Bologna perfetto fino a 20’ dalla fine, poi la crisi e la rimonta del Genoa: il risultato al Ferraris è di 2-2
Non bastano due terzi di gara perfetta al Bologna per centrare il secondo successo della propria stagione. Al contrario al Genoa bastano poco più di 20 minuti per vanificare quanto di buono costruito dai felsinei prima. In realtà forse è meglio dire che in quello stesso lasso di tempo gli emiliani riescono ad auto-sabotarsi ancora una volta. Allo stadio Luigi Ferraris finisce 2-2 tra le due squadre rossoblù, con la squadra di Vincenzo Italiano che spreca il doppio vantaggio realizzato da Orsolini e Odgaard, subendo la doppietta di Pinamonti nel finale.
Tanto rammarico per come la partita si è sviluppata, per come la squadra era riuscita a trovare soluzioni alla disposizione tattica di Gilardino, mentre ancora una volta gli errori pesantissimi del reparto arretrato siano costati i tre punti finali. Italiano è stato coraggioso nelle sue scelte e ha puntato molto su Dominguez, al debutto in maglia Bologna. In difesa Casale sostituisce Lucumí, mentre in corsia agiscono Posch e Miranda. Altra scelta curiosa, ma che paga dividendi alla lunga è quella di Odgaard scelto come trequartista.
Fin dai primi minuti il Bologna riesce a imporre il proprio palleggio. La corsia forte in fase di spinta per gli emiliani è quella di destra, ma non bisogna sottovalutare il giovane argentino: frizzante e divertente in fase di uno contro uno, nonostante un evidente gap fisico e di intensità ancora da colmare con il campionato italiano. La formazione di Gilardino è incapace di nuocere a Ravaglia e compagni, mentre con il passare dei minuti la pressione emiliana sale di ritmo.
Si alza il baricentro felsineo, aumenta il numero di calci d’angolo e tiri, con Orsolini a divorarsi al 26’ un’occasione a tu per tu contro Leali. Lo stesso numero 7 però si fa perdonare dieci minuti più tardi, quando riesce a rientrare sul sinistro e calciare in porta, dove la deviazione di un difensore buca il portiere genoano per il vantaggio bolognese. Il finale di tempo vede una prima reazione genoana, ma non abbastanza nemmeno da far sporcare i guantoni a Ravaglia.
La pressione della squadra di Gilardino resta altissima anche nei primi minuti della ripresa: i cambi sbilanciano molto in avanti i liguri. Il Bologna subisce, ma non soffre e si apre delle possibilità in contropiede. Gli emiliani infatti tengono alta la guardia nella prima parte della ripresa e poco a poco rimettono le mani sul volante del match. Il coraggio mostrato, mescolato a un pizzico di fortuna, al 56’ premia il Bologna, quando Odgaard riceve la respinta avversaria al limite dell’area. Il danese controlla e prende la mira, poi con un sinistro radente dà un bacio al palo interno e supera Leali per il raddoppio bolognese.
Visti i valori in campo e quanto proposto dal Genoa, la sfida sembra ormai in ghiaccio. Italiano va a caccia di risposte da Karlsson, il quale subentra a Dominguez, ma non stravolge la squadra, la partita non è ancora chiusa. Il problema è che a tradire il tecnico in questa sfida non saranno i cambi, ma i giocatori in campo. Soprattutto nella retroguardia emiliana infatti cala evidentemente il livello della concentrazione dopo aver trovato il raddoppio. I palloni vaganti cominciano a diventare pane per i genoani, tanti errori in fase di palleggio e rinvii sempre più difficoltosi, fino al pallone svirgolato da Casale, che al 72’ apre a Pinamonti lo specchio permettendogli di realizzare la rete che riapre la partita.
Casale per altro si ripete qualche minuto più tardi, sulla punizione di Martin da trequarti campo. Il centrale ex Lazio si perde nuovamente Pinamonti, il quale di testa realizza una rete meravigliosa per un incolpevole Ravaglia. In meno di un quarto d’ora, i rossoblù emiliani hanno gettato al vento oltre un’ora di partita impeccabile, per interpretazione dell’incontro e qualità mostrata in campo. Al triplice fischio il Bologna si ritrova così con due punti in meno di quanti avrebbe meritato e un’altra vittoria gettata al vento dopo aver indirizzato l’incontro: la quarta sfida in cui i felsinei perdono punti dopo aver inizialmente trovato il vantaggio.
Leggere i numeri dell’incontro per qualunque tifoso del Bologna è solo l’ennesima conferma di quanto scritto in precedenza. I felsinei dominano ritmo e gioco per quasi tre quarti di gara e questo si riflette anche su tutti i dati del match stesso. La squadra di Italiano tiene il pallone per il 62% del tempo totale, completando 366 passaggi con un tasso di conversione dell’81%, contro i 186 avversari i quali li realizzano appena il 69% delle volte.
Non solo la gestione del ritmo sorride al Bologna, ma anche in termini offensivi tutti i numeri convergono per confermare il successo emiliano. Sono 12 i tiri complessivi degli ospiti, rispetto ai 10 dei liguri, di questi 7 nello specchio per i felsinei contro i 4 dei grifoni. Non solo la quantità, ma anche la qualità di questi tentativi costruiti sorride alla squadra di Italiano, secondo gli expected goals infatti i bolognesi combinano per 1,16 xG, contro gli 0,45 xG del Genoa.
Al Bologna resta dunque tanta amarezza da questa trasferta. La squadra è forte e funziona, ma spesso sembra auto-sabotarsi, pagando di volta in volta a carissimo prezzo le proprie disattenzioni. Quattro partite dove i rossoblù hanno perso punti da situazioni di vantaggio, per un totale già di 8 punti lasciati sul piatto. Un totale che avrebbe raddoppiato il bottino attuale di questa stagione di Serie A. Ora però la testa va inevitabilmente a Birmingham: torna infatti la Champions League, con la seconda trasferta inglese consecutiva. L’Aston Villa nella propria sfida di Premier League ha superato il Fulham a Londra e vuole il bis contro i rossoblù. Arriverà la sferzata che può far girare in positivo questa stagione?