In arme la vendetta calcistica
Il clima per le infradito è ancora lontano, alla spiaggia e al mare ci si penserà a tempo debito. I tifosi guardano la classifica e fanno il conto alla rovescia con la fine del campionato, che alcuni sperano non finisca mai. Cinque, le giornate che separano i rossoblù da una possibile qualificazione storica nella massima competizione internazionale. Le dolci noti di Tony Britten sulle velleitarie notti infrasettimanali di Coppa, non fanno più parte della sola visione onirica del mondo rossoblù. La “serata” di lunedì con la Roma ha dato quella stoccata necessaria – ma non ancora sufficiente – per sancire le ambizioni di una piazza che ora più che mai ha il capo in Paradiso. Manca ancora tutto il corpo per potervici entrare.
Il primo ostacolo da dover scardinare è l’Udinese non più di Gabriele Cioffi, bensì dell’ex capitano nonché campione in carica azzurro, Fabio Cannavaro. Fatidica la sconfitta in pieno recupero domenica al Bentegodi che ha permesso agli scaligeri di portarsi proprio a tre punti dall’Udinese, momentaneamente condannato alla Serie B. Stesso epilogo anche giovedì quando negli ultimi venti minuti da disputare con i giallorossi capitolini, le zebrette sono state castigati un’altra volta su palla inattiva – questa volta da Cristante – per l’uno a due finale. Altro finale amaro per i padroni di casa, ultimi per gol incassati negli ultimi minuti (8 di questi dopo il novantesimo).
Pensare che, se le partite di questa Serie A fossero finite tutte al 90’, l’Udinese sarebbe beatamente a un passo dalla salvezza, con 7 punti in più. Dato maggiormente accattivante se si considerano i 5 minuti precedenti: l’Udinese avrebbe 13 punti in più del previsto. Il Bologna, dal canto suo, è in gran spolvero e la vittoria maturata all’Olimpico lunedì è il manifesto della stagione encomiabile dei rossoblù. Capacità di leggere tutti i momenti della partita, dominio del gioco – non obbligatoriamente coincidente con il possesso palla – e versatilità da parte di tutti nell’andare a ricoprire più ruoli all’interno della stessa stagione, e perché no: della stessa partita. Concetto marcato dal tecnico italo-brasiliano nella conferenza dell’antivigilia di venerdì: meglio una squadra più corta ma qualitativa e disponibili a ricoprire più ruoli.
La gente si fascia la testa e “fa i conti senza l’oste”, mentre Motta minimizza l’argomento e predilige il bel gioco, incentrandosi più a regalare al pubblico l’ennesimo prodigio della stagione. Esemplificativi i dati dei minuti conclusivi (la squadra che ha subito più gol contro quella che ne ha segnati di più), a testimonianza del momento – o per meglio dire, della stagione – attraversata dalle due compagini. Trentatré turni disputati e sono solo quattro le vittorie maturate dai friulani, una di queste proprio nella gara d’andata in maniera netta: tre a zero. Unica vittoria davanti al proprio pubblico, tre invece quelle esterne: sul campo del Milan, a Torino con la Juventus e a Roma con la Lazio (per intenderci!). Particolare il bottino di una squadra che al di là dei pochi successi, detiene il primato per pareggi nel nostro campionato (16) e se non fosse per via dei punti persi da situazione di svantaggio…
Il Bologna conta una sola sconfitta – per di più nella gara d’andata – negli ultimi otto precedenti con i friulani e cerca di mettere in cascina altri tre punti che garantirebbero l’aritmetica alle coppe il prossimo anno. Il bilancio complessivo vede davanti i felsinei: 28 volte contro le 26 delle zebrette, 23 i pareggi. L’ultima volta al Dall’Ara, ebbero la meglio i petroniani, con il medesimo punteggio (3 a 0) dell’andata di quest’anno, ma a parti invertite. Motta ci ha tenuto a precisare le qualità fisiche dell’Udinese, unica vera squadra contro il quale i rossoblù sono parsi completamente sterili e inermi. Si è parlato tanto di una rivalsa, una voglia vendicativa – sportivamente parlando – per mantenere saldo il quarto posto e aggiungere l’ennesima preda alla lunga lista stagionale.
Dubbi per Motta, visto il lungo elenco di uomini in diffida: Calafiori, Kristiansen, Ndoye, Beukema e Lykogiannis. I laterali mancini sono tutti da bollino rosso, ma ci sarà da capire come vorrà agire Motta in vista dell’anticipo di venerdì 3 maggio contro il Torino all’Olimpico Grande Torino. Vanno per la conferma Aebischer e Freuler – diventato capitano dopo l’infortunio di Ferguson – Zirkzee, Beukema, Posch e Skorupski. Orsolini pronto a riprendersi una maglia dal 1’ dopo l’assenza di Roma, ma a insidiarlo c’è Ndoye, uno che a Roma ha inciso e di gran lunga. Saelemaekers sul versante opposto, mentre persistenti i ballottaggi per il terzo del centrocampo (uno tra Moro, Fabbian e perché no El Azzouzi). A completare il quadro: Beukema e Calafiori si contendono un posto al fianco dell’imprescindibile Jhon Lucumì.