Il Tosco l’ha vista così: Bologna - Napoli 2-2
Partita bella, ben giocata da due squadre maestre del palleggio e della costruzione: i neo campioni d’Italia sono primi per possesso palla con oltre il 64% ma anche il nostro Bologna palleggia sempre con percentuali alte.
Ieri, ha sfidato gli uomini di Spalletti usando proprio le stesse armi, fraseggio, combinazioni e pressing, impattando la gara non solo sul risultato ma in tutte le statistiche.
Pareggio quindi giusto al termine di una partita resa difficile anche dai primi veri caldi, ma le squadre non si sono risparmiate per intensità: 28 falli finali sono lì a sottolineare che le ciabatte e le infradito devono aspettare almeno un’altra settimana.
L’errore di Skorupski apre un’autostrada per una partita in discesa del Napoli, ma il Bologna in realtà ribatte colpo su colpo: le occasioni migliori capitano sui piedi di Arnautovic, ma il bomber austriaco ieri aveva poca forza nelle gambe; per ben tre volte ha provato la soluzione di precisione quando avrebbe potuto calciare con più decisione.
Fra gli uomini di Spalletti invece quasi tutte le occasioni sono capitate ad Osimhen: in almeno due di queste, Skorupski si è ben districato, dimostrando grande maturità nel non rimanere fermo al pensiero della disavventura iniziale; nulla ha potuto invece sulla conclusione ravvicinata in occasione del raddoppio.
Quando la gara poteva anche apparire conclusa, il gran finale dei rossoblù che, come detto in precedenza, hanno sfidato gli avversari attraverso un calcio “pulito” fatto di fraseggi, combinazioni e una pressione continua, come ormai Thiago Motta ci ha abituato.
Tornando all’errore di Skorupski va tenuto conto degli enormi progressi fatti dal portiere polacco nel gioco coi piedi: appoggiarsi spesso al portiere è parte del calcio richiesto oggi praticamente da tutti gli allenatori del mondo (salvo qualche rara eccezione); chi critica un calciatore perché sbaglia un passaggio in apparenza facile, dovrebbe sempre ricordarsi delle centinaia di passaggi precisi attraverso i quali parte un’azione che porta ad un tiro, altrimenti l’obiezione è solo strumentale da parte dei soliti dinosauri dell’obsoleta critica calcistica.
Infine, curioso come il Bologna abbia segnato due reti proprio nella parte di gara in cui è uscito dal campo Arnautovic: immagino che tutti coloro che hanno inquinato i pozzi quando l’austriaco praticamente zoppo, non veniva convocato solo per criticare Motta, non abbiano nulla da ridire a sto giro.
In realtà sarebbe ingeneroso criticare Marko: dopo un lungo infortunio trovare la condizione è difficile, ma chi ha voluto a tutti o costi alzare un polverone per criticare Thiago Motta sono poi gli stessi che oggi invece lo elogiano perché ha parlato di “deficit” in conferenza stampa mettendo “Saputo alle strette” (cit.).
Siamo al becero opportunismo: un Thiago Motta ad uso e consumo della critica bolognese della quale, lo stesso allenatore, sembra servirsi per i suoi ambiziosi scopi: tenersi aperto la scappatoia come ha fatto a Spezia, infischiandosene dei ricchi biennali firmati, oggi come allora, quando era relegato a seconda o terza scelta, mentre prendeva il sole a Cascais in Portogallo.
Quando si dice il gioco delle parti: Motta e la nomenclatura giornalistica uguali e necessari: si usano a vicenda; ecco il paradosso che si è venuto a creare.
Poveri noi, ma soprattutto poveri loro.
Tosco