Niente grigliata, tantomeno le sorprese
Tempo di feste rimandate in casa rossoblù, colombe e uova di Pasqua potranno essere scartate non prima di aver affrontato il match casalingo con il quale si aprirà questo lunedì di Pasquetta. Niente grigliata con gli amici: un Dall’Ara sold-out è pronto a sostenere nuovamente i propri ragazzi, con lo stesso calore con cui i tifosi hanno accolto la squadra a Casteldebole, due settimane fa, dopo la vittoria di Empoli in extremis.
Occasione d’oro per i felsinei, che hanno addirittura la possibilità di accorciare sulla Juventus, gelata in pieno recupero sabato all’Olimpico contro la Lazio. I bianconeri distano cinque punti ma con una partita in più, e al Dall’Ara ospite di turno si presenta l’ultima della classe. Guai a pensare si possa trattare di una passeggiata: Thiago avverte i suoi e mantiene alta la concentrazione, perché è proprio quando si abbassa la guardia che inciampare è un attimo. Il Bologna fin qui ha toppato solo in due occasioni (Udinese e Cagliari), senza contare le due milanesi in casa, da cui è più che lecita la sconfitta. Ciò che non è mai mancata è la prestazione – salvo parzialmente Udine.
Anche quando il pallone sembrava non voler entrare, il Bologna è riuscito a insaccare la rete: vuoi per una manna dal cielo, o la spinta del dodicesimo uomo – i tifosi – o semplicemente per la mentalità con la quale il tecnico ha dogmatizzato i suoi. Dalla gara di Empoli, però, sono trascorsi ben diciassette giorni; i nazionali si sono adunati rappresentando il proprio Paese chi nelle corrispettive tournée amichevoli e chi per una qualificazione da strappare. Un doppio impegno che ha coinvolto ben quindici calciatori rossoblù (nessun’altra squadra di Serie A ha contato così tanti calciatori impegnati con le Nazionali), anche se non tutti protagonisti di primo ordine. C’è chi è sempre sceso in campo, chi è subentrato e chi non ha nemmeno visto il campo: fa parte del gioco. A Casteldebole, nel mentre, Zirkzee e Karlsson hanno potuto recuperare a pieno, con il primo che ha destato parecchie preoccupazioni prima quando su di lui si raccontava di un mese di stop dopo l’infortunio muscolare dello scorso 9 marzo.
Sul campo, invece, è stata messa benzina per le gambe per i vari Lykogiannis, Moro, De Silvestri, Saelemaekers, Odgaard e Beukema, con Ravaglia che ha svolto il suo canonico allenamento per i portieri. Il Bologna può gioire per il recupero lampo di Joshua Zirkzee, ma s’incupisce per la notizia su Beukema. Gli esami strumentali a cui è stato sottoposto ha evidenziato una tendinopatia che lo terrà fuori certamente nella gara contro la Salernitana e perfino si pensa possa saltare pure Frosinone e Monza. Il perno difensivo sul quale Motta ha fatto maggior affidamento fin qui, non desta grandi preoccupazioni dal momento che si è consapevoli che gli altri due sono Lucumì e Calafiori. Notazione a margine, proprio quest’ultimo è stato impiegato in una posizione insolita con gli azzurrini di mister Nunziata: mezz’ala, a tutto campo. Posch e Kristiansen a completare la difesa; ballottaggio persistente in porta e trittico di centrocampo presumibilmente composto da Ferguson, Freuler e Fabbian. Davanti tanti dubbi: sia in fascia che in zona centrale.
Nella conferenza prepartita Motta ha sottolineato come Zirkzee si è allenato come se non si fosse mai fermato, ma ciò che si chiedono in tanti è se ha senso rischiarlo proprio ora che si sta per entrare nel rush finale. L’olandese fu il grande protagonista nella gara d’andata, indirizzando la partita nei primi venti minuti con una doppietta da attaccante vero. L’Arechi sancì la prima vittoria stagionale in trasferta; da lì in avanti seguirono quelle di Roma con la Lazio, a Bergamo e infine a Empoli nell’ultimo turno. In casa il solito ruolino di marcia impressionante, da prima della classe e uscendo a mani vuote solo con le due milanesi.
Esordio sulla panchina granata per Colantuono, coraggioso nel voler guidare il timone di una nave che pare pressoché affondata. A maggior ragione, a tutti gli effetti è il Bologna a lasciarci le penne qualora non dovesse uscire dal campo con il massimo del bottino; la Salernitana ha ben poco da perdere. Una società parecchio confusionaria, a tal punto da ricorrere per ben tre volte ad un cambio di rotta in panchina: a Paulo Sosa si sono seguito a ruota Inzaghi prima e Liverani poi, fino ad arrivare oggi a Stefano Colantuono. Il tecnico – prima responsabile del settore giovanile – ha avuto modo di lavorare e conoscere il gruppo in questi quattordici giorni, ma resta complicato capirne l’assetto con il quale si presenteranno nel lunch match. Le soste sono solite a regalare spesso delle sorprese e mai prima Thiago ha dovuto rinunciare a così tante perdine per preparare la sfida anzitempo.
Niente alibi: a Bologna non si respirava un’aria così euforica da tempo e il clima in città è elettrizzante. Aprile è il mese della verità, con un tris di partite cruciali per arrivare al meglio alla sfida che effettivamente potrà sancire un posto Champions con quella che è a detta di tutti la competitor numero uno: la Roma di Daniele De Rossi. Motta non è un indovino, pensa solo al presente e sa che tutto passa dal volere dei propri ragazzi, indipendentemente dalla leggerezza con la quale i granati giungono quest’oggi.