La rassegna di Warriors Ep.4 - Thiago cittadino del mondo e Mamba Mentality
Le favole non esistono solo nei libri dei bambini, Thiago Motta e Djokovic lo sanno.
Nella giornata di ieri, il tecnico del Bologna F.C. ha ricevuto la cittadinanza onoraria della città natale di suo nonno, Fortunato Fogagnolo, che, proprio dalla provincia di Rovigo, partì verso il Brasile, nel lontano 1929, alla ricerca di una vita migliore. La vicenda viene raccontata questa mattina da Davide Adami nel suo articolo per il Corriere Dello Sport Stadio, all’interno del quale i virgolettati dell’allenatore e del sindaco di Polesella, il paese al centro della vicenda, aggiungono magia a questa fiaba. “E’ con grande orgoglio e onore che ricevo e accetto la cittadinanza onoraria.”, ha dichiarato l’italo-brasiliano. “Da questo momento potrò rappresentare Polesella e cercherò di farlo ogni giorno tramite il calcio. Ringrazio il sindaco e la giunta per avermi permesso di essere qui. Porterò anche famiglia e figlie, perché è giusto che sappiano da dove è venuto papà.”, ha poi concluso Thiago. Il sindaco Raito ha voluto mettere in luce come la storia del tecnico si avvicini idealmente al percorso degli italiani, che tra fine ‘800 ed inizio ‘900 migrarono verso il Sudamerica e, proprio per questo motivo, il nuovo cittadino onorario del paesino veneto può essere un esempio di impegno, sacrifico e dedizione.
La seconda favola da raccontare è, invece, legata ad un numero: il 24. Ventiquattro come i titoli nei Grandi Slam vinti da Novak Djokovic, ventiquattro come il numero di Kobe Bryant, al quale il tennista serbo ha voluto dedicare il suo recente successo all’US Open. Dopo un anno di assenza dal torneo di New York, infatti, il numero uno del mondo è tornato ad incantare gli Stati Uniti sul cemento e lo ha fatto fino alla fine della competizione, fino all’ultimo scambio della finale contro Medvedev. A fine gara, durante l’intervista post premiazione, Djokovic si è slacciato la felpa, mostrando a tutto il pubblico la maglietta da lui ideata con la foto del serbo vicino al Black Mamba e la scritta “Mamba Forever”. Due campioni uniti nel pensiero, lontani, ma vicini.
Due storie di sport e di via meravigliose, come quelle di Thiago Motta e Nole Djokovic.