La Virtus non esce dal tunnel: la quarta sconfitta consecutiva arriva contro la Stella Rossa
Real Madrid, Pesaro, Zalgiris Kaunas e Stella Rossa. La Virtus, in questa stagione, non aveva mai perso quattro sfide consecutive ed il fatto che questo record negativo sia stato battuto racconta perfettamente del momento attraverso il quale sta passando la formazione felsinea.
A Belgrado arriva, con ogni probabilità, la sconfitta peggiore degli ultimi due mesi: la compagine di coach Banchi non riesce mai a prendere in mano le redini dell’incontro, si fa battere tatticamente e non dà mai l’impressione di poter sbancare la Stark Arena. L’insuccesso del trentunesimo round di Eurolega differisce da tutte le altre mancate vittorie dell’ultimo periodo su parecchi punti, poiché contro il Real Madrid la Virtus si era giocata tutte le sue carte, cedendo il passo nel finale alla squadra che, probabilmente, alerà la coppa a fine stagione, mentre in occasione delle recenti trasferte di Atene e Kaunas gli emiliani erano riusciti a domare gli avversari nel primo tempo, subendo un calo fisico evidente durante il corso del terzo parziale. Per la prima volta in assoluto, quindi, in una fase decisiva dell’annata sportiva targata Segafredo, manca del tutto la prestazione.
Sin dalle prime battute, le Vu nere mostrano difficoltà nel limitare le principali armi dei biancorossi di Belgrado, vogliosi di placare le contestazioni del proprio pubblico e di tornare a vincere nella massima competizione continentale. La formazione di coach Ioannis Sfairopoulos sorprende la Segafredo variando il ritmo di gioco durante le varie fasi della diatriba: nel primo tempo, l’intento dei padroni di casa è quello di creare buoni tiri per i propri centri, serviti ripetutamente nei pressi delle plance con “lob” o schiacciate a terra, mentre dopo l’intervallo lungo sono gli esterni a rendersi protagonisti alzando l’intensità, accettando di correre in transizione offensiva e colpendo da oltre l’arco. In questa ottica, Bolomboy merita, senza alcun dubbio, una menzione ed il premio di Mvp dei primi venti di gara: il numero 21 ex Olympiacos si carica la squadra sulle spalle, batte Mickey e Dunston nella lotta interna al pitturato e segna parecchi canestri importanti, i quali garantiscono alla Stella Rossa di rimanere attaccata nel punteggio e, in qualche occasione, di accumulare piccoli gap di vantaggio. Teodosic e Nedovic rappresentano, grazie al loro immenso talento ed alle loro qualità al tiro pesante, gli altri due volti decisivi per la compagine serba, entrambi al rientro dopo un periodo difficile per via di qualche acciacco.
In fase offensiva, Bologna si appoggia quasi esclusivamente su Toko Shengelia, autore di una grande prova, ma lasciato solo dai propri compagni e costretto ad un extra sforzo per crearsi buoni tiri partendo dal post basso; Belinelli e Lundberg contribuiscono con la balistica, ma la varietà di soluzioni in attacco è troppo scarna per la Virtus, che non riesce mai a muovere a sufficienza la retroguardia avversaria. La cura del pallone deve necessariamente tornare al centro dell’attenzione per la compagine di Luca Banchi, la quale, quantomeno adesso, non ha la freschezza e la lucidità fisica per gestire i possessi senza regalarne ai propri dirimpettai; la circolazione della sfera ha sempre rappresentato uno dei dettami chiave del gioco della Segafredo e non è un qualcosa da cui i bianconeri possono prescindere, non avendo all’interno del proprio roster un giocatore in grado di cambiare le partite dal palleggio.
Il capo allenatore virtussino decide di ruotare a dieci uomini, nonostante le difficoltà atletiche e fisiche di tutto il team, e questo non può che rappresentare un punto di analisi: Ante Zizic non viene mai proposto sul parquet, al netto di evidenti difficoltà nel gestire i lunghi avversari da parte di Mickey e Dunston, perciò il numero 41 di Bologna non può contribuire alla ricerca di maggior sicurezza nella “rim protection”, enorme problema del primo tempo. Lo stesso Ognjen Dobric, utilizzato undici minuti, non ha avuto lo spazio che, forse, credeva di essersi meritato dopo il grande avvio nel match di Kaunas: Luca Banchi ne ha parlato nel post partita, dichiarando che l’ex capitano della Stella Rossa non ha ancora raggiunto una forma fisica tale da permettergli di aiutare davvero la squadra a cambiare le sorti di un qualsiasi incontro. Le decisioni nette della guida tecnica toscana possono essere ritenute, quindi, quantomeno opinabili: vedremo come ruoteranno gli interpreti felsinei contro Brescia e Panathinaikos nel corso della prossima settimana.
La Virtus sta vivendo il momento più complicato della propria stagione e ha bisogno di ritrovare Hackett e Cordinier, oltre che forma fisica e lucidità nelle scelte. Il calendario si fa sempre più duro da affrontare, le avversità non mancano, ma la squadra ha voglia di combattere e di rimanere unita, anche e, forse, soprattutto dopo aver acquistato un giocatore in grado di concedere riposo ai principali volti del roster ed incidere sulle gare come Rihards Lomasz, la cui crescita rappresenta la notizia migliore delle ultime settimane virtussine.