Odgaard segna la rete da tre punti e decide il derby dell’Appennino: Bologna batte Fiorentina 1-0
È un pomeriggio perfetto quello del Dall’Ara di ieri: il sole va tramontando in cielo, la nebbia non oscura la visuale e alle 16:50 “L’anno che verrà” di Lucio Dalla risuona a festa dentro lo stadio. Il Bologna ha superato per 1-0 la Fiorentina nel derby dell’Appennino numero 149 di Serie A e festeggia tre punti dal peso specifico elevato contro una diretta rivale per l’Europa, grazie al gol di Jens Odgaard. Italiano non ha paura del proprio passato e anzi lo sconfigge, celebrando la quinta vittoria nelle ultime sette di Serie A. Settimo posto solitario in classifica per gli emiliani, mentre gli ospiti rischiano di perdere il trenino del terzo posto.
La gara non è una partita come le altre: come se già non bastassero le motivazioni di un derby, a più riprese Italiano in settimana è stato paragonato al suo passato. I suoi scorsi tre anni in viola sono ingombrati anche nel modo di percepire qui a Bologna il tecnico siciliano e portano con sé i dovuti pregiudizi. È bello però notare come questi siano tutti saltati al momento dello schieramento in campo, quando poco alla volta i rossoblù hanno cominciato a fiaccare la resistenza avversaria fino a diventare padroni del campo.
Nell’undici titolare del Bologna ci sono poche sorprese: una di queste è la conferma di Holm a sinistra, promosso dopo l’ottima partita di Lisbona. Torna tra i titolari Dominguez, il quale pare per il momento aver scalzato Karlsson nelle rotazioni, mentre in avanti Ndoye a destra e Odgaard al centro completano la trequarti alle spalle di Castro. Mediana affidata a Freuler e Pobega, mentre la fascia da capitano la indossa De Silvestri. Per la Fiorentina invece si può parlare di squadra tipo, con Gudmundsson titolare preferito a Sottil.
Proprio l’islandese è protagonista nei primi minuti di gara del miglior momento toscano. Le sue accelerazioni sono sempre spaventose per la retroguardia bolognese e le occasioni non mancano quando viene lanciato in profondità. Solo Skorupski riesce a negargli il gol, quando al 10’ si inserisce perfettamente sul centro destra, salvo poi vedere il suo cucchiaio sporcato dal portiere polacco in uscita. Sull’occasione per altro c’è la richiesta di un rigore da parte dei viola, non accordato né da Fabbri, né dal Var.
Nonostante l’avvio veda l’inerzia della gara pendere leggermente a favore degli ospiti, è sbagliato immaginare a un Bologna passivo. Al contrario i ragazzi di Italiano rispondono colpo su colpo dando così vita a una sfida molto divertente con continui ribaltamenti di fronte, da una parte all’altra del campo. Sul finale di tempo però comincia a emergere una maggiore compattezza da parte dei felsinei e al tempo stesso una maggiore ferocia agonistica sempre per i rossoblù, tanto che sul finale Castro colpisce anche un palo. L’unica nota stonata di questo finale in crescendo di tempo è l’infortunio che colpisce Ndoye, poi costretto a essere sostituito.
Nonostante la sostituzione dello svizzero nell’intervallo, uno dei migliori nel primo tempo felsineo, nella ripresa i felsinei non cambiano il copione del finale di primo tempo. Anzi la squadra di Italiano aumenta la propria pressione e comincia ad accumulare azioni da gol, mentre i viola perdono metri in campo. De Gea diventa sempre più protagonista della partita, con un paio di parate importanti, specialmente sui tiri dalla lunga distanza.
Lo spagnolo è un osso durissimo tra i pali, ma al minuto 60 anche lui deve arrendersi alla bellissima azione del Bologna. Apertura panoramica di Castro, che lancia Dominguez in campo aperto. Il 2003 vince l’uno contro uno con Gosens e mette in area il pallone con i giri giusti: Freuler manca l’appuntamento con la sfera, ma involontariamente questo spalanca lo specchio della porta a Odgaard, che da pochi passi mette in porta. Il Dall’Ara esulta insieme al suo attaccante, il quale mima ancora una volta il gesto del fuoricampo, sua esultanza ormai caratteristica.
Al vantaggio bolognese ci si attenderebbe una reazione viola, ma tutto tace. Al contrario sono più le volte in cui i felsinei sfiorano il raddoppio, che non le chance di pareggio viola. Holm ad esempio si divora il gol del raddoppio su un suggerimento magnifico di Castro, con Odgaard ad avere anche la chance per il bis; per la Fiorentina invece è Richardson a colpire in area di testa, ma il pallone è docile per Skorupski.
Alla fine dei conti il risultato però non cambia: con forza ed energia il Bologna ottiene un successo pesante contro una rivale diretta. I tre punti hanno un peso specifico importante e valgono il settimo posto solitario, mettendo fine alla striscia di vittorie viola. Non solo questo, il risultato arriva al termine di una partita convincente, dove i rossoblù hanno messo sotto una formazione forte sotto ogni punto di vista e non concedendole, una volta ottenuto il vantaggio, la chance di pareggiare l’incontro. Odgaard si prende la copertina, ma i meriti sono corali e danno seguito alle ottime partite viste di recente.
Anche i numeri della gara danno ragione a Italiano nei confronti della sua ex squadra. Il Bologna vince di misura la lotta per il possesso di palla tenendo la sfera per il 51% del tempo in una sfida molto spezzettata (appena 48’ di gioco effettivo). I felsinei completano un totale di 278 passaggi (79% di precisione) contro i 236 fiorentini (70% di precisione) realizzati nel restante 49% del tempo di gioco.
È in zona gol dove però i rossoblù fanno la differenza. Gli emiliani combinano per la bellezza di 16 tiri totali, di cui 6 nello specchio della porta, contro i 10 degli avversari (4 nello specchio). Se numericamente parlando questi dati danno un margine concreto, ma comunque non decisivo, è guardando gli expected goals che si vede la grande differenza tra le due squadre in attacco. Il Bologna combina per un importante 2,32 xG, mentre i rivali ne costruiscono meno della metà, fermandosi a 1,14 xG: una voce statistica che da sola riassume il merito del successo bolognese.