Bologna-Lecce: il pre-partita
Non c’è tempo per rifiatare, di nuovo in campo per l’ennesimo turno di questa Serie A, precisamente l’undicesimo. Bologna e Lecce, quest’oggi di fronte, arrivano alla sfida con l’obiettivo di bissare le vittorie, rispettivamente, contro Cagliari e Verona nel turno infrasettimanale. I rossoblù hanno sfatato un tabù fino a quel momento eterno, andando a vincere sul campo dell’Unipol Domus a distanza di undici anni dall’ultima volta; i salentini, invece, hanno avuto la meglio sugli scaligeri davanti al proprio pubblico in un vero e proprio scontro salvezza.
Un lieve sospiro lo hanno tirato Dorgu e compagni, imbottigliati nei bassifondi di classifica nonostante i tre punti. Momentaneamente il Lecce sarebbe condannato alla cadetteria assieme a Genoa e Venezia, anch’essa vincitrice in settimana – sotto di due gol in casa con l’Udinese. Per i felsinei è stato fondamentale tornare a vincere, con la speranza che il detto “vincere aiuta a vincere” possa verificarsi al più presto, già a partire da oggi.
Italiano, soddisfatto della prestazione del Casteddu, si appresta ad inserire qualche novellino nelle proprie rotazioni tenendo presente come già mercoledì si ritornerà in campo in campo europeo. Una vittoria, davanti al proprio pubblico, che manca dal 1 aprile della passata stagione; in questo avvio i rossoblù non hanno mai perso, ma nemmeno vinto.
Troppi (anzi, solo) i pari: Udinese, Empoli, Atalanta, Parma in campionato, Shakhtar Donetsk in Champions League. Atalanta a parte, in cui comunque i petroniani si sono fatti ragguagliare solo al 90’ dalla prodezza di Samardzic, le altre partite “erano da vincere”. Tanto rammarico per via dei punti persi da situazione di vantaggio (a Genoa su tutte) in cui è mancata attenzione in fase difensiva per uscire dal campo con la pancia piena.
Oppure – vedi Parma – in cui il Bologna non è riuscita ad approfittare della superiorità numerica per praticamente un tempo di gioco senza mai rabbrividire la retroguardia ducale. Vincenzo Italiano nelle ultime uscite sembra aver trovato il bandolo della matassa e si chiama Jens Odgaard. L’ex viola si aspetta tanto da tutti (così come tutta la platea), da Dallinga a Karlsson, passando per Iling-Junior e Dominguez, per poi arrivare all’altalenante Orsolini e alla certezza Castro.
Un Castro parso meno in luce nelle ultime uscite, ma comunque il più positivo nel calderone degli attaccanti. Dicevo: Italiano ha assegnato ad Odgaard un ruolo più funzionale nello scacchiere iniziale e sembra aver dato abbondantemente i suoi frutti. Due gol in due partite da sottopunta, “continueremo a riproporlo lì” – ha esplicitamente dichiarato Italiano alla vigilia. Nota a margine di campo sono state le bellissime parole spese su Lollo (De Silvestri, s’intende) visto abbastanza movimentato dalla panchina dare indicazioni a tutti i suoi compagni. Italiano lo ha definito perfino “fin troppo legato alla maglia” – in senso buono -, sprona i compagni durante le sedute d’allenamento, si confronta con tutti e risponde sempre presente quando chiamato in causa (due vittorie su due con lui dal 1’, un talismano).
La gara di oggi, per certi versi, può somigliare a quella di martedì: Lecce e Cagliari sono due squadre rinunciatarie in termini di palleggio, e se relazionate con i rossoblù il dato viene accentuato ancora di più. La squadra di Gotti fin qui, a differenza della scorsa stagione, ha numeri preoccupanti per quanto riguarda il reparto offensivo: solo 4 i gol segnati dai salentini, due di questi in una singola partita. La cosa ancor più sorprendente è il fatto che in trasferta siano ancora secco, mentre in casa quando il Lecce ha segnato non ha mai perso (due vittorie e un pareggio).
In alcuni casi si è visto il Lecce arrembante della passata stagione; folle è stata la gara con il Parma, come folle è la squadra allenata da Gotti, fin qui non ancora completamente del proprio assetto. Spesso ha utilizzato un 4-2-3-1 così come il 4-3-3, a seconda del posizionamento di Dorgu a muovere le carte. Il classe 2004 è il pericolo numero uno, specialmente se involato in campo aperto. Con ogni probabilità verrà riproposto sulla linea della trequarti, con Gallo e Guilbert i laterali bassi e un centrocampo solidale con Ramadani a dettare ordini e ordine.
Il Bologna, invece, dovrà fare a meno dei soliti Erlic e Aebischer, oltre che di El Azzouzi e Lykogiannis, motivo per cui unica certezza è Miranda, più che positivo quando c’è da fare la partita nella metacampo avversaria. Negli ultimi anni tra Lecce e Bologna è stato un assolo al Dall’Ara (e non solo): dalla prima rete di Ferguson nel due a zero di due stagioni fa al poker dell’anno scorso con protagonisti Orsolini e Odgaard, quest’ultimo dalla panchina. Orsolini e Odgaard, i due terminali offensivi più determinanti nelle ultime due gare, in cui hanno collezionato tutte le marcature rossoblù.
Con il gol in terra sarda Riccardo Orsolini è diventato il miglior marcatore rossoblù in trasferta nell’era dei tre punti a vittoria: 29, al pari nientepopodimeno di Giuseppe Signori. L’ascolano – nonché capitano del Bologna periodicamente – è il pin per sbloccare Odgaard: i quattro gol del danese in maglia rossoblù sono arrivati proprio dopo il suo sigillo. Fischietto odierno affidato a Giuseppe Colludella sezione di Cagliari: non ha precedenti né con gli uni né con gli altri, per quanto vanti solo due presenze in Serie A, entrambe con il Monza – vittorioso – nella passata stagione.
Foto: Bologna FC 1909