La Virtus alle prese col tabù Pireo: i bianconeri sprecano una grande occasione, vince l'Olympiacos
“Per vincere una partita come questa trenta minuti non bastano, bisogna giocarne quaranta eccellenti.” Quale miglior descrizione per raccontare Olympiacos-Virtus. La Segafredo gioca per tre quarti, scompare al rientro dagli spogliatoi e regala la vittoria ai biancorossi di casa, i quali, al netto del risultato appena citato, mettono le freccia e sorpassano, raggiungendo la quinta posizione in coabitazione con Fenerbahce e, proprio, Virtus.
La Segafredo approccia il match con l’atteggiamento corretto e si mostra fin da subito molto aggressiva: la pressione sul perimetro degli esterni felsinei disturba la prima costruzione degli ateniesi, privi, per la verità, del proprio primo playmaker, Thomas Walkup, assente per infortunio, mentre in fase offensiva il pallone gira rapidamente ed i bianconeri pescano spesso i propri lunghi per semplici soluzioni al ferro. Nei primi venti minuti di gioco, i padroni di casa reagiscono alle mosse tattiche studiate dallo staff virtussino, il quale, dopo aver preparato l’incontro nella maniera corretta, ruota bene i propri giocatori, dando spazio sotto le plance a Zizic, autore di un grande primo tempo, Dunston, più rapido nei movimenti di Fall, e Mickey, il migliore in campo dei suoi fino all’intervallo ed in grado di fungere da ala grande come da riferimento centrale all’interno del pitturato. I biancorossi del Pireo si muovono di conseguenza, alternano le migliori individualità a propria disposizione, nonostante, in fin dei conti, solo Canaan riesca a dare un reale e notevole contributo nella metà campo offensiva, chiudendo con 9 punti all’attivo i suoi primi venti di gioco.
Le due formazioni tornano, poi, negli spogliatoi per riflettere riguardo a quanto accaduto fino alla seconda frazione, tuttavia, appena iniziato il terzo quarto, l’Olympiacos mostra subito una faccia diversa: l’aggressività e l’intensità dei ragazzi di coach Bartzokas cresce esponenzialmente con il trascorrere del tempo, la Vu nera fatica and avvicinarsi ai ferri avversari e la condivisione del pallone smette di essere al centro del pensiero bianconero, con determinati singoli focalizzati esclusivamente sul trovare il canestro, senza curarsi del gioco corale e della costruzione di sistema. Il risultato sono cinque soli punti messi a referto il tutto il terzo parziale, tre dei quali conquistati dalla linea della carità, mentre i padroni di casa, tramite pick and roll, tagli verso canestro e buone percentuali al tiro, ne segnano venti, finendo per trovarsi in vantaggio di sei lunghezze all’ultima sosta. Durante il corso dei terzi dieci minuti, arriva, con ogni probabilità, il più grande errore di gestione degli uomini nel match da parte di coach Banchi: la guida tecnica toscana, infatti, decide di lasciare sul parquet per otto minuti un Daniel Hackett applicato nella propria metà campo, ma spento in attacco ed incapace di creare soluzioni alternative per i compagni, mentre Alessandro Pajola, nonostante l’ottimo primo tempo, rimane in panchina.
Il quarto periodo viene gestito dai padroni del campo, anche se non con poche difficoltà: è in questa fase della diatriba che la Virtus se la gioca ai punti, combatte e ricuce il gap accumulato dagli avversari con un quintetto prettamente difensivo, ricco di individualità specialiste del lavoro in retroguardia come Pajola, per l’appunto, e privo di “scorers” come Belinelli. Il capitano della Segafredo rimane in panchina durante i minuti decisivi del match, le Vu nere arrivano fino al -6, poi devono cedere il passo alla maggior qualità e concretezza degli avversari, i quali chiudono la questione con due triple a firma Papanikolaou e Peters.
Importante per Bologna, come già detto in altre occasioni, ripartire da ciò che di buono si è visto per trenta minuti, mentre dovrà far riflettere le mancanza di continuità nella singola partita, già evidenziata in questa stagione di Eurolega; i felsinei sono finalmente riusciti a mettere in ritmo Ante Zizic, pescato con maggior frequenza rispetto agli incontri precedenti, hanno rivitalizzato Jordan Mickey, dal quale, per la verità, hanno ricevuto ottime risposte anche nello spot di “quattro”, e hanno compreso, forse una volta per tutte, che condividendo il pallone e non dando punti di riferimento alle retroguardie avversarie le gare diventano più semplici. Da segnalare, inoltre, l’ottima presenza sul parquet delle ali piccole alternative ad Isaia Cordinier, vale a dire Dobric e, solo per l’ultimo quarto (secondo errore di Banchi?), Abass: il serbo e l’italiano hanno dato un grande contributo difensivo al team bianconero, con l’ex capitano della Stella Rossa in grado anche di colpire ripetutamente nella metà campo avversaria.
La Virtus è, ora, attesa da un big match come quello contro Milano. Domenica, alle 18:15, le due compagini più forti d’Italia scenderanno in campo alla Segafredo Arena per la più classica delle diatribe degli ultimi anni: felsinei e meneghini saranno provati dagli impegni continentali, ma si daranno battaglia per ottenere un successo potenzialmente decisivo in ottica fattore campo ai play off di fine stagione.