Successo, sconfitte e malumori: la Virtus saluta Scariolo
Virtus Pallacanestro S.p.a. esonera coach Sergio Scariolo e l’assistente Andrea Diana.
La notizia è come un fulmine a ciel sereno in quella che è una calda mattinata di metà Settembre, a pochi giorni dalla prima competizione ufficiale della stagione, la Supercoppa Italiana. L’ormai ex capo allenatore della Segafredo saluta, quindi, le Due Torri dopo due finali scudetto perse, una sconfitta contro Brescia in finale di Coppa Italia, ma, soprattutto, in seguito alla vittoria di un Eurocup e due Supercoppe. Alla guida tecnica condivisa con la nazionale spagnola il merito di aver riportato i felsinei in Eurolega dopo quattordici anni di assenza e di aver permesso ai sostenitori della Virtus di godersi una bella pallacanestro: la quantità di soluzioni offensive e l’intensità difensiva di Bologna nella sua miglior versione hanno incantato il pubblico del capoluogo regionale e, senza ombra di dubbio, hanno rappresentato uno dei migliori basket d’Italia durante i playoff di Serie A1 della scorsa annata.
Senza volerci addentrare troppo nelle dinamiche che hanno portato Scariolo e le vu nere a separarsi, possiamo, però, provare a giudicare con occhio lucido (razionale, non lacrimante) e distaccato il comportante di ambedue le parti durante il corso di questa diatriba.
Da una parte la società bolognese, rappresentata, più nello specifico, dalle figure del patron Massimo Zanetti, dell’amministratore delegato Luca Baraldi e del Club Manager Paolo Ronci, la quale, sentitasi minata nella propria immagine e identità dalle ultime dichiarazione del coach, ha deciso di sollevarlo dal suo incarico, dall’altra uno dei più grandi allenatori di pallacanestro d’Europa, deciso a rimanere in bianconero al termine della passata stagione, ma determinato, a fine estate, a voler lasciare la barca. La Virtus, sapendo di avere una disponibilità economica tale da non poter concludere la sessione estiva di mercato con tanti nomi altisonanti e conoscendo il desiderio dell’allenatore di essere competitivo anche in ambito europeo con più di qualche “stella” all’interno del proprio roster, avrebbe, molto probabilmente, potuto esonerare prima la propria guida tecnica, magari proprio dopo la finale scudetto persa contro Milano, ma le valutazioni della dirigenza bianconera rappresentano solo una faccia della medaglia. Sergio Scariolo, dal canto suo, ha aspettato che finisse il periodo delle trattative per prendere una decisione riguardo la sua permanenza: chiariamoci, libero di farlo, a patto, però, di andarsene senza far passare la società come troppo tempestiva nelle scelte e disinteressata delle opinioni del proprio coach riguardo ai nuovi acquisti da fare. Sarebbero, quindi, state certamente più apprezzate, dimissioni maggiormente “silenziose”.
Non sappiamo cosa succederà nel futuro della Segafredo: secondo i principali insider di mercato italiani, in pole per la panchina virtussina ci sarebbe Luca Banchi, principale artefice di un autentico miracolo sportivo con la sua Lettonia, classificatasi quinta al recente Mondiale nelle Filippine, e ricordato in patria, tra gli altri motivi, per un playoff centrato con Pesaro, in seguito a più di due lustri di assenza del club marchigiano dalla fase più calda dell’A1.
La storia tra Virtus Segafredo Bologna e coach Sergio Scariolo volge, quindi, al termine con tanti punti di domanda, parecchie dichiarazioni contrastanti e la sensazione che la separazione sarebbe potuta essere gestita meglio da entrambe le parti.