Il Real è troppo per tutti, la Virtus crolla a Madrid
“E’ quasi una squadra NBA”, ha detto qualche addetto ai lavori nel descrivere il Real Madrid di quest’anno. La corazzata di coach Mateo non lascia feriti sul campo di battaglia e supera agilmente anche una compagine in forma come la Virtus Bologna, grazie al proprio talento in fase offensiva e ad una difesa da big match.
La Segafredo deve ripartire dall’impegno messo sul campo dai padroni di casa nell’affrontare l’incontro, sintomo dell’alta considerazione che Llull e compagni hanno dei felsinei: in un match senza storia, sono i piccoli dettagli gli appigli ai quali aggrapparsi per non abbattersi e questo è certamente uno di quelli.
Nel primo parziale, l’unico punto a punto, gli ospiti provano a seguire il loro piano gara e quanto preparato durante la settimana: per le Vu nere arrivano canestri da dentro l’area in seguito a tagli verso le plance, Tavares viene chiamato sul perimetro tramite pick and roll centrali o pick and pop e la difesa stringe le proprie maglie per quelle che sono le sue possibilità. Alla prima sosta, la Virtus conduce 26-27 nel punteggio, avendo subito qualche ribaltamento da campione di Campazzo e la fisicità dello stesso Tavares sotto le plance, abile nel farsi trovare all’interno dello smile con i tempi giusti e nell’alzare la parabola per evitare eventuali stoppate da parte dei bianconeri.
Il secondo parziale è la vera discriminante dell’incontro in favore dei capitolini iberici: Bologna inanella una serie di palle perse consecutive che, inaspettatamente, portano la truppa di Luca Banchi a deconcentrarsi, calare di intensità ed attenzione e ad uscire mentalmente dal match. All’intervallo lungo, le palle perse per gli ospiti nel solo secondo quarto saranno dieci, frutto della poca cura nel trattamento della sfera da parte, in particolare, di Pajola, Hackett e Lundberg, forse, il più negativo dei suoi. I palloni regalati ai padroni di casa aprono troppo il campo, corso nella giusta maniera dal Real, che punisce in transizione e contropiede. Da questo momento in avanti, Madrid, che riesce a potarsi sul +16 a fine secondo periodo, gestisce il gap di vantaggi accumulato sui felsinei, potendo ruotare tanti giocatori ed affidarsi a diversi interpreti; la Vu, dal canto suo, tenta di riaprire la gara, ma ormai è troppo tardi.
Belinelli e compagni reagiscono, memori delle pesanti sconfitte subite nella passata stagione, e rientrano fino al -12, tuttavia non riescono a dare la zampata decisiva per tornare sotto la doppia cifra di svantaggio, complice il lavoro dei padroni di casa, riattivati dalla propria guida tecnica e determinati nel non farsi recuperare. L’incontro termina sul punteggio di 100-74, scarto, probabilmente, fin troppo pesante per la pallacanestro offerta dalla compagine virtussina, in fin dei conti, deconcentrata solo per dieci minuti abbondanti.
Il mestiere di coach Banchi dovrà necessariamente portarlo a lavorare sul DNA psicologico di questa squadra, caratterizzata dal bel basket offerto, ma anche dalla mancata continuità nel seguire il piano gara prestabilito, quantomeno in alcune gare. Sarà importante ripulire il gioco, senza dimenticare di metterlo il pratica per tutti i quaranta minuti dell’incontro, senza che, alle prime difficoltà, i giocatori perdano la concentrazione o la fiducia nei propri mezzi.