Nella notte dell’ex Motta, Bologna tradito solo dagli episodi: allo Stadium è 2-2 all’ultimo respiro
È difficile lamentarsi quando si pareggia in trasferta la Juventus, eppure questo Bologna sembra avere il pieno diritto di farlo. I rossoblù pareggiano per 2-2 all’Allianz Stadium al termine di una partita dove hanno domato e messo in gigantesca difficoltà i bianconeri di Thiago Motta. Non solo questo, la Juventus si è salvata solo grazie a una rete last-minute di Mbangula, spinta dagli episodi, anche arbitrali, che le hanno permesso di evitare la caduta davanti ai propri tifosi. Se il belga infatti realizza il pareggio, Koopmeiners accorcia le distanze, dopo lo splendido doppio vantaggio rossoblù firmato da Ndoye nel primo tempo e Pobega nella ripresa.
Italiano non ha nulla da recriminarsi per la sfida dello Stadium, solo un pizzico di sfortuna. L’esatto contrario invece di Thiago Motta, che nonostante l’espulsione per proteste, può festeggiare per un punto strappato alla sua ex squadra. A partire dalle scelte dell’undici titolare, sono due le principali sorprese nella formazione emiliana: Holm come terzino e in diagonale dall’altro lato del campo Dominguez come esterno di sinistra in trequarti. Il resto della squadra è quello delle previsioni pre-gara.
La partita sembra indirizzarsi fin da subito sui binari giusti per il Bologna. Il palleggio juventino è elementare e prevedibile, mentre le verticalizzazioni emiliane sanno sempre mettere sotto stress Gatti e compagni. Gli accoppiamenti difensivi dei rossoblù sembrano funzionare in ogni zona di campo. In particolare Lucumí insegue Koopmeiners a tutto campo, togliendo ossigeno a uno dei cervelli juventini, mentre Beukema ha il compito di controllare da vicino Vlahovic. Sugli esterni è una lotta senza quartiere tra Holm e Weah a destra, con lo statunitense spesso costretto a ripiegare per contenere lo svedese; tutto questo mentre Miranda rimane molto bloccato a contenere le sgasate di Conceiçao.
Uno dei pochi difetti di questo avvio di stagione dei bianconeri è il problema infortuni e questa piaga sembra colpire nuovamente al quarto d’ora, quando l’ex di serata Cambiaso è costretto a lasciare il campo per un problema alla caviglia, al suo posto entra Rouhi. Il cambio obbligato dei bianconeri è il segnale per Dan Ndoye di fare sul serio. Lo svizzero appare in palla fin da subito e quando si trova di fronte il classe 2004 comincia lentamente a fare la differenza, fino a quando il tocco illuminante di Holm alla mezz’ora non mette proprio l’elvetico solo davanti a Perin. In passato si è criticata molto la scarsa precisione negli undici metri dell’ex Basilea, ma questa non è una di quelle occasioni: con un destro potente infatti il numero 11 spedisce il pallone sotto l’incrocio e festeggia il vantaggio bolognese.
I più si aspetterebbero in questo momento una reazione da parte dei padroni di casa, ma in realtà questo non succede. Il Bologna è bravissimo a narcotizzare il match, facendo montare il nervosismo in casa bianconera, fino all’espulsione di Thiago Motta. Al rientro dopo il primo tempo la magia felsinea non sembra essersi esaurita. Allo Stadium è un monologo bolognese, dove il possesso bianconero è sterile, mentre sono gli ospiti a gestire i ritmi di gioco, tanto che in avvio di secondo tempo, il colpo di tacco di Castro illumina la via della porta a Pobega. L’ex Milan ringrazia e solo davanti a Perin fa 0-2 per gli emiliani.
È una festa rossoblù quella allo Stadium. Con due reti il Bologna sembra aver cancellato anche l’episodio al 25’ del primo tempo, quando Kalulu aveva steso Odgaard solo davanti a Perin, in un intervento ai limiti del rosso per aver fermato una chiara occasione da gol, poi non assegnato né da Marchetti, né dal Var. Tutto sembra andare per il meglio, quando la Juventus, quasi casualmente, al 62’ riapre la gara. Fuga a destra di Conceiçao, su cui chiude bene Miranda: fa male però Dominguez, che lascia spazio a Danilo in sovrapposizione. Il brasiliano, libero, mette in area il pallone perfetto per Koopmeiners, che realizza la sua prima rete bianconera.
