Impresa Virtus: Efes battuto, ora c'è il Baskonia per andare ai playoff di Eurolega
L’apoteosi del gioco di Luca Banchi, la coralità di un collettivo più unito che mai, il miracolo sportivo.
La Virtus Segafredo Bologna supera l’Anadolu Efes ad Istanbul e va a giocarsi l’accesso ai playoff di Eurolega sul campo del Baskonia. I bianconeri portano a termine un’impresa, la quale, in seguito alle sette sconfitte consecutive subite dalla Vu nera nella massima competizione continentale, non pareva potesse rivelarsi raggiungibile; i rossoblù turchi, di contro, arrivavano da cinque successi di fila ed avevano la possibilità di giocare la prima gara ai play in davanti al proprio pubblico, forti, come detto, di un momento stagionale positivo e di un roster certamente più qualitativo rispetto a quello dei felsinei.
Come spesso capita in queste situazione, però, Davide sconfigge Golia e, di conseguenza, lo scalpore che si viene a creare raggiunge livelli mai nemmeno sfiorati con il pensiero: “La dinastia dell’Anadolu due volte campione d’Europa è finita!”, si è letto da qualche parte nel post partita, e ancora “Larkin e Clyburn non sono niente senza Micic!”. Fatta eccezione per questa ultima castroneria, nonostante non si possa decretare la fine di un ciclo vincente con un solo evento, la Segafredo ha, in ogni caso, messo dei dubbi all’ambiente Efes, i quali potranno essere risolti solamente in seguito ad accurate valutazioni.
La Vu nera, da sfavorita, disputa un match meraviglioso: gli emiliani scendono in campo con l’atteggiamento corretto, mostrano, fin dalle prime battute, aggressività, cattiveria agonistica e non danno mai l’impressione di poter uscire dalla gara, ma, al contrario, ne gestiscono addirittura l’andamento in alcune sue fasi. L’Efes parte fortissimo grazie ad un Will Clyburn da 17 punti nei primi minuti (5/5 da oltre l’arco), ma la Vu nera non demorde, ricuce immediatamente un -11 e ripropone il punto punto sul quale, poi, si svilupperà tutto il match; il secondo parziale racconta, così come il terzo, di una Bologna estremamente applicata nella propria metà campo, i cui interpreti sono quasi tutti appartenenti alla “second unit” (Pajola, Abass, Polonara e Zizic), mentre nella frazione di gioco decisiva la scelta dell’allenatore bianconero è quella di riproporre alcuni dei volti principali della Virtus in Eurolega, come Shengelia e Dunston, abbinandoli ad individualità che, fino a quel momento, avevano trascinato la squadra.
Le scelte della guida tecnica rappresentano, di certo, la principale tematica da analizzare: lo spazio concesso ad Abass, Zizic e Polonara consente a questi talenti di esprimersi su entrambi i lati del campo, garantendo grande varietà di soluzioni in fase offensiva e solidità in difesa, mentre i singoli più esperti sono utili per traghettare il team alla vittoria, grazie al peso specifico delle loro prestazioni. Da segnalare, senza dubbio, anche l’accoppiamento ordinato da coach Banchi per limitare le doti del migliore in campo, almeno durante il corso dei primi dieci minuti, vale a dire Will Clyburn: la guida tecnica felsinea affida proprio ad Abass il compito di rendere la vita difficile al numero 12 di casa e l’ex Brescia risponde presente, non facendosi mai cogliere impreparato, fuori posizione o disattento.
Il successo bianconero, come scritto in apertura, è corale, frutto, cioè, di un lavoro di gruppo, di una pallacanestro funzionale e di sistema, in grado di mettere in ritmo tanti giocatori diversi, vogliosa di ricercare, in ogni azione, la miglior conclusione possibile, regalando al palcoscenico ed agli occhi degli spettatori un protagonista differente per ogni circostanza; le richieste di Luca Banchi sono esaudibili quando lo stato fisico e mentale della squadra è ottimale e non contemplano soluzioni estemporanee: contro l’Anadolu Efes si è vista una squadra vogliosa di lottare, abnegata e fissa sul proprio obbiettivo, incapace, dunque, di avvertire qualsivoglia sintomo di stanchezza o flessione, e questo ha permesso a Bologna di completare l’opera.
Venerdì, dalle 20:30, i ragazzi emiliani sono attesi da un’altra battaglia, un’altra finale, questa volta contro un club che, da nemmeno una settimana, è riuscito a superare la Virtus in terra felsinea. Sarà diverso in questa circostanza? Una risposta certa non può essere data, ma, senza dubbio, la Segafredo venderà a caro prezzo la propria pelle, seguendo i dettami tattici imposti dallo staff tecnico e mantenendo viva la propria identità, perché cosi fanno le squadre che vogliono compiere imprese e cambiare le proprie stagioni.