Il Bologna a San Siro per sfatare il tabù
Dopo il successo interno maturato nel lunch match di domenica contro l’Empoli, i rossoblù tornano a far visita in terra nemica, direzione Milano. Terra nemica perché il Bologna si trova dinanzi alla Milano nerazzurra, che nelle ultime due stagioni ha inchiodato il punteggio sul 6 a 1 in entrambe le occasioni. I rispettivi ritorni, poi, hanno visto trionfare di misura la compagine felsinea, la cui vittoria nella stagione 2021-22 per 1 a 0 ha spento le speranze nerazzurre per lo scudetto. Il Bologna, reduce sì da una vittoria in grado di allungare la striscia positiva, deve fare, però, i conti con l’infermeria, che in settimana ha aperto le porte anche al terzino danese classe 2002 Victor Kristiansen. Reparto difensivo, dunque, nuovamente da assestare dopo il forfait dell’ex Leicester in aggiunta ai lungodegenti Lucumì e Posch, rientranti probabilmente subito dopo la sosta. Nella conferenza stampa pre-partita il tecnico italo-brasiliano è stato chiaro sui centrali difensivi che dovranno fronteggiare il tandem di Inzaghi: Beukema-Calafiori; a destra De Silvestri (capitano), mentre a sinistra ballottaggio Lykogiannis-Corazza, con il greco in vantaggio. Proprio lui, artefice del vantaggio rossoblù -fortuito- nella gara della passata stagione, terminata poi come tutti ben sappiamo. In mezzo al campo Motta ha ribadito come Ferguson possa tranquillamente ricoprire un ruolo più arretrato, anche se più facile venga impiegato in posizione più offensiva, coperto dalle due “guardie svizzere”, Aebischer e Freuler. Continua, ora più che mai, la contesa sulle fasce, con Orsolini e Ndoye che nelle ultime sedute sono stati schierati nei possibili undici iniziali. Il tecnico, dal canto suo, è stato chiaro su come abbia già resettato la gara passata e pensi solo ed esclusivamente al presente, motivo per cui spetterà a Orsolini confermare quanto di buono fatto nell’ultima uscita stagionale. Se da un lato il Bologna perde pezzi (Kristiansen), vero anche che può sorridere per il rientro dalla squalifica di Alexis Saelemaekers. Chi più di un ex rossonero può sentire una gara dal canto simile? Possibile una sua parvenza a gara in corso, anche perché il belga ha qualcosa da farsi perdonare dopo il gesto d’ira all’U Power Stadium di Monza. Sull’altro versante a trarne vantaggio è Dan Ndoye, uno dei migliori in questo avvio di stagione grazie alle sue sgroppate. Si pensa perciò ad un’altra partita in panchina da parte di Karlsson, il quale, però, potrebbe essere un’arma in più nella seconda frazione. Infine, a sostenere l’intera troupe ci penserà Joshua Zirkzee, che dovrà esser bravo a “ballare” bene tra i tre centrali difensivi meneghini, non dando punti di riferimento. La retroguardia difensiva è stata proprio una tematica affrontata dal tecnico rossoblù nella conferenza stampa di giovedì: “Giocano a 3, ma possono variare. Ci sono tante cose, cambiano anche le caratteristiche. Possiamo ripetere la scelta contro la Juve, ma dobbiamo capire quanto conviene”. Thiago Motta ha voluto elogiare anche la sua di fase difensiva, con una frase che non è passata certamente in sordina: “La nostra fase difensiva è la dimostrazione del nostro gruppo”.Non si poteva non citare e non elogiare entrambe le difese come anticipazione al match dal momento che sono, rispettivamente,prime e seconde alla voce dei gol subiti. Tre, l’Inter, contro i quattro del Bologna (due con il Milan, uno con la Juventus e uno con il Cagliari), proveniente da quattro clean sheet consecutivi (Verona, Napoli, Monza, Empoli). Se si contano i minuti, però, ci si avvicina alle cinque di gare consecutive in cui i felsinei hanno mantenuto intatta la propria porta; infatti, bisogna risalire al 2 di settembre, precisamente al 22’ del primo tempo quando Luvumbo portò in vantaggio i sardi al Dall’Ara prima del ribaltone finale firmato Zirkzee-Fabbian. Dopo appena sette gare il Bologna ha già raggiunto la metà dei clean sheet della passata stagione (8), con ancora 31 partite da disputare. Furono addirittura 12 la stagione antecedente: un’infinità se si considera che nelle 26 partite rimanenti si è vista muovere la rete per ben 54 volte. L’Inter ha un grosso potenziale in ogni zona del campo – per quanto abbia le sue lacune come tutti – spingendo molto con gli esterni e supportando le manovre addirittura con i braccetti, ma sprecona quando si tratta di andare a finalizzare quanto di buono creato. Dopo poco più di tre giorni pieni dalla seconda partita del girone di Champions, Inzaghi pensa un po’ al turnover: Darmian-De Vrij-Acerbi la linea a tre; possibilità per Carlos Augusto dal 1’, e dubbio Sanchez-Thuram al fianco del solito Lautaro Martinez.