Il Bologna si batte da solo: al Dall’Ara finisce 2-3, troppi errori e il Verona ringrazia
Dopo un avvio di stagione complicato, il Bologna sembrava aver raddrizzato il proprio campionato e si lanciava verso una grande chiusura di 2024. All’ultima curva di questo anno solare, ecco il blackout che non ti aspetti, in una partita sì sfortunata, ma anche auto-sabotata da parte dei giocatori in rossoblù. Al Dall’Ara l’ultima del 2024 di Serie A la vince a grande sorpresa il Verona per 2-3 al termine di una partita che i felsinei hanno buttato alle ortiche a più riprese, anche dopo averla ripresa con un uomo in meno.
Tra gli emiliani si può sorridere per la prima doppietta Dominguez, con i due gol intervallati dalle reti di Sarr e Tengstedt, prima della sfortunata autorete di Castro. Tre reti subite in casa andando a raddoppiare il numero di marcature subite nelle restanti partite casalinghe in questo campionato da parte dei bolognesi. Su tutte quante però i rossoblù possono prendersela solo con se stessi, certo la fortuna non ha sorriso, ma tutti i gol nascono da errori importanti, senza per altro contare il cartellino rosso di Pobega.
È un grande peccato perché la partita era stata impostata bene e il Bologna era anche stato molto bravo a indirizzarlo. Italiano punta su Dominguez e Fabbian in trequarti con Odgaard a destra, alle spalle di Castro. Confermata la mediana Freuler-Pobega, mentre davanti a Skorupski la coppia centrale è sempre Beukema-Lucumí con Holm a destra e Miranda a sinistra. La chiave è al solito il pressing forsennato. Il Verona non vuole il pallone e i rossoblù cominciano presto a schiacciare gli scaligeri in fase di possesso, mentre con il recupero alto si può alzare ulteriormente i giri sulla pressione.
Non solo questo: anche gli accoppiamenti offensivi del Bologna sono molto efficaci. Dawidowicz è sempre in affanno contro Dominguez, così come Ghilardi di fronte a Odgaard. Coppola invece deve contenere sia il lavoro di Castro, sia quello di Fabbian spalle alla porta, costringendo i centrocampisti a compattare i reparti. La densità però non basta a fermare il Bologna, perché qui emerge anche la qualità dei singoli e la loro caparbietà. Proprio in questo modo nasce il gol del vantaggio emiliano. Sul primo tentativo respinto, i felsinei tengono vivo il pallone, che poi capita tra i piedi di Dominguez. Il giovane argentino si crea lo spazio per calciare e fa passare il pallone tra 4 avversari, per poi superare Monitpò.
Il Bologna ha le mani sul manubrio dell’incontro e sembra sia solo in attesa di chiudere i conti. Il Verona è incapace di fare paura agli emiliani, ma per loro fortuna ci pensano i rossoblù a farsi del male da soli. In fase di costruzione, Lucumí regala il pallone a Tengstedt, il quale serve poi a Sarr il gol del vantaggio, prendendo in mezzo un incolpevole Beukema. Nuovo errore pesantissimo del colombiano in questa stagione che costa ai felsinei il loro vantaggio.
Per fortuna del Bologna l’intervallo è dietro l’angolo e può essere una salvezza per riorganizzarsi. Così non è. Nei due minuti di recupero, altro errore dei felsinei, questa volta in fase di copertura. Serdar anticipa il suo difensore con un bellissimo colpo di testa, che libera proprio Tengstedt davanti a Skorupski e il danese è glaciale. Destro aperto e Skourpski nuovamente battuto. Un uno-due di pugilistica precisione da parte dei veneti ed emiliani ribaltati allo scadere di primo tempo.
Ci si aspetterebbe una reazione degli emiliani dopo l’intervallo, ma così non è. L’avvio di ripresa è complicato e confuso. Il nervosismo monta anche a causa di un arbitraggio decisamente rivedibile di Giovanni Ayroldi, il quale trova il suo culmine con l’espulsione di Pobega. Il centrocampista dei felsinei reagisce a un primo colpo di Lazovic e con una (forse) gomitata atterra il rivale. Il direttore di gara è di spalle e non vede, ma su suggerimento di un collaboratore comanda l’espulsione dell’ex Milan.
Niente revisione Var e scelta molto dubbia confermata sul campo, la quale però sembra ridestare i felsinei. La reazione nervosa è eccellente e nonostante l’uomo in meno sono gli emiliani a fare la gara, trovando poi il pareggio meritatissimo ancora per il destro di Dominguez. Punizione di Odgaard sul palo e tap-in vincente dell’argentino che vale un insperato pareggio.
Nonostante tutto il Bologna sembra così capace di poter trovare punti in una sfida complicatasi enormemente, ma non ha ancora fatto i conti con il destino. Caricati dall’espulsione a loro dire ingiusta, i bolognesi insistono e vanno a caccia anche del gol vittoria. Zanetti fiuta il pericolo e cambia le carte in tavola con i cambi, mentre Italiano sbaglia a non voler toccare la macchina imperfetta, ma nervosamente carica della sua squadra.
Le scelte degli allenatori impattano la partita e il risultato è presto detto, anche se la fortuna ci mette la mano nell’occasione specifica. Su uno degli ultimi assalti Livramento guadagna una punizione preziosa della trequarti campo offensivo. Sulla battuta Duda calcia in area a caccia di deviazioni vincenti e malauguratamente per il Bologna questa arriva ed è di Castro. Sul rimbalzo a terra della sfera, mancata sia da Miranda, sia dal suo attaccante, l’argentino viene colpito al volto e beffa Skoruspki sul suo primo palo. Emblematico lo sguardo disperato del classe 2004 a fine gara. Già perché nonostante i tardivi cambi e lo sforzo finale, i rossoblù non recupereranno più cadendo definitivamente 2-3.
Nell’ultima dell’anno solare il Bologna non riesce a battere se stesso e i propri errori. Una partita che è un monito: non importa quanto tu sia più forte e organizzato dei tuoi avversari, senza applicazione costante non si può vincere in Serie A. Un mantra che vale anche quando dalla tua parte hai il 67% di possesso palla nonostante l’uomo in meno per oltre metà partita e i tuoi avversari non vanno oltre i 150 passaggi completati con una precisione del 67%.
La concentrazione non deve mai venire meno, perché senno non bastano 23 tiri contro 7 a raddrizzare la partita e nemmeno i 2,86 xG creati contro 0,80 xG. Non è la prima volta che i rossoblù si lasciano sfuggire punti meritati in questa stagione, ma tra tutte le sfide, questa forse è stata fin qui la peggiore, per gestione degli episodi da parte dei felsinei. Certo una partita triste la vigilia di Capodanno non cancella il magnifico 2024 emiliano, ma di sicuro lascerà un po’ di amaro in gola insieme allo spumante ed errori da non ripetere con l’anno venturo.