In alcuni spezzoni di gara Schouten ha quasi spadroneggiato, in altri è invece letteralmente sparito dai radar: gioca un calcio elegante, con una qualità di palleggio raffinata e un incedere da ‘Scala del calcio’, ma quando la partita si sporca e bisogna scendere dal palco ed entrare in un’arena, l’olandese non ha ancora quella solidità fisica, quella lettura delle traiettorie avversarie e soprattutto quella cattiveria agonistica utile ad aiutare la retroguardia.
Dominguez, per sua stessa ammissione, era abituato ad un altro ruolo, e latita più di Schouten nella fase d’interdizione, anche se per caratteristiche probabilmente caratteriali riesce a stare maggiormente dentro al match, pure quando c’è da soffrire.
Anche lui, in termini di affidabilità, non dà garanzie per un posto da titolare certo…
Queste mie riflessioni sono datate 6 settembre 2020 in un articolo su Zerocinquantuno e credo che mai come ieri sera il nostro centrocampo sia apparso troppo debole per entrare in battaglia: ormai un film già visto.
Se il centrocampo non è capace di dare equilibrio e solidità, tutta la struttura collassa, esponendo la linea difensiva a spifferi, meglio buriana visto il tempaccio di ieri sera.
Di conseguenza anche le innumerevoli analisi, tutte lecite per carità, dovrebbero partire sempre da questo assunto: siamo fuori equilibrio e quindi capaci di tutto, in positivo e purtroppo, in negativo.
Il Bologna ha fatto il Bologna mentre il Benevento ha fatto il Benevento, nulla di più, nulla di meno, nulla di diverso: noi più belli, loro più concreti, noi più ariosi, loro più diretti, noi che crediamo di avere una classifica insufficiente, loro che ringraziano e portano a casa.
Parlare di atteggiamento sbagliato dei calciatori, come riferito da Mihajlovic nel post partita avrà un senso per lui ma non per me: ho troppi anni e ne ho viste e sentite già troppe di queste cose e non mi hanno mai convinto.
Hanno scelto, Sinisa e la direzione tecnica, la via del gioco e del palleggio, cosa tra l’altro che a me fa molto piacere, tralasciando la parte agonistica e speculare: ce la giochiamo con tutti quasi senza contromisure preventive.
Bene, anzi benissimo, ma non menatela sulla mancanza di concentrazione o robe del genere: quelle sono scuse che vengono tirate fuori da tutti gli allenatori del mondo quando, anche loro, stentano a trovare motivazioni nel dover giudicare una gara; esiste l’mponderabile: gli avversari, il campo, l’arbitro, insomma una serie di circostanze non riconducibili alle sole motivazioni (in quel caso sarebbe tutto più semplice).
Vanno bene una volta, forse due, alla lunga è uno scaricare verso l’inconscio quelle che sono anche scelte precise in sede di progettazione: chi ha deciso di avere un centrocampo di buoni palleggiatori ma con poca interdizione?
Chi ha deciso per una squadra votata alla costruzione e non speculare?
Tutte scelte che personalmente condivido in toto concettualmente, ma ne sottolineo gli aspetti positivi e quelli contrari: trincerarsi dietro alla mancanza di determinazione è materia per chi abbocca, nel caso.
Se palleggi molto e bene e occupi la metà campo avversaria con tanti giocatori e se non vuoi comunque rischiare, devi avere altro genere di centrocampisti: se hai dei calciatori capaci di fare bene entrambe le cose non saresti il Bologna: i calciatori che sanno palleggiare bene e interdire altrettanto, sono quelli che poi giocano nelle grandi squadre.
Tosco
Foto: sportmediaset