IL PRE-PARTITA DI BOLOGNA-CAGLIARI
In un lasso di tempo brevissimo, quasi infimo, il Bologna è passato dalla “sbornia” (calcisticamente parlando) di giovedì sera a dover preparare al meglio la gara di oggi, che è domenica. Meno di settantadue ore dopo – e non per polemizzare un bel nulla – i ragazzi di Italiano saranno chiamati agli straordinari avendola dovuta preparare in un solo allenamento. Almeno non c’è stato alcun viaggio da fare in quanto in entrambe le sfide ravvicinate il Bologna è sceso in campo davanti al proprio pubblico, vero e proprio dodicesimo uomo. Certo, non sarà stato facile spostarsi questa mattina: la maratona ha invaso la città e chiuso le strade; Bologna prima, Virtus e Fortitudo poi in casa hanno incrementato il trambusto. Poco importa, ciò che conta è “bere e sostenere” secondo qualche pezza esposta in curva, una curva in festa al triplice fischio con il Milan, in una gara che lo stesso Casale nel post-partita ha definito “da Champions”. Il rossoblù, malgrado lo svantaggio nella prima frazione, hanno annientato i rossoneri, elargendo ancora di più il pallino nel secondo tempo, concedendo solo qualche fiammata ad una squadra letale in quei frangenti. Oggi, però, è tutt’altra partita, una partita paradossalmente più ostica da preparare, ancora di più da interpretare, contro una squadra più chiusa e coriacea nei momenti difficile. E’ un po’ il diktat trasmesso da un allenatore, Davide Nicola, abituato a questi tipi di situazioni, a questo tipo di materiale a disposizione, da cui cerca sempre di cogliere il massimo. Troppo spesso all’uomo gli si viene assegnata un’etichetta da cui è difficile emanciparsi. Quella del tecnico piemontese potrebbe addirsi con “il traghettatore”, essendo più volte chiamato sul piede di guerra per i rush finali di stagione. Crotone, Genova, Torino, Salernitana e infine Empoli, sempre sulla sirena finale e il più delle volte dato per spacciato e/o underdog. Quest’anno il suo Cagliari, nonostante un atteggiamento remissivo in fase di non possesso (dietro solo il Parma per PPDA), ha dimostrato di avere delle belle uscite sulle fasce, specie sulla catena di destra in cui l’accoppiata Zappa-Zortea sta risultando essere l’arma vincente. Sviluppo anche sull’out di sinistra grazie ai traversoni di Augello, il quale in fase difensiva non è propriamente irreprensibile. Ne sa qualcosa Orsolini che proprio la passata stagione portò avanti i felsinei ingannando il terzino cagliaritano in un fazzoletto. Quella partita sappiamo tutti come andò a finire, pareggiati i conti dell’andata quando al vantaggio a firma di Zito Luvumbo, ci pensarono Zirkzee e Fabbian a ribaltarla. Un girone fa, invece, dopo poco più di tredici anni dall’ultima volta, Orsolini prima e Odgaard poi regalarono il secondo successo in campionato alla banda di Italiano. La vittoria all’Unipol Domus funse da apripista a quelli che furono i successivi due trionfi con Lecce e Roma – intervallati dalla caduta con il Monaco in Champions. Pronti, via e Skorupski fu costretto a tirare fuori dalla porta un cross deviato dalla sinistra per poi ripetersi poco dopo a più riprese su Viola prima che venisse fuori il vero Bologna formato Italiano. Il Cagliari è una squadra che, stante alla classifica, la si può inserire ancora come candidata alla retrocessione: la quindicesima posizione non fa dormire sogni sereni al Casteddu, anche se i punti meritati sarebbero dovuti essere di più. Una volta assemblata e convalidata la coppia centrale formata da Mina e Luperto, grandi scorribande non sono state prese e anche nell’ultima giornata in cui alla Juventus è bastato il solo gol di Vlahovic, salvo questa sbavatura il problema non è stata la difesa. Il Bologna fa del proprio Stadio il vero fortino: sette delle ultime nove gare casalinghe hanno visto i ragazzi in festa sotto la Bulgarelli, dato elargito con il Cagliari, la cui ultima vittoria al Dall’Ara risale alla stagione 2009-10. Il problema dei sardi resta in zona gol; sono tanti i realizzatori stagionali (sei diversi marcatori delle ultime sei reti) e un’insufficiente realizzazione rispetto alla mole creata. Non a caso il Cagliari è la squadra che vede il più alto gap tra Expected Goal e gol realizzati. Ad avvalorare la tesi, infatti, ci hanno pensato i legni colpiti (13), secondi solo a Inter (15) e Atalanta (14). Non cambia nulla per quanto riguarda l’infermeria di Bologna e Cagliari: Holm e Pedrola ancora alle prese con gli infortuni, così come Mutandwa non è recuperabile. Nessuna novità nello scacchiere iniziale per i sardi, se un possibile ballottaggio a tre con Luvumbo in vantaggio sia su Coman che su Felici per completare il trittico – assieme a Zortea e Viola – alle spalle del solo Piccoli. Imprevedibili, come suo solito, le scelte iniziali ragionate da Vincenzo Italiano: le scorie di giovedì e l’ampia rosa a disposizione permettono un possibile “turnover” in determinate zone di campo. Il Bologna è chiamato al grande salto e per farlo bisogna far punti da “grandi” con le “piccole”, impresa paradossalmente più ardua al Bologna di questa stagione. Sotto le Due Torri, infatti, le grandi sfide vengono vissute con un piglio quasi teatrale, a differenza di partite come queste in cui troppo spesso si è andati a sbattere sul muro avversario, specialmente lontano da casa.
Arbitro della sfida il Sig, Luca Zufferli di San Daniele del Friuli, direttore relativamente giovane spesso utilizzato per la cadetteria. Difatti, i precedenti con le due squadre sono esigui: due con i felsinei (rocambolesca sconfitta casalinga in Coppa Italia con la Ternana e con il Monza in campionato al primo anno di Thiago Motta) e un solo pari con il Cagliari in Serie B.
Foto: Bologna FC 1909