Siamo dei rompic***i!
Un Thiago senza filtri quello che si è presentato alla conferenza dell’antivigilia alla gara di questa sera: “Siamo i rompicoglioni della Serie A. Da inizio campionato non siamo stati iscritti a nessuna corsa per l’Europa, né Champions, né Europa né Conference. La Champions è una normale ossessione per gli altri club come Inter, Milan, Juventus, Napoli, Lazio, Atalanta, Roma. Facciamo bene a questo calcio: abbiamo portato concorrenza, novità, abbiamo meritato fino ad oggi dove siamo e abbiamo tutta l’intenzione di restare dei rompicoglioni fino in fondo”.
Insomma, è apparso parecchio stizzito dalle parole che si leggono e si sentono dire sulla mancata vittoria dello scorso turno contro il Frosinone. L’incipit è stato chiaro: qualche minuto di masterclass comunicativa, con la quale si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa. A pochi minuti dall’inizio della conferenza, il tecnico italo-brasiliano per di più è entrato nella storia della Serie A, vincendo il premio di allenatore del mese per la seconda volta in stagione e per di più consecutiva. Raggiunge Inzaghi a quota due in stagione; tre con la maglia del Bologna se si considera anche il campionato passato, e quattro – a pari punti con Spalletti in cima – da quando è stato introdotto il premio. “Merito dei ragazzi” – replica Motta -, merito tuo – replico io.
Ciò che ha raccontato l’ultimo turno di campionato è che al momento, come immaginabile, vincere contro le squadre invischiate per non retrocedere è un parto non da poco. Il Bologna ha sbattuto sul muro eretto da Turati e compagni, con anche un pizzico di sfortuna facente parte del gioco, ma al contempo l’Atalanta è addirittura uscita dall’Unipol Domus di Cagliari a mani vuote e una settimana prima la Roma aveva racimolato un solo punticino a Lecce. Il dato sui gol segnati dopo il 90’ riassume la “garra” di questi ragazzi, additati di aver disputato una gara sottotono; quando se Ndoye avesse segnato sulla sirena, si sarebbe parlato di altro.
Il calcio è poi anche questo: un’altalena emozionale, dove un attimo sei in Paradiso (vedi Empoli), e l’attimo dopo nell’oblio più oscuro e crudele (Frosinone). Il Bologna in una posizione simile di classifica mai si era trovato prima d’ora: sette partite al termine e momentaneamente Champions League. Gli esiti delle Coppe hanno sorriso al calcio italiano, che dalla prossima stagione al 99% potrà aggiungere un posto europeo nella Coppa dalle grandi orecchie. L’Atalanta – a meno otto dai rossoblù con una partita in meno – ha dato una lezione di pallone ad Anfield, scacciando le critiche su quanto si è detto dopo la sconfitta in terra sarda. Sono bastati quattro giorni per passare da una cantica all’altra della Divina Commedia: ieri Inferno, oggi Paradiso. La squadra di Motta sa di avere il fiato della Roma sul collo, con lo scontro diretto ormai prossimo, ma ha la testa a questa sera: ore 20:45, contro il Monza al Dall’Ara.
Un Dall’Ara ancora lì-lì per il sold out, pronto a replicare la scia di vittorie consecutive del suo magico Bologna. Il Monza si presenta alla sfida senza l’infortunato Dany Mota e con Caldirola squalificato, ma con un Pessina in più in mezzo al campo. Due allenatori giovani e consapevoli del proprio credo: Motta con i continui movimenti con e senza palla, Palladino con il coraggio e le ripartenze. Il Monza è una squadra che gioca ma che fa giocare, cercando di liberare nella maniera più limpida possibile la propria trequarti. Di solito il cambio modulo lo si effettua quando i risultati stentano ad arrivare o addirittura mancano proprio, Palladino no: dopo la vittoria per quattro a due con il Milan, i brianzoli hanno cambiato assetto, passando dal 3-4-2-1 a un 4-2-3-1.
In controtendenza con quanto ci si possa aspettare, il tecnico italiano ha stravolto le carte in tavola, dimostrandosi perfettamente versatile con un calcio che va verso quella direzione. Elogia il lavoro del suo dirimpettaio, così come la stagione encomiabile del Bologna: “Non è un caso se sono lì, stanno dimostrando di meritare la Champions e sono una squadra fortissima”.
Insomma, i rossoblù hanno valicato il proprio confine; il lavoro di Motta viene riconosciuto ovunque. Un Thiago Motta che dovrò fare le prese con un’ulteriori inghippo nella scelta della formazione: Calafiori e Kristiansen sono in diffida e Roma dietro l’angolo. Dubbi persistenti tra i pali, Ravaglia insidia Skorupski; Posch e Kristiansen sulle fasce, Lucumì al centro affiancato da uno tra Beukema e Calafiori. In mezzo al campo a dirigere l’orchestra ci sarà Freuler, con Aebischer e Ferguson a completamento.
Davanti, Zirkzee unica punta, Orsolini da una parte e Urbanski in pole su Ndoye per ricoprire in versante opposto. Il giovane polacco sta adempiendo sempre meglio le mansioni ordite da Thiago, seppur la casella degli assist e dei gol sia ancora intatta. Intatta come la porta di entrambi i portieri nella gara d’andata, con il belga ex Milan, Alexis Saelemaekers, espulso nel finale alla sua seconda apparizione in maglia rossoblù. La gara d’andata inoltre fece concludere il trittico di 0 a 0 consecutivi ai felsinei, dopo Verona e Napoli.
Monza per Motta non è una squadra qualsiasi: fu proprio all’U Power Stadium che Motta trovò la prima vittoria esterna in era rossoblù, e nella giornata odierna ha la possibilità di raggiungere quota 150 punti in Serie A da allenatore. Bilancio equo tra Bologna e Monza in Serie A: una vittoria per parte (entrambe in trasferta: uno a due per i rossoblù, zero a uno per i brianzoli) e un pareggio. Oggi l’ago potrebbe pendere da una delle due parti, pur essendo convinti che il bel gioco a prescindere regnerà sovrano.