Il Bologna saluta la Champions a testa alta: altro pareggio a Lisbona, con lo Sporting è 1-1
Non ha avuto i contorni di un saluto triste, al contrario somigliava sinistramente a un arrivederci e non a un addio. Il Bologna saluta la Champions League portandosi a casa punti e complimenti, pareggiando a Lisbona contro lo Sporting per 1-1. In una partita dal valore sostanzialmente nullo per i rossoblù, la squadra felsinea gioca con la testa sgombra e regala qualche attimo di terrore ai lusitani, i quali riescono a rispondere al vantaggio di Pobega solo nell’ultimo quarto d’ora, grazie al classe 2005 Harder. Un punto prezioso per i Leões che vale loro la qualificazione con l’ultimo posto disponibile alla fase a eliminazione diretta.
Come preventivabile Italiano compie un ampio turnover, affidandosi principalmente alle seconde linee. Debutto europeo per Ravaglia, protetto da Beukema e Casale al centro, con Holm a destra e Miranda a sinistra. Senza Freuler squalificato, in mediana Pobega lavora in coppia con Ferguson; in trequarti torna titolare Fabbian, Ndoye e Iling Jr. sulle corsie con Castro come riferimento offensivo. Schierata a specchio la squadra di Rui Borges, assente Gyökeres c’è Harder al suo posto, supportato da Trincão, Bargança e Geny Catamo. In mediana Hjulmand e Debast davanti alla linea a quattro a protezione di Israel.
Il Bologna parte con la leggerezza tipica che contraddistingue le squadre mentalmente già fuori dalla competizione. Anche per questo ultimo episodio la dottrina bolognese in campo non cambia: pressione asfissiante e ripartenza rapida. Il gap tecnico esiste ma è meno evidente di alcuni incroci passati in questa Champions, così a poco a poco i ragazzi di Italiano prendono in mano le redini della gara. Peccato per Ferguson costretto a uscire dal campo dopo solo 10 minuti per problemi fisici.
Beukema flirta con il vantaggio dopo appena 4 minuti, colpendo la traversa dopo un bel calcio d’angolo. È il prologo del meritato vantaggio bolognese, quando sugli sviluppi sempre di tiro dalla bandierina, questa volta l’olandese non tira in porta, ma fa l’assist con la sponda verso il centro dell’area piccola. Sul palone si inserisce Pobega, il quale spinge in porta il pallone e diventa il quarto marcatore della stagione in Champions League bolognese.
Un vantaggio meritato da parte dei rossoblù, i quali lo legittimano con i minuti successivi, mettendo sotto grande pressione i lusitani. I felsinei strangolano il possesso avversario non permettendo a Hjulmand di giocare il pallone. Questo costringe gli esterni di Borges ad abbassarsi molto, così il Bologna ha la possibilità, in caso di difficoltà, di spendere anche falli a metà campo per fermare anzitempo le azioni avversarie. Il punto focale però resta la pressione sul capitano lusitano: tutte le azioni migliori dei padroni di casa partono dai piedi di Hjulmand e anche in questa sfida non fanno eccezione.
Fino a quando gli emiliani riescono a tenere alta la pressione sul danese, lo Sporting non riesce a fare la differenza. Si giunge così a una sorta di equilibrio nella gara, dove il Bologna è in sommaria gestione del ritmo, fallendo anche alcune chance in ripartenza. Questa situazione persiste fino circa al 50 quando dagli altri campi cominciano ad arrivare brutte notizie per lo Sporting Lisbona. Il successo del Bologna, combinato con quello di Manchester City e Dinamo Zagabria, eliminerebbe dalla Champions League i portoghesi, i quali provano a riversarsi in attacco.
I ragazzi di Rui Borges alzano in maniera importante il proprio baricentro e provano a sfondare sulle corsie, dove i felsinei si dimostrano più fragili, visto il passo degli esterni dei Leões. Uno dei nuovi entrati, Simoes, sfonda sulla sinistra, bruciando Erlic e mettendo in area per Harder, il quale taglia davanti a Casale, anticipando lui e Ravaglia e spingendo in porta il pallone del pareggio. Un gol che vale la qualificazione per lo Sporting Lisbona, il quale si rifiuta di spingere ulteriormente sull’acceleratore, onde evitare ripartenze dolorose da parte di Castro e compagni.
Il pareggio è la naturale conclusione della gara, caratterizzata da un finale poco entusiasmante a fronte invece di una gara nel complesso divertente e che restituisce ancora tanta fiducia nei propri mezzi al Bologna. Lasciare la competizione con una vittoria sarebbe stata una degna conclusione di un’esperienza unica nel suo genere, ma non per questo irripetibile. I felsinei hanno avuto un calendario complicato, ma sono riusciti a farsi valere in ogni situazione. Dal Dall’Ara ad Anfield, passando per Birmingham e infine Lisbona, dopo questo assaggio di calcio europeo ora c’è fame per un bis e se questa è la squadra meno titolare, ci sono tutte le carte in regola per riascoltare queste note ancora una volta.
Per quanto riguarda i numeri della gara, il lungo vantaggio del Bologna costa qualcosa in termini statistici, ma nel complesso la partita è in equilibrio sotto tutti i fronti. Il possesso premia lo Sporting con un 55% del tempo il pallone ai piedi, dove completano 364 passaggi su 439, l’83% del totale. I felsinei da parte loro nel restante 45% del tempo ne completano il 79% del totale, ovvero 256 su 325.
Più produttivo il Bologna in zona tiro, con 11 tiri contro 9 per i rossoblù, in un dato però ribaltato nel numero dei tiri porta: 5 a 2 per i portoghesi il numero dei tentativi nello specchio. Questi numeri si combinano per una somma di expected goals che alla fine ribadisce il risultato finale. I padroni di casa combinano per un totale di 1,38 xG, mentre gli emiliani si fermano a quota 1,14 xG.