Con il gol segnato, ci si aspetterebbe un assedio juventino per il finale di gara, ma niente di tutto questo accade. Certo i bianconeri detengono a lungo il pallone, ma non riescono quasi mai a mettere in difficoltà Skorupski. Non sembra nemmeno configurarsi la possibilità di un rush finale bianconero, perché i cambi sembrano dare nuova linfa agli emiliani, che riguadagnano metri e campo nei minuti conclusivi. I bianconeri reclamano un rigore su Mbangula, ma il contatto con Holm è davvero minimo e veniale, con tanto di tuffo finale a non ingannare nessuno. Al contrario invece ha molte più ragioni il Bologna a reclamare il rosso su Koopmeiners, quando questi pesta in pieno la caviglia di Ndoye. Marchetti fa fatica a malapena a sanzionare il fallo, mentre in sala Var la revisione decide di non punire, di nuovo, i bianconeri.
Alla fine la decisione di mancata espulsione si rivelerà determinante per la partita, perché nei minuti di recupero, uno stanco Miranda sbaglia la misura del passaggio per Iling Jr. e apre al contropiede bianconero. Savona recupera la sfera e serve Vlahovic. Il serbo sbatte contro l’ottimo rientro di Beukema e allora sceglie di offrire a Mbangula il pallone, quest’ultimo ringrazia, e dal limite lascia partire un perfetto destro a giro che beffa il Bologna per il 2-2 finale.
Come si può analizzare l’andamento di una gara di questo giro, quando è chiaro che negli episodi chiave la sorte non ha mai sorriso ai rossoblù. I felsinei giocano alla pari sotto ogni punto di vista contro una squadra che fa del possesso e predominio tecnico e territoriale il proprio punto di forza. Thiago Motta lo si conosce e i suoi dettami da Bologna a Torino non sono cambiati. Italiano invece ha disegnato lo scacchiere perfetto per rispondere colpo su colpo ai bianconeri e l’andamento dell’incontro gli stava dando pieno merito. Due possibili (molto probabili) rossi non estratti e due reti nate da errori individuali: la lettura sbagliata di Dominguez e il passaggio fallito da Miranda.
In termini statistici la partita è molto equilibrata: la Juventus vince il duello per il possesso palla 54% contro il 46% bolognese. I bianconeri si passano la palla di più e meglio con 354 passaggi riusciti (81% di precisione), contro i 285 felsinei (78% di precisione). Nonostante il palleggio inferiore, è il Bologna ad avere il predominio territoriale: nel primo tempo il baricentro medio bolognese è ampiamente nella metà campo juventina (54,61 metri), mentre è un pizzico più equilibrato nella ripresa (50,35 metri), ma comunque superiore ai bianconeri.
Anche in zona gol i numeri sono equilibrati: 10 tiri a testa, con i felsinei che però non solo tirano di più nello specchio (4 contro 3), ma colpiscono anche un legno con Ndoye. Il numero degli expected goals è leggermente superiore per i ragazzi di Thiago Motta con 0,86 xG, contro gli 0,76 xG bolognesi. Una partita decisa dai dettagli dunque, come i 4 cartellini gialli a 3 dei bolognesi e gli zero rossi estratti, nonostante ben due legittimi dubbi su Kalulu e Koopmeiners.
Non ci saranno dunque i tre punti da portare a casa dopo questa trasferta, ma al Bologna resta la grande prestazione. Nonostante il risultato non totalmente appagante, in campo i rossoblù hanno brillato e la classifica si è ugualmente mossa. Ora l’ultimo treno Champions League parte dalla stazione dell’Estadio da Luz di Lisbona, perché mercoledì sera gli emiliani saranno lì a giocarsi i tre punti contro il Benfica, in un thriller in salsa europea.