Il pre-partita di Benfica-Bologna
Il Bologna entra nel vivo della settimana più complicata, ma al contempo stimolante da affrontare. Dopo il rammaricante pareggio dell’Allianz Stadium di sabato, nel quale Vincenzo Italiano aveva imbrigliato Thiago Motta più di quanto quest’ultimo fece la passata stagione a più riprese, ci sono altre due gare stuzzicanti che possono garantire maggior consapevolezza ai felsinei. Svuotata la testa da Torino, da cui l’ottima prestazione non è bastata per uscire dal campo con il massimo del bottino, il Bologna si appresta a vivere l’ultima trasferta europea dell’anno.
I rossoblù sono attesi al Gate, in direzione Lisbona, contro le Aquile di Bruno Lage, subentrato a stagione in corso dopo l’inizio a rilento da parte del suo predecessore, Roger Schmidt. Costui, dopo la vittoria della Liga Portugal nella stagione 2022-23, nella stagione successiva – la scorsa – si è posizionato alle spalle dell’altra grande squadra di Lisbona, lo Sporting, detentrice del titolo con un ampio margine. Il secondo posto conseguito ha inevitabilmente creato malumori dirigenziali, optando per una conferma quasi forzata. Nelle prime giornate, dopo aver raccolto tre vittorie, una sconfitta e un pari, c’è stato il cambio di rotta nonostante i lusitani provenissero da una vittoria schiacciante ai danni del misero Santa Clara.
Da lì in avanti, le Aquile contano ben 8 vittorie di fila in campionato, con un’ampia differenza, grazie alle 21 reti segnate e alle sole 3 concesse. In aggiunta a ciò, il passaggio dei primi turni di Coppa di Portogallo, con un parziale di 9 a 0 nel doppio confronto. In Champions League, nonostante la fama e il blasone del club, è innegabile che la difficoltà aumenti e con questa la facilità di trovare punti: il Benfica è comunque a 9 punti, avendo vinto con Stella Rossa, Atletico Madrid e Monaco, e venendo sconfitto dallo schiacciante Bayern Monaco in Baviera e dalla sorpresa Feyenoord al Da Luz.
Ed ecco che il Bologna dovrà ripartire da qui; anzi partire, se vuole tenere aperte le speranze al momento veramente minime. I rossoblù, dopo lo stringato punticino con lo Shakhtar nella gara inaugurale, non sono riusciti più a far punti, nonostante si sia tolta almeno la soddisfazione del primo gol storico nella sconfitta casalinga con il Lille nell’ultimo turno. Un Bologna uscito sempre inerme, ma pur sempre con il capo alto, avendo spesso retto il confronto ed essendo castigato in più occasioni dalla mancata esperienza. Chi invece di esperienza ne ha eccome sono proprio i portoghesi, ignari come tutti del nuovo format, ma senatori assoluti della competizione avendola già vinta in passato nel biennio 60-62, rispettivamente, contro Barcellona e Real Madrid.
Ma entriamo più nello specifico, concentrandoci sull’oggigiorno, che è quel che ci interessa. La rosa allestita da Rui Manuel Cesar Costa, noto agli appassionati del pallone semplicemente come Rui Costa (sì, quel Rui Costa!) ha una miriade di giovani talenti, tirati fuori di anno in anno dal proprio settore giovanile. In estate, per soccombere alle cessioni remunerative di Joao Neves e David Neres, il Benfica ha arricchito il proprio parco giochi, scovando e sfornando vari prestiti in giro per il mondo da poter affiancare all’esperienza senile di Angel Di Maria piuttosto che di Otamendi. Proprio quest’ultimo, assieme al Fideo (uno dei giocatori più sensazionali nel calcio di oggi), è il capitano di questa squadra, secondo solo a Messi a livello di leadership in quella che fu la cavalcata dei Mondiali in Qatar.
L’argentino è sempre stato presente in questo avvio di stagione, a prescindere dal tipo di competizione, garantendo solidità e maturità ai “bambini” al suo fianco. Non è un caso, infatti, che le Aquile siano i meno perforati in Liga Portugal, a discapito di una Champions in cui certamente qualche amnesia c’è stata. Nell’ultima gara in Europa, si è vissuto del clamoroso: il Monaco sopra fino al 84’ si è raggiungere prima e sorpassare poi dalle reti di Cabral e Amdouni sui servizi del solito Fideo. Ed è proprio in zona gol che vi sono gli interessanti intrecci di mercato: Cabral ritrova Italiano, il Bologna Pavlidis. Il greco, infatti, fu il primo obiettivo della campagna rossoblù estiva per buona parte del mercato, fino a quando fu lui stesso a pendere verso il Portogallo. L’ex Az Alkmaar, infatti, già da tempo era finito nelle grinfie di Sartori, il quale – come ben sappiamo – più volte ci ha messo le mani. Il rifiuto del greco, che fin qui è a quota 4 gol tra Champions (si è sbloccato proprio contro il Monaco) e campionato, ha condotto la società felsinea verso altri lidi: Thijs Dallinga.
L’olandese non ha ancora trovato la prima gioia con la maglia del Bologna: l’ottimo stato di forma del suo competitor, Santiago Castro, e le poche volte – non sfruttate – in cui è stato chiamato dal 1’ hanno fatto storcere il naso a molti, diffidando del mercato. Un mercato in entrata da cui sta emergendo Tommaso Pobega, in gol sia con Monza che con la Juventus nelle ultime due dopo esser stato trafitto all’impazzata dopo la “stupidaggine” dell’Olimpico. E a proposito di errori a caro prezzo, perfino Miranda è stato crocifisso dopo il passaggio a metà che ha causato la ripartenza vincente bianconera. Lo spagnolo non potrà immediatamente rifarsi, in quanto l’affaticamento muscolare lo vedrà ai box almeno per la trasferta odierna.
Benfica e Bologna sono due squadre simmetriche sul piano del modulo, malgrado ogni tanto venga mutato, facente degli esterni la propria forza migliore. Più libertino di svariare e inventare Di Maria, più concreto e posizionale Akturkoglu, miglior realizzatore dei lusitani. È stato proprio il turco a sbloccare l’incontro di sabato con il Victoria Guimaraes alla mezz’ora. Il gol non ha messo in discesa, poi, il piano-partita, complicato dalle folate della squadra ospite che più volte ha insidiato la porta di Trubin. E non è la prima volta che il Benfica soffre partite di questo tipo, pur riuscendo ad emergere grazie alla superiorità dei suoi o i guizzi dei singoli. Se davanti è letale in ogni momento, dietro non si esime nel concedere occasioni agli avversari. D’altronde si sa: “la coperta è corta”.
Foto: Bologna FC 1909