Il pre-partita di Bologna-Fiorentina
Oggi volgerà al termine una delle settimane più impegnative nella storia recente del Bologna. Dopo il pari con la Juventus allo Stadium e il punto conquistato in terra lusitana con il Benfica, i rossoblù completeranno l’operazione ospitando la Fiorentina in casa questo pomeriggio. Assimilabile alla settimana infernale della passata stagione quando, in appena sette giorni, i ragazzi di Thiago Motta ebbero la meglio su Atalanta e Roma in campionato, intervallate dalla vittoria in Coppa Italia contro l’Inter ai supplementari a San Siro. Oggi la situazione è diversa, nonostante la media-punti di Italiano sia esattamente la stessa: 22 punti guadagnati in 14 gare di campionato.
Chi, invece, ha alzato il tiro è proprio la Fiorentina del neotecnico, Raffaele Palladino, capace di cambiare il volto di una squadra indietro anni luce rispetto a quella di adesso. L’ex Monza, infatti, ha optato per una linea difensiva a 4 anziché a 3 a partire dalla sesta giornata, nonostante avesse appena ottenuto la prima vittoria in campionato ai danni di una Lazio in stato di grazia. L’audacia però, ha premiato fin da subito, ottenendo un solo pari a fronte di 8 vittorie consecutive (se si conta solo il campionato). A queste non va dimenticato che i viola disputano la Conference League (non certamente la Champions), che permette ampie rotazioni come in occasione della goleada di giovedì contro la formazione austriaca del Lask. In quell’occasione si è visto il lavoro difensivo richiesto da Palladino: pressione sul portatore di palla nella propria metà campo da parte del tridente offensivo.
Segnale di come sia mutato il modo di difendere dei viola: più corta e compatta in zona palla, a cui è richiesto grande sacrificio sia agli esterni che alla seconda punta (Beltran il più delle volte), lasciando il solo Kean “alto” per allungare la squadra. Questo permette di arretrare il proprio baricentro, a differenza di quanto faceva e fa ancora Vincenzo Italiano, avvantaggiando la coppia Comuzzo-Ranieri nei duelli, la loro miglior dote. Questa analisi non consegna necessariamente il pallino del gioco agli avversari, lo testimonia il numero di palloni riconquistati, seppur in una diversa fetta di campo.
Se in campionato i toscani stanno sorprendendo, in Conference stanno rispecchiando le aspettative, rientrando tra le prime otto a fronte dei dodici punti maturati nelle cinque uscite stagionali. E pensare che in estate la Fiorentina ha rischiato di non partecipare, affidandosi ai soli penalty nel doppio confronto con l’Accademia Puskas. Nel valzer delle panchine estive, Vincenzo Italiano ha lasciato una grossa eredità senza, però, aver ottenuto alcun trofeo nelle tre finali disputate nel triennio viola. Vuoto colmato da Raffaele Palladino, con Italiano che ha dovuto soccombere a sua volta all’eredità concessa da Thiago Motta.
L’apporto di Italiano è stato impattante fin dall’inizio, curato maggiormente strada facendo; quello di Palladino è stato parallelo all’exploit dei nuovi arrivati, Moise Kean su tutti. L’attaccante italiano, infatti, sta vivendo il picco della sua carriera, dopo anni marginali in maglia bianconera, intervallata dai grandi numerini in terra parigina. A vivere una seconda giovinezza ci sta pensando il numero uno, David De Gea, considerato da molti oramai un ex calciatore dopo esattamente un anno lontano dal terreno verde. Da portiere a portiere, perché non è da meno neppure Lukas Skorupski, autore di una prestazione sensazionale nella notte infrasettimanale di Champions, i cui tre interventi decisivi gli sono valsi il titolo di uomo-partita.
Sul tema portieri è intervenuto uno dei migliori portieri italiani di sempre, Gianluca Pagliuca, il quale si è voluto complimentare con entrambi, definendoli i più decisivi dell’intera Serie A. De Gea e Kean sono i più emblematici, ma se si entra nel vivo dell’intero organico curiosi gli innesti eseguiti da Pradè in estate, affidandosi alle “seconde linee” delle tante big in cerca di rivalsa. Tutti innesti arrivati negli ultimi giorni di calciomercato, per via dei prezzi al ribasso e di un campo più ristretto su cui puntellare. Gosens (ex Inter), Cataldi (ex Lazio), Kean (dalla Juventus), De Gea (emarginato dal Manchester United), Adli (ex Milan) Bove (ex Roma). Per quest’ultimo, oggi fuori pericolo, c’è stata parecchia apprensione qualche settimana fa quando appena quindici minuti dopo l’inizio della gara, si è accasciato sul rettangolo verde dopo un malore accusato in seguito a una botta rimediata qualche minuto prima al costato. Il mondo dello sport, per una volta, si è riunito attorno al ragazzo, vincente nella battaglia più importante: quella della vita. Ritornando ai talenti arrivati con il mercato estivo, Gundmundsson e Colpani, trascinato con sé dalla Brianza ma non ancora al massimo della forma.
In casa Bologna, invece, il mercato sta macinando a rilento, anche se le prove di Holm e Pobega stanno convincendo e non poco il tecnico dei felsinei. Chi fatica a decollare è il centravanti olandese, Thijs Dallinga, ancora labile sottoporta, a fronte del discreto lavoro nel cucire e venire incontro. Prova più che determinante anche per Casale in Champions, dopo esser stato massacrato e mai più schierato dopo l’errore di Genoa. Dulcis in fundo, l’esordio di Corazza e la caparbia prestazione del capitano, Lewis Ferguson, pronto al reintegro completo dopo aver digerito il lungo infortunio.
Chi invece vorrebbe essere della gara, ma è costretto ad assistere dalla tribuna è Riccardo Orsolini, uno che negli ultimi precedenti è risultato spesso e volentieri decisivo contro la compagine viola. Infatti, nelle ultime 4 sfide di campionato, l’ascolano è andato a segno due volte, risultanti cruciali per le vittorie finali. Al Dall’Ara il presente parla chiaro e si tinge di rossoblù: la passata stagione nella notte di San Valentino con i telefonini illuminati sotto le note di Lucio Dalla, l’annata precedente quando il Bologna, cappeggiato da Luca Vigiani in attesa dell’arrivo di Motta, sconfisse la Viola in rimonta con le reti di Barrow e Arnautovic.
La costante: Vincenzo Italiano nella panchina della Fiorentina; Fiorentina in grado di interrompere la cavalcata proprio dei rossoblù in Coppa Italia ai rigori, con l’errore di Posch che ancora grida vendetta. L’austriaco non siamo certi possa aver modo di riscattarsi, in quanto il lieve affaticamento accusato nei minuti conclusivi di Benfica non dà garanzie di vederlo dal 1’. Chi non riesce a recuperare per tempo è Miranda, a differenza di Lykogiannis che si candida per una maglia fin dalle battute iniziali; Castro davanti nelle gerarchie a Dallinga, Freuler e Lucumì rientranti dopo essersi riposati in quel del Da Luz. Bologna-Fiorentina non è mai una sfida qualunque, decorre una lunga e storica rivalità in seguito ad un’esplosione fatta esplodere ai danni dei tifosi del Bologna, accorsi numerosi a sostenere la propria squadra. Da lì, l’astio è cresciuto sugli spalti e si è tramutato anche in campo: l’Appennino di mezzo e terreni confinanti.
Ecco Bologna-Fiorentina, che lo spettacolo abbia inizio.
Foto: Bologna FC 1909