La settimana perfetta
Sei giorni, da domenica a sabato, per scrivere la storia. Nella settimana che precede le festività, infatti, il Bologna ha sconfitto Roma e Atalanta in casa in campionato, e battuto l’Inter in Coppa Italia a San Siro. Difficile chieder di meglio anzi, impossibile. Impensabile per molti, realizzabile per pochi. Non se ti chiami Thiago Motta però, che fame di successo ne ha da vendere e voglia di fermarsi nessuna.
Una partenza con il piede giusto per il Bologna, cercando di combinare continuamente dei triangoli in ogni zona di campo per poter aprire gli spazi e saltare le rispettive linee di pressione. Quando il gioco non funziona, ecco palla alzata per Zirkzee e caccia alle seconde palle sulla trequarti offensiva, dove i rossoblù possono dar sfogo alle inventive degli esterni e del mago con la “nove”. Nonostante i ragazzi di Motta cerchino di imporre il proprio gioco, i primi colpi capitano sui piedi di Lookman prima, ed Ederson poi.
Nella prima occasione, De Katelaere è caparbio nel leggere l’errore di marcatura prevendita di Calafiori – sbilanciato con il corpo in arretramento – e a servire Lookman in campo aperto a tu-per-tu con Skorupski. Il sinistro del nigeriano termina sul fondo e il punteggio rimane inchiodato sullo 0 a 0. A mantenere il punteggio invariato, poco più tardi, ci pensa l’estremo difensore polacco, la cui uscita a valanga su Ederson permette ai rossoblù di andare a riposo sul risultato di parità. Qualche istante prima dell’intervallo, però, Motta è costretto a un cambio: Ndoye va più veloce del pallone e all’ennesima accelerazione sente un tirotto dietro che lo costringe al cambio, al suo posto spazio al classe 2004, Kacper Urbanski. La seconda frazione si apre con un’altra novità dei padroni di casa: fuori Moro, dentro Fabbian.
Proprio il centrocampista scuola Inter, dopo appena nemmeno un giro di lancette assapora la porta avversaria con un tentativo che si spegne alto sopra la traversa. L’Atalanta viene fuori e si affaccia più volte verso la porta di Skorupski, bravo nel respingere la botta dalla distanza di De Katelaere. Il tiro di Lookman termina, poi, sul fondo, e Freuler è costretto agli straordinari quando sporca il pallone solo da spingere in rete servito dal nigeriano. Anche Gasperini muove le carte in tavola e cambia entrambe le pedine d’attacco, inserendo Scamacca e Muriel. Lo stesso colombiano ha la chance più ghiotta della partita, sciupata per via del corpo all’indietro sul momento del tiro. Il Bologna soffre (sarebbe stato sbagliato pensare il contrario), ma stringe i denti. L’occasione per passare, a sorpresa, in vantaggio capita di nuovo sui piedi di Fabbian – inserito per dar più profondità alla squadra, agendo attorno a Zirkzee. Dopo un’ottima combinazione a suon di colpi da parte di Saelemaekers e Zirkzee, la sfera arriva sul destro di Fabbian, che si divora un rigore in movimento.
Mentre Motta effettua cambi di ruolo, Gasperini si posiziona a trazione anteriore, con l’ingresso di Pasalic per Kolasinac per provare a mettere in tasca i tre punti. La partita va verso un nulla di fatto, e se c’è una squadra che più ha da recriminare qualche occasione sprecata, quella è la Dea. Il minuto è l’85 e Orsolini si appresta a battere il corner dalla destra. Il mancino dell’ascolano cade perfettamente sulla testa di Ferguson, il cui colpo di testa batte un Carnesecchi fin qui poco impegnato. I 28.000 presenti sono in visibilio e il Dall’Ara, accompagnato da un clima primaverile e un cielo solo da fotografare, si trasforma in una bolgia assordante. Da lì in avanti, la retroguardia difensiva respinge e allontana ogni pallone buttato nella mischia, e la partita si conclude con qualche istante in ritardo dopo i minuti concessi dal quarto uomo.
Un Bologna non perfetto porta a casa altri tre punti preziosissimi e rimane al quarto posto in solitario. Ci si aspettava una partita ostica, dispendiosa sul piano fisico e perfino mentale, e così è stata. “Sfidare l’Atalanta di Gasperini è come andare dal dentista”, disse un certo Pep Guardiola prima di affrontare i bergamaschi in Champions League qualche stagione fa, in effetti non ha tutti i torti e poi se lo dice tale Guardiola. Se l’Atalanta è tosta, il Bologna non è da meno. A sottolinearlo è stato perfino Gian Piero Gasperini nel dopo-partita, uno che di solito non è noto elogiare le altre squadre nell’immediato post-gara: “Il Bologna è davvero una squadra difficile da affrontare.
Conosco bene il modo di allenare di Thiago Motta. Ti vengono a prendere e non ti lasciano giocare. L’obiettivo oggi era togliergli il gioco ma non stato affatto facile. Se subisci il loro possesso è rischioso per chiunque affrontarli”.
Due giorni di riposo per dare modo ai ragazzi di passare un felice Natale con le famiglie, salvo poi tornare a Casteldebole con la giusta mentalità per poter affrontare l’Udinese la viglia di Capodanno, per concludere un 2023 da incorniciare.