Esegesi del ritiro di Valles
È stato un ritiro interessante per diverse situazioni che vorrei condividere con voi.
Partiamo da mister Motta: ha ricominciato come aveva lasciato, non liscia il pelo alla stampa, poco ai tifosi, fa il minimo indispensabile richiesto dal galateo: qualche foto, un po’ di autografi, sorrisi preconfezionati e poi fuori dai maroni; ma in campo lavora sodo e soprattutto predica bene e razzola meglio; tratta tutti i calciatori alla stessa maniera: riprende Dominguez come Rosetti, resta in campo a fine allenamento per spiegare i movimenti a Barrow così come ha fatto con il giovane Corazza.
È fatto così, basta saperlo.
Arnautovic ha dimostrato una volta ancora di essere non solo il leader tecnico della squadra ma proprio un leader: conferenza stampa dai toni contenuti ma precisi nei concetti che evidentemente voleva sottolineare l, per chiudere certe polemiche ormai sfinenti.
Ha voluto parlare in italiano, così da evitare equivoci; ha ribadito che con Motta non c’è mai stato nessun problema (ha descritto il mister come riportato sopra: non va a fare aperitivo ne con lui, tantomeno con gli altri: come dargli torto!), ha usato parole importanti nei confronti di Barrow.
Si è tolto poi qualche sassolino guardando dritto negli occhi i giornalisti per i tormentoni legati alle condizioni della sua salute ribadiejdi inoltre che non ha trattato con nessuna squadra e che si sente un calciatore del Bologna; alè.
E a proposito di Barrow: ha disputato un ritiro pressoché perfetto, sempre pimpante, attento a non strafare nonostante il momento particolare che sta vivendo; si percepisce che una parte della tifoseria non lo vorrebbe più (sono poi gli stessi che un anno fa non volevano più Orsolini: hanno bisogno del nemico altrimenti non sanno come far arrivare sera…)ma lui resta calmo e concentrato.
Tatticamente è stato impiegato sempre sulla fascia destra ed ha trovato una certa intesa con Arnautovic: l’austriaco viene incontro e Musa attacca la profondità.
Tra le conferenze più interessanti anche quella di Dominguez che ha ribadito il suo intento di restare, anche se una offerta per una squadra che disputa la Champions sarebbe probabilmente gradita: nonostante questo momento di incertezza dovuta al mercato, Nico si è impegnato come fa sempre, riprendendosi la fascia di capitano nella amichevole contro il Palermo: un segnale?
Comunque vada, Dominguez ha dimostrato di essere un professionista esemplare.
Poi i ragazzi aggregati dalla primavera che hanno fatto pienamente il loro dovere: tenere alto il livello della competizione e dare a Thiago Motta alcune alternative; tra queste la più interessante è sembrata quella di Tommaso Corazza, impiegato come terzino sinistro “alla Cambiaso”.
Missione compiuta al meglio delle sue possibilità, non saprei quanto ripercorribile in serie A ma tant’è: il ragazzo nel caso sarà a disposizione e sarebbe curioso che l’eredità di Daniele Corazza, non confermato alla guida del settore giovanile, fosse proprio il figlio Tommaso.
Impossibile infine non menzionare i tifosi: tanti, festanti, felici, orgogliosi dei colori rossoblu e arrivati da ogni parte d’Italia; che il Bologna avesse così tanti tifosi in giro per la penisola a volte ci dovrebbe far ricordare di come la nostra squadra riesca, per magia, a resistere all’ondata del calcio moderno e delle relative corazzate mediatiche che, evidentemente, non sempre risultano attrattive.
Un motivo in più per essere felici di tifare il Bologna.
Tosco