La Virtus ha le idee chiare: 1-0 Milano, ma la serie sarà lunga
La Virtus perde Gara 1 sul punteggio di 92-82 e, per il momento, non riesce a ribaltare il fattore campo.
Al Forum di Assago i bianconeri partono benissimo e si portano in vantaggio sullo 0-10: in questa fase di gara e, più in generale, durante tutto il corso del primo tempo, le vu nere propongono il loro gioco e riescono a mettere in pratica quanto preparato nell’ultima settimana di allenamenti, complicando, così, non poco la vita ai propri avversari. In quintetto partono Mickey e Shengelia, che, immediatamente, vanno ad accoppiarsi con Melli e Voigtmann, limitati in maniera importante nei primi venti minuti, grazie alla mobilità del numero 25 e 21 felsinei. In cabina di regia, Hackett si comporta molto bene contro Napier, porta pressione sullo statunitense quando i meneghini attaccano, fa valere la sua maggior fisicità e carica il numero 13 biancorosso di falli (ben tre dopo poco più di dieci minuti), ricevendo spesso in post basso e minacciando il pitturato dei padroni di casa. Cordinier e Abass vengono impiegati soprattutto in fase difensiva, al fine di svolgere un compito arduo e dispendioso, vale a dire arginare le enormi potenzialità di Shields: il francese ed il numero 55 rimangono concentrati, passano con forza su tutti i blocchi, seguono il loro diretto avversario e riescono, effettivamente, a limitarlo. Di contro, però, i due giocatori ospiti non riescono a dire la loro nella metà campo avversaria, poiché appositamente poco coinvolti dal piano gara ideato da coach Scariolo: in fase offensiva, Abass ed il numero 00 (sopratutto il secondo) hanno il compito di aprire gli spazi per le principali bocche da fuoco della Virtus, tengono poco la sfera tra le proprie mani, ma sono utili per attrarre parte della difesa meneghina nelle zone di campo che occupano e facilitare le ricezioni di Belinelli, Teodosic, Hackett e qualche altra individualità bolognese.
Come pronosticato alla vigilia del match, la Segafredo prova a tenere alto il ritmo e l’intensità e, quando può, attacca nei primi secondi dell’azione, impedendo all’Olimpia di schierarsi nella propria metà campo. I padroni di casa subiscono le idee tattiche delle vu nere e la loro messa in pratica, però, solo fino all’intervallo lungo: al rientro dagli spogliatoi, infatti, Milano riesce, finalmente, a variare il proprio gioco ed a trovare maggiori soluzioni offensive, a partire dalle figure di Melli e Voigtmann, i quali, a differenza di quanto accaduto nel primo tempo, riescono a colpire fronte a canestro da qualsiasi distanza, costringendo la difesa di Bologna ad allungarsi sul perimetro. Poco a poco, l’Emporio Armani allunga nel punteggio e spegne l’entusiasmo bianconero, grazie ad una difesa più aggressiva, alle super prestazioni di Hall e Napier ed alle tante soluzioni offensive, precedentemente citate.
Il primo atto della serie di finale scudetto è, quindi, dell’Olimpia, ma la Virtus c’è ed ha l’obbligo di crederci: il piano gara ideato da coach Scariolo ha funzionato per venticinque minuti e la Segafredo è andata in difficoltà a livello fisico solo nell’ultimo parziale, a dimostrazione del fatto, che, senza dubbio, i felsinei hanno tutte le carte in regola per giocarsi, fino all’ultimo respiro, il titolo. Un maggiore impiego in fase offensiva di Cordinier ed Ojeleye, segnali migliori da parte di Pajola ed una maggiore tenuta a livello fisico nell’arco dei quaranta minuti potrebbero permettere alla Virtus di conquistare Gara 2: resta solo da vivere il prosieguo di una serie, che si conferma poter essere lunga e combattuta.