Motta-Gilardino: un tuffo nel passato
Il diciannovesimo turno di campionato, nonché ultimo del girone d’andata, si apre questa sera allo stadio Renato Dall’Ara con la sfida tra il Bologna di Thiago Motta e il Genoa di Alberto Gilardino. I rossoblù, dopo aver concluso l’anno solare con la sconfitta di Udine, vogliono voltare pagina per proseguire il cammino che in questo momento li vede in solitaria al quinto posto. I liguri, invece, sono usciti indenni dal match a Marassi con l’Inter capolista e sono intenzionati a prolungare la striscia di risultati utili consecutivi. Vittoria al Mapei Stadium con il Sassuolo, intervallata dai due pareggi con Juventus e Inter, le prime due della classe.
Squadra ostica, quella contro cui dovrà battersi la troupe di Motta, il quale ha presentato così la gara imminente: “Penso che il Genoa durante la gara ha cambiato diverse situazioni, hanno giocato sia a 5 che a 4, quando giocano così si trovano meglio in campo. Danno pochi riferimenti e soprattutto i 3 di centrocampo più Gudmundsson hanno tanta mobilità”. Proprio la mobilità, lettura chiave del bagaglio tattico dei felsinei che, con l’occupazione degli spazi e il continuo moto perpetuo, ha messo in seria difficoltà tutti – eccezion fatta l’Udinese – in questa prima parte di campionato.
Per il tecnico italo-brasiliano, inoltre, questa sfida ha un sapore dolciastro, dopo aver vissuto nel capoluogo ligure in veste di calciatore prima e di allenatore poi. Prima volta nel campionato italiano proprio con il Grifone nell’estate del 2008, per poi passare la stagione seguente all’Inter, con la quale scriverà la pagina più bella della sua carriera. Un anno solo a Genova non certamente per demeriti, anzi, qualificazione in Europa League e non Champions, a causa del doppio scontro diretto a sfavore con la Fiorentina. Più amara, invece, la parentesi in terra ligure da allenatore. Subentra a ottobre, per poi venire esonerato dopo appena due mesi, con un bilancio di due sole vittorie in dieci gare disputate.
Mentre Thiago Motta ha già sfidato la sua ex squadra da allenatore, questo non vale per Alberto Gilardino, alla sua prima esperienza in Serie A. Due vecchie conoscenze della nazionale, di fronte sulle panchine, quest’oggi per la prima volta. Dato che questa può essere considerata la giornata delle prime volte, sarà anche la prima direzione dell’arbitro Colombo per il Genoa. Due i precedenti con il Bologna: una vittoria (in questa stagione, contro il Torino) e il terribile tonfo per uno a sei con l’Inter nella passata stagione. Occupazione degli spazi e costruzione dal basso, i rossoblù di Casteldebole, contro l’aggressione e il cinismo di una squadra che per tiri effettuati verso lo specchio è ultima tra i 5 migliori campionato europei, pur avendo segnato solo due gol in meno dei padroni di casa. Una classifica che per gol fatti rispecchia il Grifone, ma non altrettanto la squadra di Thiago Motta, la cui produzione offensiva tarda ad arrivare, ma che è compensata da una difesa da terza della classe.
Oltre alle conclusioni a rete, un’altra voce che penalizza la squadra di Gilardino è quella del possesso palla, che la vede ultima in Serie A. I padroni di casa, privi della pesante assenza di Ferguson per squalifica, devono fare a meno di altre defezioni, quali Soumaoro, Karlsson, Ndoye, El Azzouzi – in Coppa d’Africa – e Kevin Bonifazi, sempre più verso la cessione. Nonostante le varie assenze, i dubbi di formazione non mancano. Opinioni contrastanti fin dalla primissima retroguardia, con Ravaglia pronto a mettere il bastone tra le ruote a Skorupski, alla sua 200esima apparizione in maglia rossoblù. Non da escludere la presenza dal 1’ di Lykogiannis, impiegabile da basso con opzione di esterno alto. Orsolini, pungolato da Motta in conferenza, sembra aver scalato le gerarchie dopo l’ultima seduta d’allenamento nella quale è stato schierato a destra. Staffetta tra Lucumì e Beukema al fianco di Calafiori, infine Fabbian in netto vantaggio su Urbanski, agendo alle spalle di Zirkzee. Giocatore duttile il baby gioiellino polacco impiegabile sia all’interno che all’esterno del campo, come ribadito da Motta giovedì in sala stampa. E a proposito di prime volte… Urbanski non può certo dimenticarsela la sua, in quel “lontano” 12 maggio 2021, quando Sinisa Mihajlovic lo buttò nella mischia proprio contro il Genoa al Dall’Ara.
Meno pesanti le assenze per gli ospiti, carenti del solo Thorsby dopo i recuperi – parziali – di Messias e Retegui, attenzionati speciali della partita. Canonico 3-5-2 iniziale con Dragusin, Bani (altro ex) e De Winter a comporre il trittico difensivo, Sabelli e Vazquez sulle fasce, con Badelj, Frendrup e presumibilmente Malinovski – in vantaggio su Strootman – in mezzo al campo. Davanti l’insostituibile Gudmundsson, alle spalle di uno tra Ekuban e Retegui. Spetterà ad Alberto Gilardino la decisione finale: “La concorrenza fa bene. Ekuban ha fatto molto bene ed è in grande forma. Retegui sta crescendo, e sono considerazioni da fare. Sono entrambi giocatori importanti, su di loro farò considerazioni nelle ultime ore”.