Due overtime per cambiare la propria storia: la Gara 4 senza senso di Virtus e Milano
E’ una battaglia, lo sapevamo. Nei giorni che hanno preceduto Gara 4 vi avevamo parlato del dovere da parte delle due squadre di essere essere “sporche” e concrete per portarsi a casa quanti più match possibili, avevamo raccontato di vere e proprie lotte sportive, che nessuno aveva mai detto sarebbero state facili da vincere per la Virtus, ma quanto accaduto nella serata di venerdì alla Segafredo Arena, quello no, non avremmo mai potuto prevederlo.
La Segafredo archivia il quarto atto della serie di finale scudetto con un successo dal valore inestimabile, soprattutto a livello psicologico: i bianconeri superano l’Olimpia Milano, in seguito a due tempi supplementari, dopo essersi fatti recuperare ben diciotto punti negli ultimi minuti del quarto quarto, rendendo, quindi, vana ogni speranza di incredibile vittoria in rimonta, la quale, al quarantottesimo minuto di gioco, ancora albergava nell’animo dei meneghini. Dal punto di vista mentale, aver portato a casa una battaglia del genere può rappresentare una spinta ulteriore per i felsinei, in vista di una Gara 5 che si preannuncia caldissima ed emozionante.
Al netto di ogni statistica esistente, vi sono tre aspetti fondamentali da mettere in luce sponda Virtus: la capacità dei padroni di casa di arrivare a +18 a pochi istanti dalla sirena finale del quarto periodo, la rimonta incredibile subita in due minuti ed il comportamento positivo di tutti i giocatori nei due overtime. Le vu nere giocano una grande gara per trentotto minuti, difendono con estrema aggressività, limitano le principali bocche da fuoco avversarie, obbligandole ad isolarsi e tentare conclusioni da distanze proibitive ed attaccano di squadra, coinvolgendo ogni individualità presente sul parquet di gioco e seguendo i dettami tattici di coach Scariolo, ma tutto ciò non basta: la concentrazione della Segafredo cala nel momento più positivo del match, quando Belinelli segna la tripla del +18 bianconero, e l’Olimpia rientra in gara, grazie a quattro triple consecutive. Da tenere, per Bologna, in ottica partita di lunedì al Forum, la pallacanestro espressa fino al trentasettesimo, la prova positiva (finalmente) di Ojeleye e Pajola, la grande convinzione di Mickey sotto le plance, la leadership tecnica ed emotiva di Hackett, Teodosic e Belinelli e la difesa; da migliorare, invece, la tenuta psicologica nell’arco di tutti i quaranta minuti, poiché anche qualche istante di distrazione può essere decisivo contro una compagine di campioni come Milano. La vu nera, dopo aver subito il parziale dell’Emporio Armani nel finale di tempi regolamentari, ha troppa fretta di rialzarsi e chiudere l’incontro e commette errori banali, perdendo qualche pallone sanguinoso e correndo troppo velocemente nella metà campo avversaria: in questo modo, i meneghini hanno la possibilità di recuperare subito la sfera e colpire con triple in transizione, esattamente ciò che coach Scariolo ha sempre cercato di evitare contro i campioni d’Italia in carica. L’atteggiamento della Segafredo nei tempi supplementari, però, torna ad essere positivo ed i bianconeri ripartono dal loro gioco ragionato, dal post basso di Hackett, conquistandosi dei tiri liberi ed appoggiandosi ai lunghi sotto le plance: sono queste la maturità e la concretezza, che ogni tifoso virtussino ha sempre preteso dalla propria squadra.
Domani si torna in campo, la serie si sposta nuovamente nel capoluogo lombardo e saranno tanti i temi da affrontare, nelle prossime ore, legati al quinto atto della lotta al titolo: la stanchezza delle due squadre, la condizione psicologica di Milano, in seguito alla sconfitta di Gara 4, la spinta emotiva su cui, al contrario, potranno contare i felsinei e, naturalmente, l’impostazione che Ettore Messina e Sergio Scariolo decideranno di dare all’incontro.
Inizia, tra poco più di ventiquattro ore, una nuova sfida per le due compagini, al meglio delle tre partite, partendo dal 2-2 attuale: chi avrà la meglio ancora non lo sappiamo, ma ci divertiremo, questo è certo.