Alla ricerca dell'identità: la seconda Virtus di Scariolo
Dopo la seconda rivoluzione industriale, la seconda Virtus di Scariolo: la prima negli ultimi quattordici anni in versione Eurolega, l’ennesima competitiva per lo scudetto, l’ultima a perdere due finali in una sola annata sportiva. Questo il bilancio del 2022/23 per i bianconeri felsinei, ora in vacanza, in seguito ad una stagione che ha visto la Segafredo trionfare in Supercoppa Italiana, arrivare seconda in Coppa Italia ed in campionato e giocare un Eurolega discreta, tipica di chi non è abituato a competizioni di così alto livello.
Deludente? Appassionante? Divertente? Un percorso, nel mondo dello sport in particolare, può essere descritto con tanti aggettivi, ognuno legato a diverse opinioni, vedute, differenti punti di vista, ma un concetto da evidenziare riguardo agli ultimi dieci mesi di Bologna c’è, quantomeno provando a fotografare la situazione in maniera razionale: le vu nere sono cresciute, di fatto, sotto ogni aspetto ed hanno, finalmente, trovato il proprio gioco, la propria identità, se vogliamo solamente a ranghi completi, tra Maggio e Giugno, però “meglio tardi che mai”, giusto? Godiamoci, quindi, ciò che di buono ha portato l’ultima stagione virtussina, guardando al futuro con fiducia ed ottimismo, poiché la società ha fatto ben intendere di voler alzare il proprio livello e le proprie ambizioni, senza fretta, “mattoncino per mattoncino”. Falcidiata dai continui infortuni, la squadra di coach Scariolo non ha mai realmente potuto contare su tutti i propri effettivi, perdendo la possibilità di oliare gli ingranaggi nella prima parte dell’annata e di vincere qualche partita in più rispetto a quelle che, invece, sono state portate a casa: più nello specifico, le assenze di Teodosic, Ojeleye, Cordinier, Pajola, Shengelia e Abass hanno pesato, più di qualsiasi altra defezione, sull’espressione del gioco bianconero e su qualche sconfitta di troppo in diversi momenti della stagione, in cui sono venuti meno la tecnica ed il grande atletismo di queste individualità. La Virtus ha svuotato l’infermeria, di fatto, solamente a fine regular season di campionato, poco prima dei playoff e, da quel momento, coach Scariolo è riuscito a trasmettere allo spogliatoio la propria idea di pallacanestro: i felsinei hanno mostrato grande varietà di soluzioni in attacco e un’ottima applicazione difensiva, facendo del post basso di quasi tutti i giocatori, dell’intesa tra gli esterni e Mickey, delle folate di Cordinier e delle conclusioni in catch and shoot di Belinelli i loro cavalli di battaglia.
Hackett, Cordinier, Belinelli ed Ojeleye, senza dubbio, i migliori di un anno, che, dovesse essere giudicato con voto, si aggirerebbe attorno al 6.5, al netto di tante difficoltà, una finale, sulla carta abbordabile, persa (quella di Coppa Italia contro Brescia), ma anche di una buona ripresa, di qualche vittoria inaspettata in Eurolega e del gioco espresso nell’ultima parte di stagione.
Resta, quindi, da vivere l’estate, che porterà nuovi giocatori tra le fila della Segafredo, sarà palcoscenico di qualche addio importante e, più in generale, sarà decisiva in vista della prossima annata. Le vu nere hanno avuto la certezza di partecipare all’edizione 2023/24 dell’Eurolega, stanno vedendo cambiare il proprio assetto societario in favore di nuovi investitori ed hanno confermato coach Sergio Scariolo alla guida tecnica: gli ultimi cambiamenti e le ultime notizie riguarderanno esclusivamente la formazione del nuovo roster, privo, magari, di nomi altisonanti, ma, quantomeno nelle speranze della dirigenza Virtus, in linea con i concetti di gioco dell’allenatore.