La speranza nell'insuccesso: la Virtus perde lo scudetto
La Virtus ha perso. Gara 7 si conclude sul punteggio di 67-55 e Milano vince il trentesimo scudetto della sua gloriosa storia, assicurandosi la terza stella sulla canotta della prossima stagione.
Non riescono a completare l’opera i ragazzi di coach Scariolo, che, in ogni caso, cadono a testa altissima e con qualche certezza in più. L’ultimo atto di una serie combattuta ed estenuante per le due compagini si potrebbe raccontare in maniera dettagliata, con analisi tecnico-tattiche approfondite, ma farlo coprirebbe quel velo di magia, che queste “Finals” hanno dimostrato di avere. La Segafredo, esausta dopo sei match di finali scudetto, non riesce ad esprimere la propria pallacanestro, si fa schiacciare dalle idee, sopratutto difensive, di coach Messina e perde, giocando, forse, la peggior partita dei suoi playoff: i bianconeri non riescono ad attaccare l’area avversaria, i propri lunghi vengono cancellati dai pari ruolo meneghini e, per di più, le percentuali al tiro da oltre l’arco raccontano di un 25%, rendendo impossibile strappare una vittoria in trasferta in un match decisivo. L’Olimpia non colpisce con precisione dalla lunga distanza, ma controlla il proprio pitturato e trova in Datome una bocca da fuoco quasi infallibile, certamente meritevole del titolo di Mvp delle finali; il maggior talento e la maggior abitudine dei padroni di casa a questo tipo di incontri si fanno sentire ed incidono in maniera importante sull’esito di Gara 7, rendendo vana ogni speranza della Virtus di conquistare il proprio diciassettesimo titolo italiano.
Ce lo si poteva aspettare, direbbe qualcuno (compreso il sottoscritto), ma la verità e che quando arrivi a giocarti una partita del genere credi sempre di poter fare qualcosa in più, di poter coronare un sogno, tenuto in grembo per tutta una stagione. E invece vince la squadra più forte, più talentosa, più avanti nel proprio percorso e nel proprio progetto, più concreta, più abituata a giocare partite di questo livello e a giocare ottanta partite in un’annata sportiva e perde quella che, per riassumere, sette anni fa disputava il campionato di Serie A2, mentre Milano arrivava prima in regular season di A1 e faceva l’Eurolega.
Per Bologna, in seguito alla conclusione di questa serie, inizia un altrettanto lungo percorso, durante il quale sarà necessario prendere decisioni sul futuro della società e della squadra, possibilmente senza interrompere un progetto tecnico avviato nell’estate 2021 con l’arrivo in panchina di coach Sergio Scariolo. Proprio del contratto dell’allenatore bresciano e della sua permanenza si tratterà nei giorni a venire e, a partire da ciò, la dirigenza bianconera inizierà a costruire la Virtus versione 2023/24, che giocherà, con ogni probabilità, la massima competizione europea per club e punterà, per il quinto anno consecutivo, alla vittoria del campionato.
Tralasciando ogni tipo di gossip di mercato, ogni voce, ogni pettegolezzo tipico dei portici, al termine della stagione sono da mettere in luce il percorso fatto dalla Segafredo, il gioco espresso dalla squadra durante i playoff ed un gruppo che, finalmente, ha trovato la propria identità cestistica. Da qui, da queste basi, bisogna ripartire.