Il cammino del Bologna passo dopo passo
La stagione si è conclusa – anche se a detta di alcuni lo era già da un paio di giornate – nel migliore dei modi: gol vittoria in extremis nell’ultima di campionato. Un gol che non conta nulla ai fini dell’Europa, ma che sancisce il record per i Felsinei (54) nell’era dei tre punti a vittoria. Una realizzazione quella dello scozzese (Ferguson) che permette di chiudere il campionato al nono posto, piazzamento che non si vedeva dalla stagione 11/12 con Stefano Pioli seduto in panchina. Facciamo un passo indietro, perché va ricordato anche il punto di partenza, per poter analizzare meglio il lavoro fatto dalla rosa rossoblù durante la stagione.
Dopo appena 5 giornate, prive di successi, con soli 3 punti raggranellati, la società opta per il cambio di gestione. Via Mihajlovic e dentro Thiago Motta, conteso con Ranieri. Nonostante l’annuncio, viene premiato il tecnico della Primavera, per il comando della gara casalinga con la Fiorentina alla sesta giornata, dopo aver esaminato i ragazzi nelle sedute d’allenamento. Sotto la supervisione di Motta, seduto tra i seggiolini del Dall’Ara, i rossoblù agguantano prima il pareggio, poi è il sigillo di Arnautovic, a regalare la prima gioia ai tifosi.
Tutto apparecchiato sei giorni dopo e di nuovo al Dall’Ara, per la prima vera apparizione di Motta formato “Bologna” con l’Empoli. Il livello dell’avversario e i tre punti ottenuti con i viola fanno presagire ad un esordio pregevole, ma la fortuna rema contro e il legno nel finale di Zirkzee non riesce ad evitare la sconfitta. Con la breve sosta nazionale, Thiago Motta ha la possibilità di conoscere maggiormente i suoi rimasti a Casteldebole, ricaricare le pile per quella che sarà la debacle di Torino con la Juventus, in grado di far scalpore tra la stampa e l’opinione pubblica. Commenti a pioggia prima della gara. A rincarare la dose, ci pensa il tecnico stesso, capace di levare a 10’ dalla fine, sul punteggio di 1-1 nella gara casalinga con i blucerchiati, il bomber austriaco. Piove sul bagnato. Le critiche non stentano ad arrivare dal momento che i risultati (e non solo) non sono dalla sua parte.
Dopo appena un solo punto in ben quattro gare, ecco che arriva la prima vittoria (la seconda stagionale) con Motta allenatore, datata 23 ottobre. Se davvero “Vincere aiuta a vincere”, il Bologna incarna a pieno il detto, arrestandosi solo nella disfatta con l’Inter, intervallata ai successi con Monza, Torino e Sassuolo, prima dei Mondiali. Alla ripresa del campionato, con ancora il girone d’andata da concludersi, il Bologna si trova dinanzi i capitolini; il bel gioco proposto e un paio di nitide chance nel finale non riescono a schivare la sconfitta. Prima o poi i nodi vengono al pettine: i risultati mancati poc’anzi prendono piede e le numerose vittorie, specie in trasferta su campi dove addirittura non si vinceva da tempi remoti (Firenze), incanalano il Bologna nella giusta carreggiata in chiave EUROPA. Basti pensare come a Udine, con un reparto offensivo rimaneggiato, le occasioni da rete create e le due realizzazioni messe a segno non siano mancate. Scardinata anche l’Inter, i rossoblu sono chiamati al salto di qualità ma, proprio sul più bello, l’approccio di Torino crea qualche grattacapo attorno all’ambiente di Casteldebole – come se in campo si giocasse sempre da soli.
La terza ondata vantaggiosa al gioco di Motta è data dall’accoppiata Udinese e Atalanta, nella quale il fraseggio e la capacità di detenere il pallino della sfera fruttano 6 punti preziosi in chiave ottavo posto. Bastano però un paio di tonfi maldestri – più che consentiti in un campionato – e qualche pareggio di troppo per far spostare l’attenzione sul mancato raggiungimento di un obiettivo che a inizio anno sembrava addirittura improponibile. Il Bologna, dal canto suo, conclude l’annata al nono posto, raggiunto in extremis; ma c’è ben altro. Le statistiche parlano da sé: nessuna big è riuscita a trionfare al Dall’Ara, 4 sconfitte nel girone di ritorno e sesto posto da quando Motta siede sulla panchina rossoblù.
È vero: il Bologna non parteciperà alle coppe la prossima stagione, ma il bel calcio fatto vedere da Thiago Motta spero possa essere un punto di partenza per “l’anno che verrà”.