Profumi in una notte di fine primavera
Nella Lecce di fine primavera solitamente i nasi salentini si inebriano del profumo di pesce fresco e del caffè Quarta, che invadono i vicoli del centro storico.
Da una settimana, però, in città persiste l’odore acre dei botti e dei fumogeni che senza sosta celebrano la permanenza in serie A della squadra di Baroni, dopo la vittoria in extremis a Monza.
Il rigore parato da Falcone prima, quello realizzato da Colombo poi, hanno fatto dei due giocatori gli eroi di questa salvezza.
Falcone e Colombo, insomma, come due uccelli sulle cui ali il Lecce ha preso il volo per rimanere nella massima serie.
È in questo contesto che il Bologna si presenta in Salento, a caccia di un successo che, complice la vittoria di ieri sera della Fiorentina a Sassuolo per tre reti a una, non significherà ottavo posto europeo. Ma, proprio per questo, la partita di Lecce, privata di ogni fragranza europea, acquisisce valore in quanto step di crescita ulteriore per la squadra.
Avere la voglia di essere bello, forte e, perché no, anche vincente, solamente per il gusto di farlo, è ciò che il Bologna deve avere per passare dallo status di sorpresa, a quello di certezza del campionato italiano.
Dopo una settimana tormentata sotto le due torri per le sue dichiarazioni pre Napoli, Thiago Motta in conferenza non ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche.
“Con il presidente condivido la soddisfazione per la bella stagione, che non è finita perché manca ancora una partita, e le ambizioni di fare sempre bene.
Se voglio restare? La cosa più importante è la linea generale del progetto tecnico, la mia priorità è la priorità del club. Non ho ricevuto nessuna richiesta da altre società.”
Tutto rimandato al prossimo incontro con il presidente Saputo, in cui Motta cercherà garanzie sugli obiettivi della prossima stagione e, di conseguenza, sul mercato.
L’incertezza sul futuro del mister non sembra aver turbato i suoi ragazzi nella partita contro il Napoli e probabilmente sarà così anche domenica sera al Via del Mare. Semmai, la vittoria della Viola ieri sera al Mapei Stadium potrebbe aver frenato l’entusiasmo della squadra e incidere sull’atteggiamento dei giocatori in campo.
“Spero che i risultati siano favorevoli al Bologna, poi non deve cambiare niente. Noi andremo a Lecce nello stesso modo di sempre, a fare la nostra partita e andare al massimo per finire questo campionato in maniera straordinaria.”, aveva dichiarato ieri Thiago Motta.
Nella Bologna di fine primavera ancora non si sono schiarite le nuvole che avvolgono il futuro di un mister, il quale, più di ogni altro negli ultimi anni, ha abbagliato con il suo gioco gli occhi dei tifosi rossoblù.
Decisivo e difficile sarà trovare un equilibrio tra le esigenze della società, di bilancio e risultati sportivi, e quella di carriera personale dell’allenatore, di avere una rosa in grado di far mostrare la qualità delle sue idee. Ma chissà che il profumo di pesce che si fonde a quello del caffè Quarta, in una fragranza barocca come i palazzi di Lecce, non spinga Thiago a vedere come possibile e persino stimolante un punto d’incontro all’apparenza complicato.
Quello che si augura la società e la stragrande maggioranza dei tifosi rossoblù è un Motta saldo sulla panchina di quella piazza che, più di ogni altra, ha creduto in lui poco meno di un anno fa.
Ma si sa: nel calcio la gratitudine è più difficile da trovare di un ago in mezzo alla intricata macchia mediterranea che colora la terra di Puglia e, a volte, solo la garanzia di annusare il profumo ambizioso d’Europa ha, come un filtro magico, il potere di legare a sé qualcuno.
Luigi Cervellati