Di nuovo Bologna-Frosinone: quella volt andò male, questa?
Il test di questo pomeriggio, in scena allo stadio Renato Dall’Ara, sarà il primo di una serie di partite in cui il Bologna sfiderà compagini dello stesso livello. Nonostante sulla carta, si possa pensare che il Frosinone sia inferiore alla squadra di Thiago Motta, la classifica non è della stessa opinione. Bologna e Frosinone, infatti, arrivano alla sfida con un solo punto di distacco, che per ora premia la compagine cappeggiata da Eusebio Di Francesco. Proprio l’ex ct di Sassuolo, Roma, Sampdoria, Cagliari e Verona, nella conferenza stampa prima del match ha voluto marcare il bel gioco dei rossoblù, con giocatori di livello e un allenatore creativo, Thiago Motta, a cui piace il dinamismo apportato ai suoi. Di Francesco, dopo le esperienze spiacevoli nelle ultime stagioni, sembra essersi rimboccato le maniche e il calcio espresso è uno stimolo ulteriore per portare avanti quanto di buono fatto finora. Il calendario degli ospiti, in questo primo scorcio di stagione, recita 3 vittorie (Atalanta, Sassuolo e Verona), 3 pareggi (Udinese, Salernitana e Fiorentina) e 2 sconfitte (Napoli e Roma). Guardando i punti in classifica, a fronte delle gare disputate, stupisce ancor di più quanto di buono abbia fatto la compagine laziale, data per spacciata e fanalino di coda, prima degli arrivi last minute, negli ultimi giorni di mercato. Assetto leggermente mutato nel tempo, da un 4-2-3-1 a trazione anteriore a un 4-3-3 vero e proprio. Marchizza, Oyono, Monterisi, Mazzitelli e Turati imprescindibili, certezza Cheddira a cui si inseriscono gli spunti e i guizzi provenienti dai piedi di Soulè, il più estroso della squadra. Parte da destra per accentrarsi e sprigionare il mancino, ma anche bravo nel puntare il diretto avversario portandosi sul piede debole, e tanta mobilità per non dare punti di riferimento. Un occhio di riguardo, dunque, per la retroguardia rossoblù, ancora priva di Posch e Lucumì, ma felice del rientro di Kristiansen, partente, però, dalla panchina. Confermata la linea a quattro schierata a San Siro: De Silvestri, Beukema, Calafiori e Lykogiannis; mediana composta presumibilmente dal tandem svizzero Freuler-Aebischer, con El Azzouzi che scalpita dopo l’esordio in nazionale; Ferguson onnipresente e certezza Zirkzee. Il solito dubbio riguarda i laterali offensivi, anche se a destra di dubbi non ce ne dovrebbero essere: Orsolini dal 1’ a favore di Ndoye; a sinistra la scelta è tra Saelemaekers e Karlsson, con il belga provato nei primi undici nella giornata di ieri. Il Bologna è chiamato al salto per la consacrazione e, sebbene una rondine non faccia primavera, una vittoria oggi può essere fondamentale per affrontare i prossimi incontri con maggior consapevolezza. L’ultima volta che le due rose si sono affrontate nella massima serie è andata contro a ogni pronostico. Allora (2019), il risultato fu chiaro e netto: 0 a 4 per il Frosinone e l’addio a Pippo Inzaghi sulla panchina rossoblù. L’espulsione dopo meno di un quarto d’ora di Mattiello – il quale è tornato in settimana sulla sulla sfida – incise parecchio, sul risultato finale. C’è anche da dire come il tasso tecnico-tattico del Bologna di oggi sia totalmente distante da quello di una volta. Quella fatidica gara fu, però, uno spartiacque nella stagione dei felsinei che, da Cenerentola del campionato, con l’arrivo di Sinisa ebbe una rivoluzione più che positiva. Una vittoria oggi significherebbe scavalcare innanzitutto i ciociari; al resto si penserà a tempo debito, “partita in partita” – mantra mottiano.