis Cavina su questa situazione tattica. Il problema principale per Bologna è rappresentato dalla mancata lettura del pick and roll centrale che coinvolge un membro del frontcourt della Vanoli e Golden, perno dell’area per i lombardi ed assoluto Mvp del match. La Virtus è spenta, stanca, sulle gambe, mentalmente non in partita, eppure, giocando appena quattro minuti ad una intensità accettabile, riesce a riportarsi rapidamente sul -7, partendo dal -21 citato in precedenza.
Si sa, il pubblico bolognese è esigente, nel calcio come nel basket, ma quello virtussino riesce in un miracolo ancor più incredibile: una squadra prima in Italia, nel gruppo in testa alla classifica in Eurolega e già campione di Supercoppa viene aspramente criticata, nonostante l’incontro con la Vanoli abbia rappresentato la seconda sconfitta in tredici gare tra tutte le competizioni. I felsinei non erano in giornata e venivano da un match molto impegnativo giocato solo quarantotto ore prima contro l’Anadolu Efes, per altro superato a pieni voti: il concetto da sottolineare è quello relativo alla pallacanestro offerta dalla Segafredo di Luca Banchi, godibile e moderna, nelle vittorie e nelle sconfitte. Nulla è da distruggere, bisogna solo costruire superando le difficoltà e le “giornate no”.
Da evidenziare, invece, al fine di fornire un quadro più generale della situazione e, all’interno di esso, cercare gli aspetti negativi della squadra, l’apporto non sufficiente di giocatori come Mascolo, Cacok e Abass, i quali dovrebbero rappresentare una certezza per il percorso nazionale della Vu nera, quando, invece, non sempre riescono a dare il loro contributo alla causa. Avere un roster lungo non è fondamentale per affrontare il tipo di stagione che si trova davanti la Virtus, ma decisivo, quindi ogni membro della compagine deve essere in grado di rendersi utile.
L’annata sportiva prosegue più veloce e severa che mai: fondamentale sarà farsi trovare pronti ad ogni incontro e pensare ad ogni gara come una singola battaglia, senza perdere, però, il filo conduttore che lega ogni match, vale a dire l’identità di gioco, primo segno particolare della carta d’identità di qualsiasi formazione.