
Virtus corsara, dopo Montecarlo espugnata anche Trento: finisce 75-90 contro l'Aquila Basket
La Virtus Bologna vince due partite fondamentali nell’arco di quarantotto ore e lo fa mostrando pregi e difetti di questo inizio stagione. Alla T Quotidiano Arena di Trento il punteggio finale dice 75-90 in favore dei bianconeri felsinei contro la Dolomiti Energia, al termine di un incontro di parziali e contro parziali, affrontato, a tratti, nella maniera giusta da entrambe le compagini.
In seguito ad una partenza molto decisa, la Segafredo si fa rimontare e, addirittura, sorpassare dai ragazzi di coach Paolo Galbiati, i quali, pagato lo scotto iniziale derivante dalla fisicità virtussina dei primi minuti, hanno difeso con forza ed attaccato la metà campo avversaria con le giuste spaziature. Le Vu nere allungano nuovamente nel terzo periodo, potendo contare su una grande profondità di roster e su un atteggiamento feroce al rientro dagli spogliatoi.
Questa partita, così come quella vinta contro Monaco in Eurolega, ci ha raccontato di una Bologna incisiva e mortifera nel collettivo, quando, cioè, riesce a giocare di gruppo ed a mettere sul parquet la bella coralità tipica delle formazioni di coach Banchi; al contrario, quando l’azione virtussina diventa meno fluida ed i felsinei devono affidarsi a soluzioni individuali, l’assenza di un giocatore risolutore ed il minor talento rispetto alla versione della Segafredo con Teodosic si fanno sentire, finendo per evidenziare alcune lacune, altrimenti quasi invisibili. E’ importante per la Vu che le spaziature in attacco siano giuste: il portatore di palla in punta deve dettare il ritmo, un esterno gli deve ronzare attorno, il terzo giocatore del frontcourt deve aprirsi in angolo oltre la linea del tiro da tre punti ed i lunghi devono dare verticalità, suddividendosi tra perimetro ed area. Nella metà campo difensiva, Banchi chiede, invece, ai suoi ragazzi di non far superare facilmente all’avversario la prima linea di pressione e di rimanere concentrati nelle altre zone di campo, non concedendo incursioni rapide al ferro e possibili tagli verso le plance.
Lo stesso allenatore ex Pesaro ha criticato la squadra nel post partita in quanto a concretezza in fase offensiva: se ci si avvicina molto spesso al canestro avversario, insomma, è lecito aspettarsi che il pallone finisca con altrettanta frequenza all’interno della retina.
Da segnalare, intanto, il momento d’oro di Shengelia, Cordinier e Hackett, ma anche i 6 punti in nove minuti sul parquet di Leo Menalo, il non più così giovane classe 2002 al quale, per un motivo o per un altro, non è mai stata data la possibilità di esprimersi al meglio. Il numero 24 della Segafredo, nonostante il suo ruolo marginale nel progetto 2023/24 di Bologna, si è perfettamente calato nei meccanismi della nuova guida tecnica e può essere importante anche a livello tecnico-tattico, non solo per concedere minuti di riposo al divino Toko, nel proprio “prime” personale del recente passato.
Gli aggiustamenti possibili in corso d’opera sono molteplici, ma, come detto, il tempo a disposizione dei bolognesi per lavorare è tanto. Nel frattempo, ci si gode una bella pallacanestro nei cosiddetti “momenti alti” della Virtus ed un’umiltà in sala stampa che non si vedeva da anni.