Aston Villa-Bologna: il pre-partita
Si torna a viaggiare in giro per l’Europa: stesso Paese, meta differente. In Inghilterra, dunque, ma questa volta sponda Birmingham dai temutissimi Peaky Blinders. Il Bologna, dopo un avvio di stagione difficoltoso, è chiamato a dare una brusca accelerata ora che il calendario è fitto di impegni. A Genova, dopo aver tenuto il controllo della partita per un lungo tratto, ecco il patatrac: il doppio errore di Casale ha di fatto annullato il doppio vantaggio e i felsinei sono tornati a casa con un solo punto. C’è tanto rammarico, poiché, al di là del balzo in avanti in classifica, sappiamo cosa significa per una squadra lavorare con il morale alto e preparare al meglio una gara allettante come quella di oggi senza alcuna pressione. Un pari che, invece, comporta ansie, paure e frenesie di risultati, latitanti al momento.
Dall’inizio della stagione, il Bologna si è visto raggiungere in ben cinque occasioni, portando a casa solamente una vittoria a fronte di quattro pareggi. Oltre a questi, il mancato squillo vincente con il Parma nonostante la superiorità numerica e la sciagurata prestazione di Como, livellata dalla perla nel finale di Iling-Junior. E poi c’è la Champions, nella quale il Bologna ha raccolto un solo punto spartito tra due ottime prestazioni – specie quella di Anfield. In quel contesto, però, un Bologna da sogni non è bastato, il valore tecnico dei Reds è stato troppo superiore, come spesso accade in questo tipo di competizione. Ed è perfino paradossale pensare che l’Aston Villa faccia parte della stessa fascia dei rossoblù, avendo un roster che vale più del doppio.
I Villans, momentaneamente, sono una delle 7 corazzate a punteggio pieno in questa edizione della Champions, in cui diverrà un requisito fondamentale perfino la differenza reti. Ed ecco che allora i Lions (così chiamati per il caratteristico leone dorato che spicca sullo stemma) sembrano andare a nozze: 4 reti fatte, 0 quelle incassate tra Young Boys e Bayern Monaco. In caso di vittoria, peraltro, i Villans eguaglierebbero il record di vittorie consecutive in Champions League (3), ragguagliando quello del 1981.
La squadra allenata da Unai Emery ha una storia “ballerina” alle sue spalle; certo è che il blasone non manca. Nata nel 1875, la società bordeaux-celeste è stata tra i padri-fondatori della Premier League, vincendola per ben sette volte e detenendo il record di partecipazione al campionato alle spalle solamente dell’Everton. E poi… la Coppa dei Campioni proprio nell’annata 1981-82 sotto la guida di Tony Barton: una delle sei inglesi a riuscirci nella storia. Una storia fatta di alti e bassi, si è toccato il fondo – come in occasione dell’ultima retrocessione solamente 8 anni fa – per poi darsi la spinta giusta per arrivare ai risultati maturati oggigiorno. Dopo tre anni di cadetteria, la scalata: una diciassettesima, un’undicesima, una quattordicesima e una settima posizione, fino al meraviglioso quarto posto dello scorso campionato.
Un ritorno nelle Coppe a distanza di oltre dieci anni, sotto la guida di un maestro come Unai Emery. Il tecnico spagnolo è il vero e proprio Re delle Coppe – seppur di rango inferiore – avendola conquistato per ben tre volte con il Siviglia e una con il Villareal, una volta tornato in terra iberica. I tanti successi in campo europeo hanno convinto la società di Birmingham a pagare la clausola rescissoria nel 2022, quando venne chiamato in sostituzione di Steve Gerrard. La grandezza di un risultato sta nel replicare e mantenere ciò che è stato fatto (in questo caso lui stesso creato), ed è proprio ciò che viene riconosciuto in questo Aston Villa: non più underdog, bensì punto fermo.
I Villans occupano le posizioni più alte in Premier League e non perdono dal 20 di agosto, quando i Gunners di Mikel Arteta – complici gli episodi – riuscirono a farla franca. Non solo, l’Aston Villa è una formazione che non è stata stravolta in estate e per giunta sembra che in questo inizio abbia messo in luce gli uomini di maggior affidamento. Un sistema rodato e che funziona perfettamente, con gli incastri giusti e poche rotazioni in termini di interpreti. A questi vanno aggiunti i recuperi di Onana, titolarissimo, Kamara e addirittura Matty Cash, al suo esordio in Champions League dopo l’infortunio appena digerito. Il terzino polacco ha esplicitamente elogiato il suo diretto avversario (Riccardo Orsolini), avendolo perfino periziato accuratamente. Assieme a lui, parole convinte anche del tecnico iberico, il quale – a differenza di un Arne Slot forse troppo burbero – ha fatto intendere come porti assoluto rispetto ai rossoblù, protagonisti di una classifica bugiarda.
Unai Emery si ritrova di fronte lo stesso Iling-Junior che soltanto pochi mesi fa fu “scartato” per mancate certezze sul suo utilizzo. Scambio di opinioni e rispetto reciproco, con l’inglese pronto a farlo ricredere: “Abbiamo deciso insieme che la cosa migliore sarebbe stato trasferirmi altrove, spero di ricevere una calorosa accoglienza”. “Se segno non esulterò; o meglio, forse un pochettino” – ha concluso poi. Un messaggio divertente e simpatico, a cui ha fatto seguito un intervento del centrale olandese, Sam Beukema, prima di lasciare spazio a Vincenzo Italiano. Il tecnico del Bologna ha mostrato vicinanza e positività al gruppo-squadra ed è convinto che i risultati prima o poi arrivino, questione di tempo e mentalità, senza dimenticare però il peso degli avversari.
Un Aston Villa capace di ribaltare l’immediato svantaggio nell’ultimo turno di campionato: alla rete subita dopo appena cinque giri di lancette, Rogers prima, Watkins e l’autogol di Diop poi hanno regalato l’ennesimo successo agli ospiti. La peculiarità dei ragazzi di Unai Emery è quella di attirare a sé gli avversari, per poi trovare il tracciante alle spalle del centrocampo per poi sprigionare tutto il potenziale con quelle quattro pedine lì davanti. Quella di Fulham è stata una partita caratterizzata dagli episodi, che per fortuna o sfortuna – a seconda che dir si voglia – fanno parte della sfera globale.
Ripercorrendo i precedenti dei Rossoblù con le inglesi – del quale si ricorda il più recente solo qualche settimana fa – va rimembrato il doppio confronto perso con il Fulham nella Coppa Intertoto del 2002, non prima della sconfitta con il Leeds nella finale della Coppa delle Fiere del ’67 e dei tre successi negli altri grandi palcoscenici. Il Bologna manca all’appuntamento con la rete in questo tipo di competizione da tre sfide; qualora non dovesse arrivare neppure alla quarta diverrebbe la prima a distanza di undici anni dall’ultima volta. In tal caso fu dell’Austria Vienna il record negativo. Oggi il Bologna tornerà a risentire la musichetta della Champions League, e tornerà a farlo in Inghilterra dove il Villa Park si appresta ad essere un fattore determinante in difesa dei suoi beniamini. Non mancherà, però, nemmeno la spinta dei supporter rossoblù, accorsi in massa e con un sold-out di tagliandi al nastro di partenza.
Foto: Bologna Fc 1909