Una poltrona per due
Troppo presto ancora per il countdown: dieci giornate alla fine di un campionato qui fin qui meraviglioso. Il pensiero non è cambiato nemmeno dopo sabato, quando si è interrotta a sei le vittorie consecutive dei rossoblù, caduti di misura in casa contro l’Inter capolista. Sconfitta che ha lasciato un po’ di rammarico, seppur l’entusiasmo non si sia spento, anzi. Se si considera il computo totale il Bologna ha giocato alla pari dei nerazzurri, cinici nel decidere le sorti dell’incontro grazie ad un episodio inusuale: da braccetto a braccetto. Continuano a lavorare duramente i ragazzi di Motta, il quale dovrà fare a meno del suo gioiello Joshua Zirkzee, assente per una lesione di primo grado al bicipite femorale sinistro.
Questa la diagnosi in merito agli esami strumentali svolti a inizio settimana, dopo che l’olandese ha passato buona parte della seconda frazione di gara a toccarsi prima di abbandonare anzitempo il terreno di gioco. Ne avrà per tre o quattro settimane, per cui c’è da chiedersi chi sarà il prescelto a ricoprire e svolgere il suo ruolo: Odgaard o Castro? Nella conferenza della vigilia di Empoli-Bologna, in programma questa sera allo Stadio Castellani, Motta non ha fatto intendere la sua scelta (a patto che l’abbia già in testa), ma si è limitato a ed elencare un tratto caratteristico di entrambi: dell’argentino la fame, del danese la disponibilità. Esordio per il primo nella scorsa giornata, subentrato proprio al posto di Joshua; titolare a sorpresa, invece, Odgaard, impiegato da esterno destro.
È questa la disponibilità di cui parla proprio Thiago, quella di dare il proprio apporto a prescindere dall’assetto tattico, sul quale il tecnico pare stupire continuamente con i suoi “esperimenti”. E a proposito di questi, l’assenza di Posch per la nascita del primogenito (al quale seguono le congratulazioni da parte di tutti) può essere rimpiazzata da De Silvestri, ma anche da Corazza o Beukema in un ruolo insolito – seppur già visto lì. Dall’altra parte, invece, Nicola ha assenze in diversi reparti e abbondanze in altri: fuori Ismajli, squalificato Fazzini e dubbi di recuperi per Marin e Grassi; davanti Niang, Caputo, Cerri e Destro per un solo posto. Proprio quest’ultimo è stato capace di dividere il cuore dei supporters rossoblù nelle quattro stagioni e mezzo passate sotto le Due Torri. L’indiziato per una maglia dal 1’ è certamente Niang, letale in zona gol fin qui e punta diamante per una salvezza insperata prima del suo arrivo.
A supporto, il tecnico torinese vanta una pila di uomini da inserire: Kovalenzo, Zurkowski (che possono agire anche da mezz’ali), Cambiaghi, Cancellieri e Gyasi (citati da Motta in conferenza). Così come per Thiago ciò che conta non sono gli interpreti, ma l’atteggiamento con il quale si scende in campo, tanto diverso non è Davide Nicola, subentrato nella panchina toscana per raggiungere l’ennesima salvezza della sua carriera. Lo fece già a Crotone nella stagione 2016-17, a Genoa nel 2019-20, a Torino l’anno successivo e infine a Salerno nella 22-23. Quattro salvezze in quattro piazze diverse; chiamato alla quinta meraviglia del mondo sotto la presidenza di Corsi. Ben ha fatto da quando siete sulla panchina dell’Empoli, con un bottino che recita tre vittorie, tre pareggi e due sconfitte, per un totale di dodici punti in otto gare, ritmo da metà classifica.
Malgrado negli ultimi due turni abbia raccolto zero punti, in entrambe le circostanze qualcosa di interessante lo si è visto e il punteggio finale in parte lo testimonia: 1 a 0 con Cagliari e Milan. A differenza di qualche settimana fa i punti nei bassifondi stanno arrivando da parte di tutti e la soglia per mantenere la categoria non pare più risicata come ci si aspettava. Hanno fatto punti il Cagliari, il Sassuolo, il Verona e l’Udinese nell’ultimo turno, con i neroverdi emiliani che sono rientrati nella corsa, anche se per ora condannate alla cadetteria. Sette squadre di cui solo due saranno condannate alla retrocessione (oltre alla Salernitana con un piede già in Serie B); tra esse ballano quattro punti.
L’uomo della provvidenza riconosce la pericolosità delle manovre di gioco di Thiago Motta, il quale ricorre alle cosiddette transizioni artificiali per cogliere impreparati i diretti avversari. “Il Bologna tra le big”, le testuali parole sia del presidente che dell’allenatore dei toscani, consapevoli a cosa vanno incontro ma allo stesso modo concentrati su quel che hanno in casa propria. Se per il Bologna il Castellani resta un vero e proprio mito da sfatare, avendoci vinto solo una volta – in Coppa Italia – nella storia, l’Empoli in questa stagione viaggia ad una media negativissima tra le mura amiche, fa decisamente meglio fuori.
Inoltre, gli ultimi due incontri al Castellani furono sbloccati dopo un solo minuto di gioco per mano di un autogol di Bonifazi nella stagione 2021-22 e di Lucumì in quella successiva. Autogol beffardi e larghe sconfitte, a cui va aggiunta la rottura del crociato da parte di Soumaoro, ancora ai box a distanza di quasi un anno. Chiosa finale, trattasi della prima volta in cui Nicola e Thiago Motta si troveranno di fronte da allenatori in Serie A.