Partiamo da mister Motta: ha ricominciato come aveva lasciato, non liscia il pelo alla stampa, poco ai tifosi, fa il minimo indispensabile richiesto dal galateo: qualche foto, un po’ di autografi, sorrisi preconfezionati e poi fuori dai maroni; ma in campo lavora sodo e soprattutto predica bene e razzola meglio; tratta tutti i calciatori alla stessa maniera: riprende Dominguez come Rosetti, resta in campo a fine allenamento per spiegare i movimenti a Barrow così come ha fatto con il giovane Corazza.I contratti per i calciatori mediamente giovani, vengono solitamente spalmati sui quattro massimo cinque anni (oltre i cinque non si può per regolamento), ma è anche vero che la media di permanenza di un giocatore in una squadra solitamente è inferiore, fatto salve alcune eccezioni.
Un quotidiano di Bologna qualche giorno fa, scriveva che “dalla riunione tra Thiago Motta e Saputo è stata anche confermata la necessità di un mercato lacrime e sangue”, usando la retorica Churchilliana un tanto al chilo, così da “impressionare” il povero lettore ignaro che si tratta più o meno, di quanto fanno quasi tutte le squadre del mondo: vendere per tenere i conti in ordine.