Castro fa sognare i tre punti, ma Samardzic riporta tutti coi piedi per terra: pari tra Bologna e Atalanta
Vittoria sfumata sul finale tra mille difficoltà, ma questo non rende la partita meno amara. Bologna e Atalanta si spartiscono il bottino in palio al Dall’Ara, pareggiando per 1-1 la sfida del sabato sera di Serie A. Santiago Castro la sblocca nelle prime battute del primo tempo, mentre sul finale dello stesso la rete di Lazar Samardzic regala agli orobici un punto meritato, togliendone due ai felsinei tanto a lungo desiderati. Nel mezzo l’espulsione pesantissima di Jhon Lucumí, che di fatto mette alle corde i rossoblù fino poi a capitolare con la rete del serbo.
Il punto aiuta a muovere la classifica e a mantenere attiva la striscia di risultati utili consecutivi, ora a quota cinque tra campionato e Champions League. La partita del Bologna però è stata generosa, di battaglia: tutti si sono spinti al massimo delle loro potenzialità per mantenere il risultato. Questo potrebbe costringere la squadra di Italiano a pagare dazio nella trasferta di Liverpool, prossimo appuntamento di stagione dei felsinei.
Per quanto riguarda la partita, il primo tempo è intenso. Le squadre si temono e rispettano. I ritmi sono alti, degni di una sfida tra due compagini di caratura europea. I protagonisti in campo si studiano e solo intorno al quarto d’ora cominciano ad arrivare le prime occasioni da gol. Lookman ha sui piedi la chance del vantaggio ospite, ma la spaccata di Skorupski gli nega la rete. Dall’altra parte è Orsolini a sprecare l’uno contro uno in area avversaria, preferendo calciare addosso al difensore, piuttosto che tentare l’assist per l’accorrente Castro. Nel complesso però regna l’equilibrio, tecnico e tattico, tra le due formazioni in campo, per un giusto pari alla fine dei primi 45’.
Nel secondo tempo però Castro fa saltare subito il tavolo. L’argentino infatti spalle alla porta si libera di Djimsiti, evita il rientro di Koussounou e con un interno destro piazza la sfera sul palo lontano dove non può arrivare Carnesecchi. Un colpo da campione per sbloccare il risultato e far vibrare il Dall’Ara. La gioia però è passeggera e dura appena sei minuti. Lucumí tentenna su un passaggio semplice negli ultimi venti metri bolognesi, incespicando sul pallone e facendoselo rubare da De Ketelaere. Il colombiano prova a rinvenire sul belga, ma va a fermare fallosamente la corsa dell’avversario. Chiara occasione da gol, con fallo fuori dall’area, la risultante è l’espulsione diretta per il sudamericano.
Con un Bologna in dieci, l’Atalanta si riversa in avanti nel finale. Pressione alta e pallone ribaltato tra le due corsie per cercare di evidenziare l’uomo in meno e il lato debole dei felsinei. Oltre a questo, Gasperini si gioca tutti i carichi possibili dalla panchina, in una sequenza di cambi che vanno ad aumentare sensibilmente il potenziale offensivo orobico. Italiano reagisce a queste sostituzioni rinunciando sempre più a interpreti offensivi, chiudendo di fatti con 6 difensori veri in campo.
Nonostante tutte queste mosse, il fortino bolognese sembra poter sopravvivere a tutto, mentre l’Atalanta centra ben due legni con Bellanova e Samardzic poi. Alla fine a far capitolare i rossoblù è proprio il serbo ex Udinese: bravo a crearsi lo spazio e a disegnare un arcobaleno meraviglioso che supera Skorupski dopo una bellissima traiettoria a giro, decretando l’1-1 finale.
Le statistiche di fine partita sono impietose nei confronti del Bologna e non vale la pena nemmeno di snocciolarle. L’espulsione di Lucumí di fatto toglie dalla partita la squadra di Italiano in termini offensivi. Tutte le voci infatti raccontano della superiorità orobica, merito dei quaranta minuti circa vissuti costantemente nella metà campo bolognese. Vale la pena giusto citare gli expected goals, per dare una dimensione delle occasioni da gol create dall’Atalanta: i felsinei infatti combinano per appena 0,18 xG, mentre i nerazzurri lavorano per un totale di 2,48 xG.
Di questa partita al Bologna rimane la delusione per i due punti persi e tutta la fatica messa in campo per cercare di mantenere il vantaggio. Il bicchiere non va visto però mezzo vuoto. La stella di Castro sembra brillare sempre più e il test atalantino è stato un degno avvicinamento alla trasferta più importante, in termini di blasone, degli ultimi 60 anni di calcio bolognese. La squadra rossoblù non è in Champions League per caso e in questa partita ha dimostrato di valere la massima competizione continentale, nonostante il cambio in panchina dell’estate.