A Lewis Ferguson il premio di MVP della stagione 2023-2024 per i tifosi di Canale 88
Lewis Ferguson è stato premiato come miglior giocatore della stagione 2023-2024
Canale 88 DTT
Lewis Ferguson è stato premiato come miglior giocatore della stagione 2023-2024
Come spesso capita le partite ritenute “da vincere” sono poi le più complicate; al contrario, quelle che destano più preoccupazione sono quelle in cui il Bologna di questo splendido campionato ha fatto spesso bottino pieno.
Si potrebbe convenire che il calcio di Thiago Motta così sofisticato, così ragionato non trova le opportune contromisure quando ha di fronte squadre chiuse e fisiche: Monza e Udinese sia all’andata sia nel girone di ritorno hanno complicato non poco i piani tattici dei rossoblu; anche Verona e Cagliari sono state trasferte poco redditizie.Le tre occasioni arrivate al 66esimo con Aebischer, al 82esimo con Castro e in pieno recupero con Ndoye, dimostrano la supremazia dei rossoblu nel secondo tempo: unitamente alle statistiche del possesso palla (66%) e degli XG (0,57 contro 2,46) viene difficile non dispiacersi per i 2 punti sfumati.
Si rischia di essere ripetitivi e quindi banali, ma ormai i complimenti per il Bologna si sprecano così come le perplessità sulle formazioni di Thiago Motta che, nonostante tutto, rifila spesso vere lezioni di calcio al malcapitato allenatore avversario di turno.
Purtroppo sono solo le vittorie a decretare la superiorità di un allenatore ma, guardando il calcio oltre al risultato, non si può certo non ammettere che anche contro il Monza la superiorità della proposta calcistica di Motta era stata evidente; invece furono tante le critiche soprattutto per i mancati cambi e addirittura il pensiero che Palladino “gliela avesse incartata”.
Si potrebbe convenire che il calcio di Thiago Motta così sofisticato, così ragionato non trova le opportune contromisure quando ha di fronte squadre chiuse e fisiche: Monza e Udinese sia all’andata sia nel girone di ritorno hanno complicato non poco i piani tattici dei rossoblu; anche Verona e Cagliari sono state trasferte poco redditizie.Le tre occasioni arrivate al 66esimo con Aebischer, al 82esimo con Castro e in pieno recupero con Ndoye, dimostrano la supremazia dei rossoblu nel secondo tempo: unitamente alle statistiche del possesso palla (66%) e degli XG (0,57 contro 2,46) viene difficile non dispiacersi per i 2 punti sfumati.
Partita importante del Bologna contro una squadra che, al netto degli ostruzionismi, sa essere efficace soprattutto in trasferta: per chi non lo sapesse il Monza ha ottenuto fuori casa gli stessi punti dei ragazzi di Motta, quindi non proprio un manipolo di scappati di casa.
Si potrebbe convenire che il calcio di Thiago Motta così sofisticato, così ragionato non trova le opportune contromisure quando ha di fronte squadre chiuse e fisiche: Monza e Udinese sia all’andata sia nel girone di ritorno hanno complicato non poco i piani tattici dei rossoblu; anche Verona e Cagliari sono state trasferte poco redditizie.Le tre occasioni arrivate al 66esimo con Aebischer, al 82esimo con Castro e in pieno recupero con Ndoye, dimostrano la supremazia dei rossoblu nel secondo tempo: unitamente alle statistiche del possesso palla (66%) e degli XG (0,57 contro 2,46) viene difficile non dispiacersi per i 2 punti sfumati.
Partita tatticamente prevedibile, con i padroni di casa aggressivi nei primi 30 minuti per poi spegnersi progressivamente e i rossoblu bravi a non scomporsi prima e a prendere in mano il gioco poi.
Le tre occasioni arrivate al 66esimo con Aebischer, al 82esimo con Castro e in pieno recupero con Ndoye, dimostrano la supremazia dei rossoblu nel secondo tempo: unitamente alle statistiche del possesso palla (66%) e degli XG (0,57 contro 2,46) viene difficile non dispiacersi per i 2 punti sfumati.
3-0 è il risultato che mette al riparo il Bologna anche dalle critiche dei soliti che, sotto quella cifra avrebbero storto il naso: perché sappiamo che se per alcuni in agosto non eravamo competitivi per la serie A oggi, se non diamo 3 pere a tutti non siamo competitivi per Champions; storture di questo mondo impazzito che non riesce più ad avere il senso della misura: il buon senso semmai, pare essere diventato un disvalore, bisogna esagerare sempre, nel bene e nel male.
Non credevo che questo campionato potesse far vacillare così tanto le mie granitiche certezze riguardanti il mondo del pallone: non mi riferisco alla possibilità di un Bologna in Europa (figurarsi in Champions) dal sottoscritto sempre esclusa, ne tantomeno alla figura dell’allenatore, che ritengo il vero amplificatore del lavoro più “sfumato” di altre componenti societarie (in questa strana città si è sempre colpevolizzato tutti tranne gli allenatori per i risultati “deludenti” dell’era Saputo : come se prima del canadese qui fosse “tutta oca!”): Motta lo sta abbondantemente dimostrando.
Infatti ieri, nonostante la sconfitta, la squadra di Motta ha dato una ulteriore prova di forza: tecnica per la quantità e qualità del palleggio (qualche sbavatura soprattutto ad inizio partita per la pressione dell’Inter), tattica per il dominio territoriale, fisica per i km percorsi in più, mentale restando dentro alla gara fino al novantacinquesimo senza mai arrendersi, obbligando gli avversari ad una battaglia e ad una difesa ad oltranza in attesa del fischio finale.
Atalanta e Bologna hanno affrontato la gara partendo dalle loro certezze tattiche: i bergamaschi con uno sviluppo orientato sulle fasce così da aggirare il blocco centrale del Bologna, i rossoblu con il loro palleggio basso capace di attirare l’avversario per trovare spazi sopra le linee di pressione atalantine.
Naturalmente la partita non è tutta qui, ma è una iniziale lettura utile per comprendere come i piani tattici siano serviti alle due squadre per ribadire le loro potenzialità, una sorta di mostra di muscoli prima della vera contesa: dentro a tale spartito i rossoblu hanno avuto la meglio e a mio avviso con superiore merito alla gara di andata del 23 dicembre scorso.
Vittoria da squadra forte, da squadra che ha in testa concetti chiarissimi e che ha atteso con pazienza l’evolversi propizio della gara dopo le fasi iniziali, quelle in cui il Verona aveva messo in azione tutte le sue armi: tanta corsa, tanta attenzione, marcature strette e nessun spazio da poter sfruttare.