La rassegna di Warriors Ep.1 - La nuova Italia di Spalletti e la furia di Gasperini
Primo episodio de “La rassegna di Warriors” e già due allenatori al centro dell’attenzione.
Tra i vari articoli, che si possono leggere questa mattina sui principali quotidiani, due in particolare hanno catturato l’attenzione dello scrivente ed entrambi trattano di guide tecniche, in maniera, però, totalmente differente.
Su La Gazzetta Dello Sport viene proposto un interessante pezzo, a cura di Fabio Licari a pagina 10, riguardo alla nuova Italia di mister Luciano Spalletti, subentrato al neo c.t. dell’Arabia Saudita Roberto Mancini: il toscano, fresco di vittoria dello scudetto con il Napoli, sta disegnando, in questi ultimi giorni, la nazionale azzurra a sua immagine e somiglianza, in vista della prima finestra di qualificazioni ai prossimi Europei della stagione 2023/24 e lo sta facendo a partire dai concetti di gioco e dai compiti affidati ad ogni giocatore. Si riparte dal 4-3-3 di Mancini, interpretato, però, in modo diverso: in fase di non possesso, infatti, il nuovo mister chiede grande aggressività e riconquista rapida del pallone, tramite una sorta di 4-4-2 in cui la mezz’ala più avanzata viene affiancata al centravanti, mentre la fase offensiva vede entrambi i terzini alzarsi e spingere sulle fasce, con l’esterno più tecnico (probabilmente Di Lorenzo) che occupa spazi anche all’interno del campo. L’altra soluzione offensiva vedrebbe la mezz’ala inserirsi con insistenza, arrivando così ad una sorta di 4-2-3-1. Vedremo di che pasta saranno fatti i nostri Azzurri, a partire, naturalmente, dal match di Sabato contro la Macedonia del Nord, valido per la prima giornata del Gruppo C di EuroQualifiers.
Se Luciano Spalletti risulta posto al centro di tematiche prettamente tattiche, Gian Piero Gasperini viene messo alla gogna da tanti suoi ex giocatori, transitati da Bergamo negli ultimi anni. A scatenare il putiferio una dichiarazione tutt’altro che banale di Joakim Maehle, neo acquisto del Wolsburg, riportata nell’articolo di Patrick Iannarelli a pagina 17 del Corriere dello Sport Stadio: “All’Atalanta l’allenatore decideva tutto, non c’era libertà. Anche se vivevo in un bel posto ed il tempo era bello, non avevo il tempo di godermelo perché passavamo tantissimo tempo al centro di allenamento.” Demiral conferma tramite i propri canali social (“E’ tutto vero.”), Timothy Castagne spende, direttamente da Leicester, qualche altra parola sull’allenatore italiano (“Il suo metodo non sempre mi andava bene. E’ un allenatore che si arrabbia molto velocemente, che ha molti problemi a controllarsi.”) ed ecco che le parole di Pierluigi Gollini nel giorno della sua presentazione con la Fiorentina (“Sono andato via per problemi personali con una persona.”) assumono improvvisamente un senso.
Come si chiuderà la questione? Probabilmente con un “ognuno per la propria strada”, come si usa dire, ma intanto fateci osservare l’Italia di Spalletti, perché l’Europeo si avvicina ed il gioco è da privilegiare, forse ancor più del mero risultato.