E' impresa Virtus: rimonta sull'Olympiacos e secondo posto in Europa
“Non è successo davvero”, ripetono nella loro testa i tifosi della Virtus. E ancora, “Non può essere reale in un mondo normale”. Ecco, forse il punto è proprio questo: la Segafredo di Luca Banchi non vive in un mondo normale, non viaggia alla stessa velocità degli altri, si distingue dalla massa.
I bianconeri felsinei battono il temibile Olympiacos, portano a termine un’incredibile rimonta e, nella stessa notte, mettono le mani in solitaria sul secondo posto, sfruttando l’inaspettata sconfitta di Barcellona a Berlino contro l’Alba. La Vu nera, rientrata dagli spogliatoi con un -12 accumulato nei primi venti minuti di gioco, mette sul campo la propria identità, voglia di vincere, anima, ma soprattutto cuore ed è in questi quattro concetti che, forse, si può spiegare quanto sta accadendo sotto le Due Torri da Settembre.
Nel corso dei primi due parziali, la Virtus soffre fisicità e talento avversari: i biancorossi del Pireo riescono subito ad imporsi, grazie alla presenza in area di Fall e Milutinov ed all’enorme talento di alcuni singoli sul perimetro. La formazione ateniese, tanto è ampio il gap fisico con l’avversario, non ha nemmeno bisogno di particolare precisone da oltre l’arco per toccare il +13 e, successivamente, andare all’intervallo sul 28-40: il pallone viene molto spesso recapitato all’interno del pitturato, dove i due lunghi sopracitati hanno tutte le carte in regola per spazzare via qualsiasi essere umano crei loro difficoltà nell’avvicinarsi al ferro, mentre Peters, Brazdeikis, Larentzakis e Petrusev dimostrano di avere polpastrelli morbidi, letture di gioco e punti nelle mani. La Segafredo, dal canto suo, non approccia al match nella maniera corretta: la prima linea difensiva non è così aggressiva da disturbare la prima costruzione degli ellenici, l’attenzione sui tagli verso le plance degli avversari non è quella giusta, mentre nella metà campo offensiva i bianconeri sbagliano tiri semplici e ravvicinati, non riuscendo nemmeno a rimediare da oltre l’arco.
Al rientro dagli spogliatoi, complice un calo vertiginoso a livello di intensità, concentrazione e produzione cestistica da parte dell’Olympiacos, la gara prende binari diametralmente opposti: le Vu nere riescono a catturare più rimbalzi, a chiudere l’area e non consentono più ai propri avversari di raggiungere facilmente il ferro; Belinelli inizia a segnare dalla lunga distanza ed i padroni di casa rientrano nel punteggio. Luca Banchi decide, poi, di affidarsi a qualche riserva di lusso, come Abass e Dobric, e concede spazio a Cacok, il quale porta energia e fisicità alla causa. La compagine felsinea trasforma il match in un punto a punto all’ultimo tiro, Dobric riesce, finalmente, ad essere incisivo anche grazie al tiro da oltre l’arco e gli ellenici si ritrovano addirittura in svantaggio. La partita, alla fine, la vince Daniel Hackett, grazie ad un pallone rubato dalle mani di Walkup, due punti in sospensione dalla media distanza ed uno sfondamento preso nella metà campo difensiva, ma tutta la squadra di coach Banchi deve essere considerata assoluta protagonista di quella che può a tutti gli effetti essere definita un’impresa.
La Virtus supera anche l’Olympiacos e si proietta verso un futuro molto più roseo rispetto alle aspettative di inizio stagione, mantenendo una chiara identità di gioco e pescando dal cilindro un protagonista diverso ad ogni occasione.