C’era una volta la Virtus senza tattica, quella non in grado di leggere la condizione fisica ed il gioco del proprio avversario, quella inerme di fronte a qualsiasi situazione le si ponesse davanti, quella con “due schemi” soltanto.
Quella stessa Virtus, senza tattica ed incapace di leggere il campo, ha vinto, meritatamente, Gara 1 delle semifinali scudetto contro la terza forza del campionato, al netto della regular season, ossia Tortona. I piemontesi sono stati spazzati via da una Segafredo superiore sotto ogni punto di vista: i ragazzi di coach Scariolo hanno dominato a livello fisico, atletico, tecnico e tattico, chiudendo l’incontro con ventitré punti di scarto a proprio favore, sull’84-61.
Per onor di cronaca, però, bisogna specificare come la Bertram non fosse nella sua miglior condizione nemmeno alla vigilia della gara contro i felsinei: il Derthona, infatti, a livello di salute fisica, da qualche settimana a questa parte, non è più caratterizzato dalla brillantezza di metà stagione e non pare essere avvicinabile neanche alla versione di sé stesso di fine Maggio scorso. La scelta di coach Scariolo e del suo staff, certamente casuale, è stata quella approfittare delle difficoltà avversarie, preparando l’incontro (soprattutto la fase offensiva) su chiari e semplici concetti, da mettere in pratica fin dal primo minuto: se la Bertram fatica a tenere il passo dei giocatori felsinei, a questi ultimi viene richiesto di penetrare, se Daum e Cain non sono nel loro miglior momento stagionale, Jaiteh, Mickey e Shengelia vengono spesso serviti in post basso, o, più in generale, nei pressi del ferro, e così via. La Virtus, insomma, come quasi tutte le squadre, studia l’avversario ed imposta la gara in base alle caratteristiche di quest’ultimo.
Rischioso, senza alcun dubbio, l’accoppiamento Teodosic-Macura quando sono i padroni di casa a dover difendere, ma, alla fine, la scelta di coach Scariolo paga, poiché il numero 55 del Derthona segna, ma non quando conta davvero per tenere aperta la sfida. Rischioso anche correre così tante volte in transizione, muovere la sfera velocemente, attaccare nei primi secondi dell’azione, ma l’allenatore della Segafredo, avvertendo la stanchezza degli ospiti, ordina ai suoi (sia lunghi che esterni) di attaccare il ferro con rapidità e questa soluzione permette a Bologna di prendere un bel margine nel punteggio.
La Virtus senza tattica si prepara ad affrontare il secondo atto della serie contro una Bertram sulle gambe da tempo: solo il campo potrà smentire o confermare quanto detto fino a questo momento su entrambe le compagini, bisogna solo essere pronti ad ascoltare la risposta.