Lacrime e Sangue
In questi giorni il dibattito attorno al Bologna non si smuove dai mancati rinnovi di Orsolini e Dominguez: la differenza delle due situazioni è talmente risibile che il concetto si può allargare praticamente a tutte le situazioni dei calciatori in scadenza.
I contratti per i calciatori mediamente giovani, vengono solitamente spalmati sui quattro massimo cinque anni (oltre i cinque non si può per regolamento), ma è anche vero che la media di permanenza di un giocatore in una squadra solitamente è inferiore, fatto salve alcune eccezioni.
Prendiamo i due nostri: Orsolini cinque stagioni e mezzo, 184 presenze, Dominguez tre stagioni e mezzo, 109 presenze; hanno ancora qualcosa da dare al Bologna?
Probabilmente poco.
Hanno ancora le stesse motivazioni di quando arrivarono?
Probabilmente no.
È giusto lasciar partire un calciatore quando questi chiede di essere ceduto anche per cercare nuovi stimoli oltre a contratti più remunerativi (che sono di per sé ulteriore stimolo)?
Direi di si, così come è normale che la società detentrice dei diritti debba cercare di trarre il massimo profitto in extremis.
Orsolini e Dominguez sono arrivati alla fine della loro esperienza a Bologna?
Il fatto che non abbiano firmato il rinnovo probabilmente è già di per se una risposta.
Si guarda avanti contenti del fatto che i due calciatori in questione, qui lasceranno senz’altro un buon ricordo: ragazzi seri, che hanno onorato la maglia finché c’è stato un contatto tra le loro motivazioni e quelle del club; oggi il contatto evidentemente non c’è più!
Tosco